Peugeot Kisbee 50 4T, Peugeot Vivacity 50

Capita di farsi condizionare dagli stereotipi. Quante volte abbiamo rinunciato a partire perché credevamo di non avere la moto adatta? Chi ci ha messo in testa che per affrontare anche una breve trasferta occorra una tourer? In realtà per fare un viaggio ciò che conta davvero è la voglia e soprattutto lo spirito. Qualsiasi mezzo va bene! Ma allora, se è così si può partire anche con un cinquantino? Certo, se non si ha fretta di arrivare, per contemplare il paesaggio è forse l'ideale. Detto, fatto. Per "l'impresa" desideravamo un itinerario che in una manciata di chilometri alternasse paesaggi differenti. E guardando la cartina dell'Europa, abbiamo pensato che questo luogo esiste: è la Normandia. La regione del nord della Francia nel suo territorio concentra scenari mutevoli e per di più offre strade secondarie poco trafficate, ideali da percorrere a 45 km/h. Per completare il quadro mancavano i mezzi e trattandosi di un tour in Francia la scelta non è stata difficile: Peugeot, naturalmente! Il Kisbee e il Vivacity, due compatti, economici, nati per muoversi in città con vani sottosella capienti e pedane ampie. Requisiti indispensabili per viaggiare comodi coi bagagli al seguito.

Inizia il viaggio

Partire dall'Italia in motorino sarebbe stato avventuroso, ma ci avremmo messo una vita. La soluzione è stata raggiungere in treno Parigi e poi utilizzando il servizio MU della Peugeot - di cui leggete a pag. 89 - in macchina fino a Rouen. Lasciata l'auto e presi gli scooter è iniziata la marcia verso le spiagge della "Manica". Per le vie di Rouen, città simbolo della Normandia con le sue case a graticcio sovrastate dalla maestosa cattedrale gotica, il Vivacity e il Kisbee, nonostante siano carichi come muli, rimangono maneggevoli. Merito delle ruote piccole e dell'interasse contenuto. Inoltre, a dispetto delle dimensioni extra-small la posizione di guida è ospitale. Sul Vivacity poi la pedana spaziosa consente di stendere le gambe in avanti, altro che cinquantino questo è un GT!

Guidati dalla Senna

Lasciata Rouen ci siamo fatti guidare verso l'Oceano dalla Senna. Da qui all'estuario il fiume francese disegna anse morbide e ampie che abbracciano il parco naturale "Des Boucles de la Seine". Seguendo il fiume ci addentriamo nella foresta di Roumare per poi attraversare la campagna. Le strade sgombre, tipiche di queste parti, sono l'ideale per procedere alla nostra andatura tranquilla. In questa fase del tour, infatti, più che alle auto viaggiamo a fianco dei cargo, navi gigantesche, che, prima o dopo aver solcato l'Oceano, procedono lungo il fiume. Viaggiando lungo la Senna capita spesso di dover passare da una riva all'altra. Per farlo ci imbarchiamo o sui "Bac", piccoli traghetti che collegano velocemente una sponda all'altra, o cavalchiamo imponenti ponti a tiranti. Attraversare questi colossi in scooter è come entrare per qualche minuto del mondo di Gulliver, ma qui i Lillipuziani siamo noi. I chilometri scorrono veloci e il paesaggio cambia di continuo. Al nostro fianco, adesso, sfilano campi coltivati, alberi da frutta, piccoli villaggi rurali con quelle caratteristiche case basse con il tetto di paglia e le tipiche abbazie medievali. Luoghi carichi di fascino e di mistero come i resti di quella che è definita "il più bel rudere della Francia", la suggestiva chiesa benedettina di Jumièges.

Gita al faro e poi...l'oceano

Dopo tanto viaggiare eccoci all'estuario. Per vedere subito il mare ci inerpichiamo fino al faro che domina la foce per vedere finalmente la Manica. Su queste salite, mentre il pimpante motore a due tempi del Vivacity procede spedito, quello del Kisbee, a quattro tempi, perde un po' terreno. I ruoli si invertono nelle partenze in pianura dove, complice la differente taratura del variatore, è il Kisbee a scattare per primo. Se le prestazioni dei motori sono differenti, in frenata il comportamento dei due scooter è analogo: il disco anteriore è pronto, mentre il tamburo posteriore è sempre poco efficace. Giusto il tempo di un pic-nic al faro e via verso Honfleur. Un borgo incantevole sorto proprio là dove la Senna incontra il mare e il cui porto, incorniciato da case colorate, ha ispirato artisti e pittori. Nel piccolo bacino le barche a vela ormeggiate dondolano al fianco dei barconi dei pescatori ad un ritmo lento, in perfetta sintonia con lo spirito del nostro viaggio. Mentre giriamo per le viette acciottolate del centro apprezziamo il comfort dei nostri scooter, che nonostante sospensioni dall'escursione ridotta e ruote piccole, filtrano più che discretamente le imperfezioni della strada. Da Honfleur ci dirigiamo verso Trouville-Deuville, città simbolo della villeggiatura aristocratica, per poi fare rotta verso la Côte de Nacre. Vogliamo concludere il viaggio sulle spiagge che il 6 giugno del 1944 furono teatro dello Sbarco degli Alleati, episodio cruciale della Seconda Guerra Mondiale. Per raggiungerle percorriamo un saliscendi continuo lungo la costa. Il canale della Manica e le lunghe spiagge di sabbia finissima a tratti corrono vicine alla strada per poi rapidamente scomparire lasciando spazio a campi coltivati e a distese di erba che, viste dai nostri scooter, sembrano degradare senza interruzioni fino a tuffarsi in mare. Il tempo in queste zone cambia di continuo: il vento forte che qui non cede quasi mai sembra divertirsi a spostare o allontanare le nuvole cariche di pioggia. Per fortuna viaggiamo comodi e i Peugeot, seppur piccoli, sono anche abbastanza protettivi.

Viaggiare a manetta senza bere

In questo viaggio andiamo quasi sempre a gas spalancato, ma i serbatoi dei nostro scooter si svuotano lentamente. I piccoli mono consumano poco: con un litro di benzina percorriamo ben 30 chilometri con il Kisbee (4T), più assetato il Vivacity (2T) che fa i 25 km/l. Si andrà piano, ma si spende pochissimo! Lungo la costa i segni che ricordano il D-Day impongono più di una sosta. Musei, monumenti e lapidi in ricordo delle numerose vittime, ma anche resti di fortificazioni, case matte e spettrali relitti di mezzi militari rimasti incagliati per sempre nel tratto di mare anti- stante sono lì a testimoniare quell'episodio. Alla fine di strada ne abbiamo fatta più di quella che pensavamo. Così, raggiunta Arromanches les Bains, decidiamo di fermarci e parcheggiati i piccoli compagni di viaggio, insieme agli altri silenziosi viaggiatori-pellegrini, dall'alto delle coste contempliamo silenziosi per l'ultima volta il grande Oceano e così, mentre fantastichiamo, ripensiamo ai dubbi che avevamo alla partenza... Svaniti dopo pochi chilometri. Ora tocca a voi provare!