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Morbidelli T 1002 VX: di "cinese" ha solo il prezzo (VIDEO!)

Abbiamo percorso i primi km con la nuova crossover cinese. Si guida bene e spicca per l’abitabilità e le dotazioni, mentre il motore ha molto corpo ai medi ma manca di allungo
Quando arrivò a Eicma 2023 era marchiata semplicemente MBP, nuovo brand con cui Keeway (a sua volta nella galassia QJ) voleva lanciare la sua gamma premium e di alta cilindrata. Si trattava in effetti della prima 1000 cinese (insieme a una sorella cruiser, la C 1002 V), che ritroviamo ora con il marchio Morbidelli MBP, dopo l’acquisizione nel 2024 del brand italiano nato a Pesaro nel 1968.
Non vogliamo farla facile, ma in effetti un nome (o per meglio dire cognome) dalla sonorità italiana è un gran bel viatico per questo modello: chiamarla Morbidelli piuttosto che Keeway o QJ fa comunque un altro effetto, anche se la T 1002 VX non sfoggia l’azzurro visto sulle altre Morbidelli a Eicma ma rimane fedele all’originario nero-argento con dei tocchi rossi (ci sono in realtà due colorazioni, che però differiscono di poco).

Uno sguardo tutto suo per un look non omologato
Partiamo proprio dal look, perché se pure la T 1002 VX non spicca per originalità, non è nemmeno una banale copia di qualcos’altro. Muscolosa nel serbatoio, dotata di becco e di un gruppo faro con firma ottica a “X”, può ricordare vagamente una Suzuki V-Strom 1000, ma è comunque una moto diversa e costruita peraltro attorno a un motore a V, configurazione pregevole ma sempre più rara sia in Europa che in Giappone (la V-Strom è appunto una eccezione).
Il V-twin cinese ha un angolo fra i cilindri di 80°, anche questo atipico, ed è quindi piuttosto corto oltre che stretto. Vanta la alimentazione ride-by-wire, la distribuzione monoalbero e misure moderatamente superquadre: con 92 x 75 mm è decisamente meno spinto rispetto, tanto per restare nel confronto, alla prima Suzuki V-Strom 1000 che aveva 98 x 66 mm. La fasatura privilegia comunque i regimi bassi e medi, come dimostra la potenza massima di 87,2 CV erogata a 7.500 giri, con la coppia massima di 89 Nm raggiunta a 5.250 giri. Non è previsto quickshifter, ma la trasmissione dispone di una frizione anti-saltellamento e la parte elettronica può contare, oltre che su quattro riding mode, sul controllo di trazione, l’ABS cornering di Bosch e il cruise control. C’è poi un display TFT da 7” con connettività a smartphone e comandi retroilluminati.

Sospensioni KYB regolabili, 20 litri di benzina
Il motore è inserito in un telaio in acciaio, assistito da sospensioni KYB regolabili sui due assi; le ruote da 19”-17” sono a raggi, con pneumatici Pirelli Scorpion Rally STR. I freni sono forniti da J.Juan, con due dischi anteriori da 320 mm e pinze ad attacco radiale, e nel serbatoio trovano posto 20 litri di benzina. Se poi vogliamo parlare di protezione, la T 1002 VX ha la piastra e i tubi paramotore, i paramani, il cupolino regolabile, le manopole e la sella riscaldate.
Ci sono insomma tutti gli ingredienti necessari in una crossover a lungo raggio, come questa Morbidelli vuole essere. Senza dichiarare prestazioni da urlo, visto che un twin di media cilindrata europeo o giapponese raggiunge senza problemi la potenza e la coppia di questo 1000; ma la T1002VX non vuole certo arricciare l’asfalto, bensì portare comodamente a destinazione pilota, passeggero e bagagli, magari col tris di valigie fornito di serie.

