Kymco People 300 GTi, Piaggio Beverly 300 i.e.

Ogni mattina lo stesso rituale: indossiamo il casco, apriamo la porta del garage e ci lanciamo nel traffico. Oggi però è un giorno diverso, partiamo per le vacanze e nel nostro box avviene un incantesimo: la metamorfosi del nostro scooter. Sul compagno di tutti i giorni montiamo gli accessori per viaggiare. Dalle borse laterali al bauletto, senza dimenticare il supporto per il navigatore satellitare. La nostra bacchetta magica è una semplice chiave inglese e qualche altro attrezzo ma per compiere queste operazioni non ci serve l'aiuto di un meccanico, bensì solo un po' di pazienza e di mestiere. Iniziamo installando il bauletto, poi agganciamo le borse laterali a bisaccia: non servono strutture di fissaggio supplementari ma è sufficiente appoggiarle sulla sella e regolare le cinghie di fissaggio per trovare la posizione perfetta. Con un simile allestimento anche due scooter nati per i trasferimenti urbani come il nuovo Kymco People GTi 300 e il Beverly 300, l'ultimo arrivato in Casa Piaggio, si trasformano in eccellenti mezzi per viaggiare. E non dimentichiamo che su queste "ruote alte" c'è anche il sottosella in cui riporre altri bagagli. Il Beverly è favorito, il suo vano è capiente e può contenere ben due caschi jet, mentre quello del People è piccolo e poco profondo.

L'arte di viaggiare

Caricare lo scooter per affrontare un viaggio è un'operazione semplice e anche divertente, ma richiede alcuni accorgimenti. Studiamo il mezzo in ogni particolare e, individuati i punti accessibili, scopriamo che ci sono molti appigli per fissare i bagagli con cinghie ed elastici. Per non creare scompensi all'assetto - essendo il peso degli scooter già sbilanciato sull'asse posteriore - non carichiamo eccessivamente il bauletto. Preferiamo invece appoggiare sulla pedana i carichi pesanti per accentrare le masse e abbassare il più possibile il baricentro. Infine, al posto dello zaino optiamo per una borsa da serbatoio che sistemiamo in posizione verticale di fronte alle gambe.

Ora si parte!

Nonostante siano molto simili nell'impostazione ciclistica, questi scooter hanno una dinamica differente. In città il Beverly è maneggevole come pochi. Merito di un anteriore leggero e comunicativo che consente di «zigzagare» in fretta fra le auto in coda. Rispetto al precedente modello - grazie al nuovo telaio e alla differente distribuzione dei pesi - è più equilibrato e intuitivo da guidare. L'impianto frenante è molto potente ma risulta sempre gestibile e poco incline al bloccaggio. Sul Beverly le sospensioni sono tarate morbide e il comfort su buche e pavé non viene mai meno. Complice l'efficienza della trasmissione, l'erogazione del motore Piaggio Quasar risulta particolarmente vigorosa. Nelle partenze il monocilindrico del Beverly ha uno scatto fulmineo e nei chiudi-apri è sempre pronto. Progettato per gli spostamenti cittadini, il Beverly è divertente da guidare anche sulle strade extraurbane tutte curve. Anche aumentando il ritmo l'avantreno resta sempre preciso e le sospensioni copiano fedelmente l'asfalto. Basta solo non esagerare for- zando le staccate, altrimenti l'assetto tende a scomporsi. Il Beverly è anche molto agile nei cambi di direzione e le gomme Michelin City Grip di primo equipaggiamento trasmettono un'elevata sensazione di aderenza, tanto che si raggiungono, in sicurezza, inclinazioni inaspettate per uno scooter.

Salite e discese in relax

Con il Beverly affrontare i tornanti in salita di un passo di montagna, senza lo stress di dover cambiare rapidamente le marce, è uno spasso. Poi in discesa, quando l'assenza del freno motore della trasmissione automatica va ovviata attaccandosi ai freni, si può contare sulla modulabilità dell'impianto che mantiene la proverbiale prontezza e non dà segnali di affaticamento. Lasciata la statale e imboccata l'autostrada, sul Beverly si apprezza l'efficace protezioneaerodinamicadel frontale che riduce al minimo le turbolenze intorno al casco del pilota, mentre resta più esposto il passeggero, nonostante che il dislivello rispetto al guidatore sia poco accentuato.

Il Gran GT

L'altro scooter-viaggiatore, il nuovo Kymco People GT, ha una linea elegante e sportiva e finiture ben curate. Nella guida, rispetto al precedente modello, è migliorato sotto tutti i punti di vista. La sella è distante dal manubrio - c'è spazio anche per i più alti - e la pedana piatta, nonostante sia stretta,consente ai piedi di trovare una posizione comoda.

Nel traffico il People è svelto e agile, tanto che sembra di guidare uno scooter di cilindrata inferiore. L'avantreno è leggero e il diametro di sterzata ridotto consente di svoltare in un fazzoletto. La sorpresa del nuovo People è il motore: una bomba per uno scooter. L'abbiamo già apprezzato sul Downtown ma sul People GT, complice il minor peso del mezzo e la differente taratura della trasmissione, esprime meglio il suo potenziale. Nelle accelerazioni e in allungo il brillante mono ha una «marcia» in più rispetto ai rivali e porta rapidamente la lancetta del tachimetro sopra i 130 km/h, consentendo di viaggiare spediti e di avere un'eccellente riserva di potenza per affrontare anche un sorpasso in autostrada. Pure viaggiando senza il parabrezza - disponibile comunque fra gli accessori - lo scudo molto ampio e il piccolo cupolino proteggono il pilota, mentre il passeggero è riparato dal corpo di chi guida ma è meno comodo. I cerchi grandi da 16' abbinati a sospensioni ben tarate digeriscono senza batter ciglio le imperfezioni dell'asfalto. L'impianto frenante è sempre pronto: l'anteriore è modulabile, bisogna però imparare a dosare la potenza del disco posteriore per evitare il bloccaggio della ruota. Quando si affrontano le strade tortuose il nuovo telaio consente all'avantreno del People di rimanere incollato all'asfalto. Il posteriore è meno stabile e, complice lo scarso feeling trasmesso dalle coperture Maxxis di serie, invita a non esagerare con le pieghe. Certo è che se si vuole fare i turisti il People GT è perfetto: ci si può godere il viaggio senza stress giocando solo con l'acceleratore... Altro che moto!