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Test a testa #10 - Kove 800X Pro vs Yamaha Ténéré 700: sfida al vertice! +VIDEO+
Il nuovo che avanza dalla Cina contro l'icona best seller dal Giappone. Kove contro Yamaha: 800X Pro contro Ténéré. Una sfida (su strada e fuoristrada) all'ultimo sangue. A guidarle (e a dirci quale delle due è meglio) abbiamo schierato i nostri "pesi massimi" Roberto Ungaro e Cristian Lancellotti
Una ha inventato un genere 5 anni fa, la Yamaha Ténéré. L’altra, la Kove, è l’esempio di come la Cina non insegue più, ma sia arrivata. Punto. Senza girarci tanto attorno, bastano due dati per capire: la debuttante ha 21 CV in più (a fronte di 100 cc in più) e pesa 15 kg meno. Vanta elettronica, pur se primitiva, pinza freno ad attacco e radiale e cerchi tubeless, la giapponese no. E costa oltre 1000 euro in meno (9.790 contro 10.990 euro). L’avevamo capito subito quando la provammo che aveva le carte giuste per sfondare, ora l’abbiamo messa a confronto con la moto che probabilmente l’ha ispirata di più.
Prima cosa da dire è che hanno dimensioni diverse: la Kove 800X Pro è visibilmente più compatta, più bassa, e la sua posizione di guida è decisamente più raccolta. Metro alla mano, abbiamo visto che il manubrio della Ténéré dista dal suolo 6 cm in più, e le pedane sono ben più lontane da lui, rispetto alla 800 X. Sulla Yamaha sei sopra (e in alto), sulla Kove sei seduto dentro. La prima è per stature importanti, la seconda per quelle medio-basse. Eppure, escursione ruota e luce a terra, aspetti fondamentali nelle Off-Road, sono a favore - cioè maggiori - sulla Kove. Rispettivamente 240 mm ant e post vs 210/200 mm della Yamaha, così come 275 mm vs 240 per la distanza della culla dal suolo.
KOVE PIU' VISPA E AGILE
Con queste premesse, le abbiamo guidate su asfalto e fuori con le stesse gomme, le Pirelli STR, quindi nel primo caso si è potuto spingere un po’ di più, mentre fuori queste coperture non consentono di osare più di tanto.
Il verdetto? Kove va più forte, è più vispa in accelerazione e più agile da buttare qui e là. La differenza è netta. L’equazione è semplice, perché kg e CV sono alla base della dinamica di una moto. È più rapida a salire di giri e spinge forte, mentre Yamaha ha un motore rotondo, più sfruttabile in basso, ma decisamente più piatto e meno muscoloso. Vince in silenziosità meccanica invece, perché la 800X è afflitta da un sottofondo di rumorosità costante (tipo strofinamento) che quasi copre la timbrica degli scoppi finché non apri deciso. Come inserimento in curva la T7 scende veloce (la aiuta un cerchio dal canale più stretto), ma nei pif-paf avverti il peso in alto, una certa resistenza a passare per la verticale quando inclini da un lato a quello opposto.
La Kove è “tutta” agile, va giù svelta anche lei ed è più progressiva, con un baricentro avvertito più basso e con un’impronta a terra più rassicurante. Eccita di più, invita a spingere, mentre la Ténéré la apprezzi passeggiando rotondo, a gas costante, dove rilassa di più. Due caratteri davvero opposti. Tra le due mappature della Kove c’è poca differenza, e il suo traction arriva sempre troppo presto tagliando troppo deciso (però è escludibile). L’elettronica e la sua calibrazione è un aspetto dove la Cina è ancora indietro, c’è on-off e l’erogazione è migliorabile come fluidità.
COME SI COMPORTANO IN FUORISTRADA
Entrambe hanno sospensioni abbastanza morbide, ma la forcella della Kove lo è di più, e questo porta a dei cambi di carico maggiori, eccessivi. Anche perché la frenata anteriore è decisamente più strong (troppo in Off). Cambio leggermente contrastato su Kove, ma senza mai arrivare a essere fastidioso. Anche come vibrazioni è messa peggio la cinese.
Passando sulla terra, c’è da dire che la 800X spaventa meno perché è più minuta e raccolta, oltre che più leggera, ma la sella bassa e scavata non aiuta a passare da seduto a in piedi. La Yamaha in questo è meglio, anche se chi è sotto il 1,80 la troverà un “cammello” inibente sulle prime. In piedi si guida meglio, il manubrio alto (molto alto) forma una triangolazione più naturale e di maggior controllo fuori dal bitume.
Con entrambe è facile esplorare l’Off, ma se si vuole spingere vengono fuori tarature di compromesso, oltre al peso elevato, che non aiutano di certo. Questo perché sono poco progressive, non contrastano il colpo secco (l’alta velocità di affondamento), situazione che su asfalto non esiste o quasi. Andarci, in Off, è una cosa, andarci forte è un’altra. Non è un caso infatti che chi intraprende questa scelta con una bicilindrica è obbligato a lavorare su sospensioni e ruote. I bassi più regolari e corposi di Yamaha aiutano in souplesse, la Kove è più vuota in prima apertura, poi arriva un po’ una botta di potenza, che si può sfruttare dove si può spalancare (e lì godi). Sarà un’ottima base di partenza per chi avrà pazienza (e budget) per lavorarci sopra.
Una cosa è certa, è la prima cinese leggera, fatta bene, che non si limita a inseguire ma alza l’asticella della concorrenza. Ancora per poco, però, perché rumors parlano di una nuova Ténéré in arrivo, che non starà certo a guardare. La cosa di cui siamo felici è che avrà un’elettronica semplice (si parla di 3 mappature, quando i giapponesi erano partiti con 9...). Anche in questo caso sono stati quelli di Yamaha Italia a convincerli, cosi come fecero quando vollero imporre la ruota posteriore da 18” al posto della 17” del progetto iniziale. Qualcosa ancora contiamo, per fortuna. E chissà che a Eicma vedremo qualcosa. Speriamo.
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