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Triumph Daytona 660: dichiarazione di guerra +VIDEO+
Motore perfetto, ciclistica da urlo nel misto stretto e un prezzo da competizione: la Casa inglese rilancia un marchio storico per dar vita a una sportiva media che diventerà ben presto un punto di riferimento per la concorrenza
Sono cambiate le sportive di media cilindrata negli ultimi anni. E, soprattutto, sono tornate. Nella maggior parte dei casi, rispetto a un tempo, è diminuito il numero dei cilindri e di cavalli espressi dai propulsori che, nella maggior parte dei casi, si fermano a 95. Non è una casualità, è il limite imposto dal Codice della Strada per poter offrire la possibilità di depotenziare.
Ora, anche Triumph ha deciso di ri-lanciarsi in questa sfida e lo fa riesumando un modello, un nome che ha segnato la storia recente della Casa: Daytona.
Daytona 660: sportiva vera, in abito comodo
Bando alle ciance: c’è tanto contenuto. Base di partenza la Trident 660, con cui condivide ciclistica e architettura motoristica. Non le prestazioni, perché il tre cilindri ha subito una sostanziosa cura ricostituente: nuovo albero motore, nuova testata, nuovi pistoni. Risultato, più cavalli (95, appunto) e più coppia, disponibile già dalle minime aperture e con un picco di 69 Nm a 8.250 giri.
Elettronica giusta, 3 Riding Mode (Road, Rain e Sport) e controllo di trazione disinseribile. Sospensioni firmate Showa, forcella non regolabile, mono regolabile nel precarico. La strumentazione mista TFT-LCD è compatta ma sempre ben visibile e facile da interpretare e interrogare nelle funzioni grazie al blocchetto elettrico multifunzione. In più, c'è la connettività al telefono, che oggi fa sempre piacere.
In sella, tutto è ben conformato e posizionato: serbatoio compatto, sella rastremata e vicina al suolo (810 mm) e comandi morbidi. Le pedane garantiscono un’ottima luce a terra ma non determinano una ergonomia costrittiva, anzi. Il colpo d’occhio offerto al pilota è sportivo, con una carenatura stretta e avvolgente e semimanubri abbastanza chiusi, vincolati alla piastra superiore della forcella e quindi non troppo caricati sui polsi. Sportiva dunque, ma adatta anche al quotidiano e alle trasferte a medio raggio grazie anche a vibrazioni presenti solo agli alti e mai davvero invasive.
Triple: il numero perfetto
Cercate grinta e sportività? Superate i 7.000 giri, troverete l’urlo acuto del tre cilindri e una notevole spinta, enfatizzata dalla rapportatura corta. Volete trotterellare ad andatura morigerata? Rapporto alto, e potete godere della grande elasticità del propulsore.
L’obiettivo dichiarato di Triumph è trovare nuovi clienti senza scontentare i suoi aficionados e senza uniformarsi ai numerosi competitor che hanno scelto i due cilindri, principalmente frontemarcia. Il tre cilindri è ricco di personalità e di sfaccettature: è morbido sotto, corposo ai medi e cattivo in alto, con un allungo che non perde di vigore anche oltre i regimi in cui vengono espressi i valori massimi di coppia e potenza.
È poi ben assecondato da un cambio molto preciso e velocissimo, che non fa rimpiangere l’assenza (nella dotazione di serie) del quickshifter. Per chi ne sente la necessità, è comunque disponibile come optional. E per smussare un po’ gli spigoli di un propulsore che vuole e riesce ad essere sportivo, potete giocare con le mappature. Con la “Road” troverete una risposta più morbida, gestibile anche da chi ha poca esperienza.
Maneggevole e leggera
Poi c’è la ciclistica: taratura di serie piuttosto morbida e pneumatici Michelin Power 6 che, purtroppo, peccano un po’ in comunicativa. La Daytona 660 scende in piega molto velocemente ma lo fa in modo anche troppo rapido oltre un certo angolo di piega. La colpa è del profilo della gomma (soprattutto anteriore); il comportamento migliora quando si mette un po’ di strada sotto le ruote e i pneumatici raggiungono la temperatura di esercizio ideale.
La contropartita è un’ottima maneggevolezza che aiuta anche a destreggiarsi nel traffico. Merito anche del peso contenuto (201 kg in ordine di marcia) e di un buon bilanciamento complessivo.
Il suo terreno ideale è il misto stretto dove tutte le doti vengono presto a galla. Fra queste anche una frenata non potentissima ma modulabile e una ciclistica sincera. Nel veloce o a ritmo sostenuto, non avrebbero disturbato un po’ più di sostegno da parte della forcella e del pneumatico anteriore non avrebbe disturbato, pur se penalizzando un po' la “democraticità” della moto, che sarebbe diventata più precisa ma meno a misura di inesperto. Intervenendo sul precarico del mono si riesce a renderla comunque meno seduta sul posteriore, migliorando la puntualità in fase di ingresso.
Triumph Daytona 660: prezzi e disponibilità
Divertente, piacevole e con una spiccata personalità: la Triumph Daytona 660 arriva sul mercato con intenti fortemente bellicosi. Grazie al prezzo combattivo - 9.995 euro chiavi in mano - e a una personalità decisa che la rende appetibile tanto dal popolo dei triumphisti quanto da chi vuole un prodotto ben confezionato, firmato da un brand premium e a suo modo iconico.
Tre colori disponibili, rosso, nero e bianco, e ampia gamma di accessori per impreziosirla e personalizzarla. Per quanto concerne la qualità percepita e le finiture, il livello è piuttosto alto per il prezzo con pochissima particolari sottotono: praticamente solo le leve a manubrio e a pedale. Una moto per tornare a divertirsi su strada.
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