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Triumph Daytona 660: dichiarazione di guerra +VIDEO+

Federico Garbin
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Motore perfetto, ciclistica da urlo nel misto stretto e un prezzo da competizione: la Casa inglese rilancia un marchio storico per dar vita a una sportiva media che diventerà ben presto un punto di riferimento per la concorrenza

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Sono cambiate le sportive di media cilindrata negli ultimi anni. E, soprattutto, sono tornate. Nella maggior parte dei casi, rispetto a un tempo, è diminuito il numero dei cilindri e di cavalli espressi dai propulsori che, nella maggior parte dei casi, si fermano a 95. Non è una casualità, è il limite imposto dal Codice della Strada per poter offrire la possibilità di depotenziare. Ora, anche Triumph ha deciso di ri-lanciarsi in questa sfida e lo fa riesumando un modello, un nome che ha segnato la storia recente della Casa: Daytona.

Daytona 660: sportiva vera, in abito comodo

Bando alle ciance: c’è tanto contenuto. Base di partenza la Trident 660, con cui condivide ciclistica e architettura motoristica. Non le prestazioni, perché il tre cilindri ha subito una sostanziosa cura ricostituente: nuovo albero motore, nuova testata, nuovi pistoni. Risultato, più cavalli (95, appunto) e più coppia, disponibile già dalle minime aperture e con un picco di 69 Nm a 8.250 giri. Elettronica giusta, 3 Riding Mode (Road, Rain e Sport) e controllo di trazione disinseribile. Sospensioni firmate Showa, forcella non regolabile, mono regolabile nel precarico. La strumentazione mista TFT-LCD è compatta ma sempre ben visibile e facile da interpretare e interrogare nelle funzioni grazie al blocchetto elettrico multifunzione. In più, c'è la connettività al telefono, che oggi fa sempre piacere. In sella, tutto è ben conformato e posizionato: serbatoio compatto, sella rastremata e vicina al suolo (810 mm) e comandi morbidi. Le pedane garantiscono un’ottima luce a terra ma non determinano una ergonomia costrittiva, anzi. Il colpo d’occhio offerto al pilota è sportivo, con una carenatura stretta e avvolgente e semimanubri abbastanza chiusi, vincolati alla piastra superiore della forcella e quindi non troppo caricati sui polsi. Sportiva dunque, ma adatta anche al quotidiano e alle trasferte a medio raggio grazie anche a vibrazioni presenti solo agli alti e mai davvero invasive.

Triple: il numero perfetto

Cercate grinta e sportività? Superate i 7.000 giri, troverete l’urlo acuto del tre cilindri e una notevole spinta, enfatizzata dalla rapportatura corta. Volete trotterellare ad andatura morigerata? Rapporto alto, e potete godere della grande elasticità del propulsore. L’obiettivo dichiarato di Triumph è trovare nuovi clienti senza scontentare i suoi aficionados e senza uniformarsi ai numerosi competitor che hanno scelto i due cilindri, principalmente frontemarcia. Il tre cilindri è ricco di personalità e di sfaccettature: è morbido sotto, corposo ai medi e cattivo in alto, con un allungo che non perde di vigore anche oltre i regimi in cui vengono espressi i valori massimi di coppia e potenza. È poi ben assecondato da un cambio molto preciso e velocissimo, che non fa rimpiangere l’assenza (nella dotazione di serie) del quickshifter. Per chi ne sente la necessità, è comunque disponibile come optional. E per smussare un po’ gli spigoli di un propulsore che vuole e riesce ad essere sportivo, potete giocare con le mappature. Con la “Road” troverete una risposta più morbida, gestibile anche da chi ha poca esperienza.

Maneggevole e leggera

Poi c’è la ciclistica: taratura di serie piuttosto morbida e pneumatici Michelin Power 6 che, purtroppo, peccano un po’ in comunicativa. La Daytona 660 scende in piega molto velocemente ma lo fa in modo anche troppo rapido oltre un certo angolo di piega. La colpa è del profilo della gomma (soprattutto anteriore); il comportamento migliora quando si mette un po’ di strada sotto le ruote e i pneumatici raggiungono la temperatura di esercizio ideale. La contropartita è un’ottima maneggevolezza che aiuta anche a destreggiarsi nel traffico. Merito anche del peso contenuto (201 kg in ordine di marcia) e di un buon bilanciamento complessivo. Il suo terreno ideale è il misto stretto dove tutte le doti vengono presto a galla. Fra queste anche una frenata non potentissima ma modulabile e una ciclistica sincera. Nel veloce o a ritmo sostenuto, non avrebbero disturbato un po’ più di sostegno da parte della forcella e del pneumatico anteriore non avrebbe disturbato, pur se penalizzando un po' la “democraticità” della moto, che sarebbe diventata più precisa ma meno a misura di inesperto. Intervenendo sul precarico del mono si riesce a renderla comunque meno seduta sul posteriore, migliorando la puntualità in fase di ingresso.

Triumph Daytona 660: prezzi e disponibilità

Divertente, piacevole e con una spiccata personalità: la Triumph Daytona 660 arriva sul mercato con intenti fortemente bellicosi. Grazie al prezzo combattivo - 9.995 euro chiavi in mano - e a una personalità decisa che la rende appetibile tanto dal popolo dei triumphisti quanto da chi vuole un prodotto ben confezionato, firmato da un brand premium e a suo modo iconico. Tre colori disponibili, rosso, nero e bianco, e ampia gamma di accessori per impreziosirla e personalizzarla. Per quanto concerne la qualità percepita e le finiture, il livello è piuttosto alto per il prezzo con pochissima particolari sottotono: praticamente solo le leve a manubrio e a pedale. Una moto per tornare a divertirsi su strada.
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