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Kawasaki Versys 1100: il test della nuova crossover
Primo contatto con la crossover con ruota anteriore da 17", che per il 2025 si rinnova, confermando le sue doti di grande versatilità (grazie a un generosissimo motore 4 cilindri) e maneggevolezza. Ottimo il comfort e la capacità di personalizzazione offerte dalle sospensioni a controllo elettronico
La Kawasaki Versys 1100 non è cambiata esteticamente e, di fatto, è identica alla precedente 1000. Le novità si nascondono tutte sotto la carenatura e interessano principalmente il motore. Obiettivo? Rientrare nei parametri Euro5+ senza perdere la proverbiale elasticità che la quattro cilindri in linea di Akashi ha sempre elargito con estrema generosità. Come fare? Strada “americana": più cilindrata, già. Il propulsore è passato da una cubatura di 1043 cc agli attuali 1.099 cc, esclusivamente aumentando la corsa utile. Non è stato l’unico intervento, i condotti hanno lunghezze differenziate, con quelli dei due cilindri centrali leggermente più lunghi (45mm), sempre per aumentare il tiro, e la rapportatura è stata modificata. Troviamo infatti una primaria più corta e una secondaria più lunga che rende la sesta marcia una vera overdrive (con quinta e sesta più lunghe). Risultato riuscito? Beh aspettate, adesso vi dico tutto con la giusta calma, dopo il test sulle strade spagnole attorno a Sant Fruitós de Bages, in Catalogna.
KAWASAKI VERSYS 1100: LE VERSIONI
Partiamo dalle versioni disponibili: “S” ed “SE” per il mercato italiano, dove non arriverà la versione standard. La differenza tra i due modelli è l’utilizzo delle sospensioni elettroniche Showa con sistema Skyhook, che permettono di intervenire sul precarico, sia scegliendo la modalità di guida (solo pilota, pilota più bagaglio coppia, pieno carico), sia con una taratura fine attraverso il menu interno della strumentazione TFT (che sulla SE si può connettere con lo smartphone). Selezionando la modalità Rider si può inoltre intervenire sul setup di estensione e compressione, su una scala che va da +5 a -5.
In relazione alla precedente “1000”, anche il quickshifter è stato ottimizzato, per lavorare nel migliore dei modi anche a bassi regimi. Attraverso la strumentazione (molto completa) viene indicato anche il massimo angolo di piega raggiunto. Per giocare, ovvio. Di serie anche la nuova porta USB-C, vincolata al manubrio (a dirla tutta, dall’aspetto decisamente posticcio), il parabrezza regolabile manualmente (con ampia escursione) e la solita, classica, comodissima sella su due livelli (a 840 mm dal suolo, ma c’è anche la versione a 820 mm).
KAWASAKI VERSYS 1100: PRIMO CONTATTO
Si ma, insomma, come ci si sente a bordo? Coccolati, a proprio agio, in grado di manovrare con una certa facilità i 260 kg di peso. La Versys 1100 è equilibrata, come è sempre stata, e ha un baricentro ben centrato, che aiuta generando un’inaspettata agilità nei cambi di direzione e nella discesa in piega.
Manubrio largo, leve regolabili, distanza pedane in alcun modo costrittiva e un livello di vibrazioni molto, molto tollerabile. Anzi, si sente qualche leggero tremore all’altezza dei poggiapiedi in prossimità di 5000 giri, ma è un regime attorno al quale si sorvola poco. A velocità autostradali, 130 km/h, il quattro cilindri frulla a 4.600 giri, quindi sotto la soglia di presenza delle vibrazioni stesse; quando si prende in mano il gas, per andare a effettuare un sorpasso per una sparata “fuori legge", si sorpassano con facilità quei regimi. Insomma, grande comfort anche sotto questo aspetto.
Beh allora… partiamo! Click, si innesta la prima, si rilascia la frizione morbida e… eccolo qui, il solito, mansueto, generosissimo quattro cilindri in linea che ha fatto di questa moto, nel corso degli anni, un’insostituibile alleata per il turismo a medio e lungo raggio. La verità è che la sua linea non ha mai convinto tutti, ma chi l’ha fatta sua l’ha tenuta, usata e sfruttata senza mai, davvero, trovare un’alleata in grado di fornire le stesse caratteristiche con la stessa semplicità.
