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Kawasaki Ninja 250R , Kymco Venox 250i , Yamaha YBR 250

Stefano Borzacchiello il 27/06/2012 in Prove della redazione
Kawasaki Ninja 250R , Kymco Venox 250i , Yamaha YBR 250
Kawasaki Ninja 250R
249,0 cc / 24,0 kW (33 CV) / 2 cilindri in linea / Euro 3
€ 4550 c.i.m.
Kymco Venox 250i
252,0 cc / 21,8 kW (29,7 CV) / 2 cilindri a V di 90° / Euro 3
€ 4995 c.i.m.
Yamaha YBR 250
249,0 cc / 15,7 kW (21 CV) / 1 cilindro vert. / Euro 3
€ 4595 c.i.m.

Per chi finalmente si è deciso a salire in sella, una 250 è la soluzione ideale. Custom, sportiva o naked? A voi la scelta

Ne avete viste troppe sfrecciare al vostro fianco: naked, sportive, custom. Ormai la moto non ve la toglie più nessuno dalla testa, però sono anni che sognate di diventare dei veri motociclisti, ma c'è sempre quel piccolo dettaglio che vi frena dal fare il passo: non ne avete mai guidata una e sfogliando pagine e pagine di riviste specializzate siete rimasti quasi paralizzati di fronte ai valori di potenza massima delle moto in prova. Prendere solo una 125 però vi farebbe sentire ridicoli se avete più di sedici anni. E allora? Per non lasciare i sogni nel cassetto prendete in considerazione le 250. Una cilindrata che in Italia tra le moto si era un po' persa nelle ultime stagioni, rimanendo viva solo tra gli scooter, ma che ora grazie all'arrivo di nuovi modelli è tutta da riscoprire.

Ideali per i primi passi

Le duemmezzo infatti sono le vere «entry level»: più leggere e facili nell'approccio di una seicento, non superano i 34 CV e si guidano a partire dai 18 anni con la patente A2. Hanno un'estetica personale che non ha nulla da invidiare ai modelli di maggior cilindrata, peccato solo che il timbro dei motori sia anonimo e simile a quello di uno scooter. Per cercare di soddisfare le vostre inclinazioni abbiamo scelto tre diverse interpretazioni di questa classe, tralasciando le molte proposte cinesi: la naked Yamaha YBR 250, la custom Kymco Venox 250i e l'ultima nata, la Kawasaki Ninja 250R.

Baby Ninja

Quando sulla carena delle Kawasaki c'è scritto Ninja ci si aspetta una supersportiva, ma per questa 250R è più giusto parlare di una sport-tourer visto che i punti dolenti delle racer, ovvero posizione di guida sacrificata e scarso riparo aerodinamico scompaiono. La Kawasakina offre una posizione ergonomica, ideale per i piloti di bassa statura, e confortevole: il busto è leggermente inclinato, le braccia stringono i semi manubri rialzati e le gambe si incastrano bene negli svasi sul serbatoio. Peccato solo per la scarsa imbottitura della sella, altrimenti si potrebbe guidare per ore senza accorgersene. Quindi niente viaggetti? Niente affatto, anche perché sulle strade tutte curve ci si diverte parecchio e si capisce perché l'hanno chiamata Ninja. Il motore bicilindrico ha un'indole sportiva, un carattere quasi duetempistico che deve frullare sopra i 6000 giri per spingere fuori dalle curve con decisione, sotto ha una bella progressione, ma poca verve. Colpisce invece l'allungo che in quinta marcia porta ai 160 km/h. Nel guidato il cambio è poco sportivo e ha una corsa un po' lunga. Le sospensioni filtrano bene, non sono dure e mantegono l'assetto della moto stabile anche nelle frenate più decise. Le gomme strette non emozionano, ma la rendono estremamente reattiva e maneggevole specialmente nel traffico.
Lasciati i semimanubri ci rilassiamo sulla Kymco Venox che fra le tre è la più abitabile anche se il passeggero non può contare su comodi appigli. La sella rasoterra e le pedane avanzate, gli scarichi a tromboncino e il cerchio posteriore lenticolare vi proietteranno nel mondo delle custom e alla guida della piccola taiwanese vi potrebbe sembrare di cavalcare una Harley in miniatura, se non fosse per il motore bicilindrico afono. Le cromature abbondano e la Venox brilla, purtroppo però da vicino si nota molta plastica e alcuni particolari risultano poco curati come i finti coperchi dei cilindri, ma fa la sua figura e da guidare è più divertente del previsto. Si sente bene l'avantreno che risulta sincero e preciso, ma non si può dire altrettanto della coppia di ammortizzatori posteriori più secchi nella risposta che sobbalzano sulle sconnessioni prese alle alte velocità scomponendo l'assetto. Nel traffico non è agile come le due giapponesi, ma sulle statali si guida in scioltezza e si arriva in fretta a strisciare le pedane sull'asfalto se ci si prende la mano. Il twin ha un'erogazione più dolce di quello della Kawa, ma anche questo motore dev'essere tenuto alto di giri per dare il meglio. La frenata è modulabile, ma il tamburo posteriore è privo di mordente.