Morbidelli T 1002 VX: maxi dalla A alla Z
A bordo, la moto dà subito l’impressione di essere una maxi vera e propria e non una media gonfiata, come le prime 500 made in China. Le dimensioni sono abbondanti, con 1.581 mm di interasse e un manubrio largo e ben proporzionato; e pur se la sella a 820 mm è sufficientemente accessibile, la spinta da dare per sollevare dal cavalletto i 265 kg dichiarati, quando il serbatoio è pieno, deve essere decisa.
Una volta in movimento, però, la T 1002 VX mette in mostra un buon equilibrio generale, che riduce la sensazione di peso e la rende, se non agilissima, comunque molto ben manovrabile. La moto risponde ai comandi e agli spostamenti del corpo in modo naturale, e se guidata rotonda è anche gradevole; nelle manovre più repentine, invece, torna inevitabilmente a farsi sentire il peso.
Veniamo al motore, per il quale c’era la curiosità di scoprire questa unità con cui non avevamo ancora avuto a che fare. Da freddo, perlomeno in queste giornate invernali, manifesta una certa tendenza a strattonare e a rispondere in maniera brusca, ma la situazione si normalizza non appena l’olio arriva in temperatura, e si trova anzi una risposta al comando del gas del tutto priva di on/off (a differenza dei RBW cinesi che avevamo provato finora) anche se molto pronta in prima apertura. L’elettronica è efficace, ma "prudente": si può cambiare riding mode solo a moto ferma e si può settare il cruise control solo a velocità fino a 130 km/h indicati. Pratici comunque i blocchetti retroilluminati.

Morbidelli T 1002 VX: tanta coppia, subito
Fatti i primi chilometri, si capisce che tale prontezza è proprio la firma di questo V-twin, non a caso nato per essere montato sulla cruiser C 1002 V oltre che su questa crossover. È un motore "corto", che dà tutto ai bassi e ai medi e che, complice la rapportatura a sua volta molto corta, sembra quasi un mono nell’erogazione: molto pronto a qualunque regime, ha però già esaurito la spinta prima dei 7.000 giri e chiede la marcia. La cosa è ancora più evidente in mappa sport, quando le farfalle si aprono più rapidamente, la cassa filtro muggisce alla grande e la prontezza ai bassi sembra preludere a un’esplosione di rabbia che di fatto non c’è: anzi la verve si stempera.
Intendiamoci: è comunque un motore che conserva una fluidità da bicilindrico e che consente di muoversi svelti con un filo di gas, anche a moto carica e nelle marce alte, dove la rapportatura corta porta peraltro a viaggiare a regimi non da overdrive: a 130 km/h si sta a 5.250 giri e forse anche per questo i consumi in questa condizione si attestano attorno ai 15 km/litro, un risultato non proprio strepitoso; in generale la T 1002 VX sta attorno ai 17,5 km/l.
A velocità sostenute la Morbidelli viaggia comunque in scioltezza trasmettendo un bel senso di sicurezza, confortata da un reparto freni a punto, con un ABS puntuale e poco invasivo, e da sospensioni senz'altro sostenute. La taratura di base sembra pensata proprio per i viaggi a pieno carico, mentre sulle buche cittadine ci sarebbe piaciuta un po' di morbidezza in più, perché la risposta tende a essere secca e poco confortevole.

Indole stradale
Non l’abbiamo provata fuoristrada se non in tranquille carraie, ma contando la stazza e le ruote da 19”-17” è facile concludere che si tratti più di una crossover (indole stradale) che non di una adventure. Questa Morbidelli mantiene comunque in larga parte quello che promette: è una moto molto abitabile anche per le taglie extra e per i viaggi in due, protettiva, ben riscaldata per l’inverno e già pronta per caricare bagagli.
Ha un tipo di erogazione indicata per il turismo, dove forse si potrebbe volere solo una rapportatura un po’ più lunga. Soprattutto, abbina un nome (pardon, cognome) italiano a un prezzo "cinese" di 9.990 euro f.c.; e con lei la Cina porta anche tra le maxi la stessa ricetta che le ha permesso di sfondare tra le medie. Vedremo con quali risultati.






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