KAWASAKI VERSYS 1100: COME VA
Tra le crossover stradali con ruota da 17” anteriore è senza dubbio quella meno votata all’utilizzo aggressivo, ma allo stesso tempo è quella che vi accontenterà di più per un impiego a 360°, sia che state viaggiando da soli, sia in coppia; sia che state affrontando il vostro tragitto quotidiano, che il viaggio della vita. Il suo punto di forza è essere neutra, mansueta e allo stesso tempo svelta, reattiva e ubbidiente.
Il quickshifter è stato migliorato e ora lavora ottimamente anche a bassi regimi, sia in scalata che nel salire di marcia, quindi potete partire con qualsiasi rapporto e lasciare che i quattro cilindri vi trasmetta la sensazione di robustezza, di forza e di motricità che pochi altri propulsori (anche di questa cubatura, e di questo frazionamento) sanno offrire. La rinnovata rapportatura vi permetterà di essere sempre al regime giusto, mentre le sospensioni Skyhook vi garantiranno una dose di comfort che poche altre esponenti della categoria offrono. Merito dell’imbottitura della sella morbida e dell’ampiezza dello stesso piano di seduta, che vi permetterà di avanzare e arretrare senza difficoltà andando a caricare l’avantreno o alleggerire le natiche, all’occorrenza.
La frenata è potente, non aggressiva e sempre molto modulabile. Il disco posteriore ha un diametro di 10 mm più largo rispetto al precedente, ma onestamente non sono riuscito a captare differenze significative nel comportamento dello stesso. Invece è facile accorgersi di quanto, sempre sulla SE, la taratura scelta per le sospensioni influisca sulla guida. Il ritmo sostenuto che abbiamo tenuto durante la presentazione mi ha portato a cercare un maggior sostegno soprattutto al posteriore; sono quindi andato a modificare il precarico e, nonostante guidassi solo, ho barato inserendo l'impostazione con due persone a bordo, e anche aumentato attraverso il menu interno di due punti la rigidezza.
Con queste modifiche la Versys 1100 mi ha ricambiato con risposte molto più sincere nella guida a ritmo sostenuto. Il dialogo è migliorato con il posteriore in modo netto e significativo, e si è minimizzata la leggera tendenza ad allargare in uscita di curva, senza tuttavia inficiare sull'ottima maneggevolezza nei cambi di direzione e lestezza nel raggiungere la corda. Nel “pif paf” la moto non dimostra affatto i suoi chilogrammi e le sue dimensioni, e anche nel traffico, o nello zigzagare le auto in fila, il peso e la lunghezza si avvertono poco.
Ma lasciate stare il traffico, imboccate la prima strada a scorrimento veloce, innestate la sesta marcia e veleggiate intorno alla velocità massima consentita dalla legge: troverete un riparo aerodinamico eccellente anche mantenendo il parabrezza alla sua minima estensione. Così andando nulla vi disturberà, né la voce del propulsore, né il fruscio dell’aria. La riserva di coppia e potenza è subito disponibile e il rapporto con il comando del gas Ride by wire è perfetto.
KAWASAKI VERSYS 1100: IL GIUDIZIO FINALE E I PREZZI
Versys 1100 dunque: una moto matura, pensata per accontentare chi l’ha sempre amata, ma ottimizzata per dare una risposta a chi vuole coniugare prestazioni, versatilità e comodità senza averla conosciuta prima. Esteticamente non è cambiata, e questo non so dirvi se sia davvero un bene o un male. È però una moto che si riconosce, e si differenzia da tutte le altre proposte del segmento. È così, è lei, e pur nella innata ricerca della perfezione concettuale, ha mantenuto una personalità forte e una concretezza formale invidiabile.
Kawasaki ha già divulgato i prezzi: 15.490 euro per la versione S, 17.590 euro per la SE. Ovviamente, anche per questi due modelli saranno disponibili gli allestimenti Tourer e Grand Tourer, con valigie dedicate. Di questi, tuttavia, non conosciamo ancora i prezzi. Per chi volesse vederla da vicino, la Versys 1100 è già in vendita nei concessionari ufficiali.
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