La jappobrasiliana

Impugnamo un altro manubrio largo, ma questa volta è quello della Yamaha YBR 250. Prodotta negli stabilimenti brasiliani della Yamaha, la snella e compatta naked giapponese, unica monocilindrica del lotto, ricorda la XJR, ma fra le tre è la più «motoretta». La seduta è bassa, la schiena sta dritta e il feeling è immediato come sulle rivali, rispetto alle quali pesa meno ed è ancora più maneggevole. Come sulla Ninja le gomme sono strette e negli slalom è una saetta, ma l'appoggio in piega è scarso. Le sospensioni sono morbide e isolano il pilota a dovere mentre la frenata se come sulla Kymco non esalta per potenza, risulta più modulabile e incisiva. Il motore, decisamente meno potente dei due bicilindrici ha un cambio duro, ma se la cava più che dignitosamente e non vibra anche ai regimi più elevati dove tira fuori un po' di carattere, inoltre si è rivelato anche il meno assetato. Nel complesso la Yamaha è ben fatta, ma rispetto alle rivali dà la sensazione di dare meno allo stesso prezzo.
Senza andare troppo in là, nei primi Anni 90 la duemmezzo più ambita e sognata era la Suzuki RGV Gamma 250, una delle ultime moto sportive di media cilindrata a due tempi. Per anni riferimento tra le quarto di litro, la Suzuki era affiancata dalla Yamaha TZR 250 e dall'Aprilia RS 250. Si trattava di moto nate più per la pista che per la strada e chi decideva di usarle tutti i giorni si doveva adattare ad una posizione di guida poco confortevole e a un motore bicilindrico che doveva girare alto per dare il meglio e consumava olio a go-go. Proprio questi «difetti» - o meglio, caratteristiche - le rendono oggi pezzi molto ricercati, perchè le leggere e potenti 2T hanno rappresentato l'essenza della moto da corsa per molto tempo. Mentre a metà degli Anni 90 per le normative anti inquinamento le due tempi scomparivano dai listini, poche Case continuavano a importare in Italia le 250 a quattro tempi. Tra queste la Kawasaki con la ZZR 250 che montava il propulsore da cui deriva quello dell'attuale Ninja e la Suzuki con la TU 250 e la Marauder. L'era dei maxi scooter si aprì con il debutto dell'Honda CN 250: questo mezzo innovativo dopo aver esordito in Giappone nel 1986, arrivò in Italia provocando grande scalpore non solo per la sua cilindrata, maxi per l'epoca. Abituati a scooter tradizionali quali la Vespa, al primo impatto quella «nave» di plastica con strumentazione digitale, motore a 4 tempi e cerchi di piccolo diametro lasciò un po' perplessi, ma fu solo un'esitazione iniziale: il CN 250 ebbe successo e ancora oggi è facile incrociarlo.

Dati Tecnici

 
Kawasaki Ninja 250R
Kawasaki
Ninja 250R
Kymco Venox 250i
Kymco
Venox 250i
Yamaha YBR 250
Yamaha
YBR 250

Motore

2 cilindri in linea 2 cilindri a V di 90° 1 cilindro vert.

Raffreddamento

liquido liquido aria

Alesaggio corsa

62,0x41,2 58,3,x47,2 74,0x58,0

Cilindrata (cc)

249,0 252,0 249,0

Rapporto di compressione

11,6:1 11,2:1 9,80:1

Distribuzione

bialbero a 4 valvole bialbero a 4 valvole monoalbero a 2 valvole

Alimentazione

iniezione iniezione elettronica iniezione

Lubrificazione

carter umido carter umido carter umido

Serbatoio (litri/riserva)

17 14 19,2

Frizione

multidisco in bagno d’olio multidisco in bagno d’olio multidisco in bagno d’olio

Telaio

doppio trave superiore doppia culla doppia culla

Materiale

acciaio acciaio alluminio

Sospensione ant/regolazioni

forcella da 37 mm forcella da 41 mm forcella da 37 mm

Sospensione post/regolazioni

monoammortizzatore-precarico 5 posizioni doppio ammortizzatore-precarico monoammortizzatore

Escursione ruota ant/post

120 mm/130 mm 140 mm/55 mm 115 mm/120 mm

Pneumatico ant/post

110/70-17; 130/70-17 120/80-17- 150/80-15 100/80-17- 130/70-17

Freno anteriore

disco da 290 mm disco da 248 mm disco da 282 mm

Freno posteriore

disco da 220 mm a tamburo da 160 mm tamburo da 130 mm

Lunghezza

2085 mm 2325 mm 2025 mm

Altezza sella

715 mm 840 mm 805 mm

Interasse

1400 mm 1620 mm 1360 mm

Peso a secco

152 kg 181 kg 138 kg

Potenza max/giri

33,0 CV (24 kW)/11.000 29,7 CV (21,8 kW)/10.500 21,0 CV (15,7 kW)/8000

Coppia max/giri

2,24 kgm (22 Nm)/8.200 2,11 kgm (21 Nm)/9000 2,1 kgm (20,7 Nm)/6500

Prestazioni

Il commento del centro prove

Non ci aspettavamo che nel lancio da 0 a 1500 m il bicilindrico parallelo della Kawasaki potesse staccare così i rivali, facendo registrare una velocità di punta paragonabile a quella di una monocilindrica 600. In scia alla Ninja si piazza la Kymco e ultima la monocilindrica Yamaha. La YBR però, pur avendo quasi 10 CV in meno, ha un piccolo vantaggio sulla Venox nella prova di accelerazione da 0 a 40 km/h e in quella di sorpasso, dove la Kymco, complice una rapportatura più lunga, accusa un distacco considerevole e ciò può essere un limite nei sorpassi col traffico e in autostrada. Nella prova di frenata da 90 a 50 km/h, a dispetto della sua mole, la Venox fa segnare degli spazi di arresto analoghi alle rivali. L’impianto della YBR, complice anche il tamburo posteriore poco efficace, non brilla nella frenata da 50 a 0 km/h. Nel test dei consumi tutte fanno segnare buone percorrenze, con la YBR che si rivela la meno assetata.

Curva di accelerazione

Kawasaki Ninja 250R , Kymco Venox 250i , Yamaha YBR 250

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 3 m/s
Temperatura aria 23°C
Pressione atmosferica 1002 mb
Temperatura asfalto 40°C

Rilevamenti

 
Kawasaki Ninja 250R
Kawasaki
Ninja 250R
Kymco Venox 250i
Kymco
Venox 250i
Yamaha YBR 250
Yamaha
YBR 250

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 150,0 km/h (44,0 s) 128,0 km/h (49,2 s) 122,5 km/h (50,9 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 16,4 s (127,5 km/h) 18,4 s (115,7 km/h) 17,8 s (110,9 km/h)
0-1000 m 31,9 s (146,1 km/h) 35,8 s (130,3 km/h) 36,1 s (121,9 km/h)
0-40 km/h 1,9 s (11,0 m) 2,8 s (16,1 m) 2,0 s (12,7 m)
0-80 km/h 5,5 s (72,3 m) 7,7 s (101,0 m) 6,7 s (94,7 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

50-90 km/h 11,8 s (230,9 m) 21,1 s (430,1 m) 13,0 s (260,1 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

90-50 km/h 2,2 s (50,1 m) 2,1 s (47,0 m) 2,4 s (52,7 m)
50-0 km/h 2,3 s (23,3 m) 2,3 s (23,6 m) 2,7 s (25,7 m)

CONSUMO

Urbano 22,8 km/l 23,3 km/l 26,1 km/l
Extraurbano 23,9 km/l 24,4 km/l 27,1 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 27,3 km/l 28,5 km/l 29,2 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 172,5 kg 202,0 kg 155,5 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 48,5/51,5 45,5/54,5 47,5/52,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 44,5/55,5 kg 42,0/58,5 42,5/57,5

Pagelle

 
Kawasaki Ninja 250R
Kawasaki
Ninja 250R
Kymco Venox 250i
Kymco
Venox 250i
Yamaha YBR 250
Yamaha
YBR 250

In sella

Le dimensioni di queste 250 sono adatte ai piloti di media statura. La posizione in sella della Kawasaki, con il busto leggermente inclinato in avanti, è tipica da sport tourer. Manubrio largo e schiena troppo dritta sulla Yamaha, postura decisamente rilassante, con le gambe in avanti sulla Kymco.
4.5
4.5
4.0

Comfort

La più confortevole è la Kymco che seppur priva di riparo consente di stare in sella per ore. Yamaha e Kawa hanno lo stesso livello di comfort, ma su quest’ultima la carena integrale e il cupolino riparano meglio dall’aria.
4.0
4.0
3.5

Dotazioni

Colpisce la strumentazione della Yamaha YBR, davvero completa, con tanto di display LCD. La Kawasaki offre in più la carena integrale e i dischi freno a margherita. Ricca di plastiche cromate, alcune però di qualità mediocre, la custom taiwanese.
4.0
3.5
3.5

Qualità percepita

La Kawasaki e la Kymco danno l’impressione di essere più rifinite; la Yamaha offre la medesima qualità ma l’estetica più spartana e alcuni dettagli poveri, come il maniglione del passeggero, la fanno sembrare più scarna.
3.5
3.5
3.5

Capacità carico

Di serie Kawasaki e Yamaha offrono un piccolo sottosella, ma per trasportare qualche bagaglio conviene, su tutte, optare per le borse laterali morbide che non scompongono più di tanto l’assetto. La Venox ha di serie i piolini per le bisacce laterali.
3.5
3.0
3.5

Motore

I tre motori sono dei muli infaticabili: pigri ai bassi regimi devono girare in alto per esprimersi al meglio. Quello della Kawa è il più pimpante e spinge la Ninja quasi a 160 km/h. La Yamaha ha circa 10 CV in meno, ma alla prova dei fatti la differenza si sente poco e i consumi sono inferiori.
4.5
4.0
4.0

Trasmissione

Se usate in città non fanno rimpiangere lo scooter. Su tutte la frizione è morbida e non affatica. Il cambio della Yamaha è risultato duro negli innesti, mentre quelli di Kymco e Kawasaki hanno una corsa un po’ lunga a cui ci si deve abituare.
3.5
3.0
3.0

Sospensioni

Su tutte il comfort è assicurato. Si apprezzano le sospensioni della Ninja e della YBR, più sostenute che sulla Kymco. Convince la forcella della Venox, mentre la sua coppia di ammortizzatori ha una risposta un po’ secca che scompone l’assetto in velocità.
4.0
3.0
3.0

Freni

tre impianti sono a prova di neofita e non mettono mai in crisi la ciclistica. Anche se azionati con decisione, non arrivano al bloccaggio. Il doppio disco della Ninja si fa apprezzare per modulabilità e prontezza che un po’ manca agli impianti di YBR e Venox che montano un tamburo al posteriore.
4.5
4.0
4.0

Su strada

Sono divertenti, facili, poco stressanti da guidare anche dopo molti chilometri. La maneggevolezza e il peso contenuto di Ninja e YBR si fanno apprezzare in città. La Kymco per via del lungo interasse e del peso elevato è più a suo agio sulle statali.
4.5
4.0
4.0

Versatilità

Il primo viaggio con una moto poco potente ha un fascino inaspettato e le tre hanno le carte in regola per macinare chilometri. Possono rimpiazzare lo scooter, ma non offrono la stessa capacità di carico e protezione dalle intemperie.
4.0
3.5
3.5

Prezzo

Non sono moto «low-cost» e con un investimento di poco superiore si può ambire ad una naked seicento. Come nave scuola queste 250 sono però uniche, affidabili e alla fine valgono la spesa; per cambiare poi c’è tempo. La debuttante Ninja è già abbastanza richiesta e dovrebbe mantenere un buon valore dell’usato nel tempo.
4.0
3.5
3.5

Pregi e difetti

 
Kawasaki Ninja 250R
Kawasaki
Ninja 250R
Kymco Venox 250i
Kymco
Venox 250i
Yamaha YBR 250
Yamaha
YBR 250

PREGI

Prestazioni, Abitabilità Personalità estetica, Comfort, Abitabilità Peso, Consumi

DIFETTI

Sella dura, Design datato per comandi e strumentazione Precisione del cambio, Finiture Cambio duro

Gallery

Kawasaki Ninja 250R , Kymco Venox 250i , Yamaha YBR 250
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Kawasaki

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Kymco

Kymco

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Yamaha

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