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Metzeler MC6 Six Days Extreme: roba da Pro
La nostra esperienza a Cairo Montenotte durante la tappa del Trofeo KTM con i pneumatici Metzeler MC6 Six Days Extreme
Abbiamo deciso di provare le Metzeler Six Days nel terreno a loro più congeniale: il campo di gara. Già, si tratta di pneumatici pensati per le competizioni, con tutta l’expertise della Casa.
Punti di forza di queste gomme? Trazione in uscita di curva grazie ai tasselli laterali sfasati, stabilità in frenata, grazie alla spaziatura fra quelli centrali, e capacità autopulenti (il fango viene espulso), grazie proprio alla conformazione del battistrada.
Ed è il nostro tester Roberto Mattalini a raccontarci dell’esperienza a Cairo Montenotte, durante la tappa ligure del Trofeo KTM.
LA PAROLA AL TESTER
Per decidere su quali mescole puntare, ho visionato le prove speciali. La gara era asciutta ma la difficoltà stava nel trovare il giusto compromesso fra le tre speciali: le prime su un terreno pratoso, con fondo medio/duro. L’ultima con prova in linea nel bosco, caratterizzato da un terreno più morbido.
Ho quindi scelto di montare la standard, sia al posteriore che all’anteriore, perché è la combinazione che garantisce la prestazione migliore su terreni differenti come questi.
Come si può vedere dalla struttura del pneumatico, i tasselli sono distribuiti in maniera differente sui lati per avere precisione e stabilità in curva; una caratteristiche che si avverte soprattutto nelle curve ampie del fettucciato, dove il canale non si era ancora formato e serviva fare scorrere la moto per ottimizzare la velocità in percorrenza.
Al centro la geometria del tassello è alternata per avere un’ottima trazione, sia in accelerazione in uscita di curva, ma anche nelle ripartenze in salita da fermo, che ho trovato nella prova in linea.
COM'E' ANDATA IN GARA
La scelta della gomma si è rivelata ottima, anche se nel paddock la mescola standard è spesso sostituita con la mescola Medium, che ha una trazione migliore quando il terreno è più viscido e sassoso.
Nelle gare capita di partire con un cross test in spiaggia o in un prato a pochi metri sul livello del mare, e dopo poco trovarsi un bosco tra sassi e radici viscide quindi trovare il giusto compromesso non è mai semplice e sta alla sensibilità di chi guida trovare la scelta migliore.
L’enduro è una disciplina in cui il pilota fa ancora la differenza, richiede molta sensibilità e interpretazione. Poi la prova speciale può variare molto da giro a giro e, sebbene la scelta della gomma giusta non sia determinante come sull’asfalto, fa comunque la differenza, sia in relazione alle prestazioni della moto che alla tenuta fisica del pilota stesso.
Insomma, un prodotto veramente convincente che da anni è leader sul mercato e in tutti campionati di enduro. La scelta della gomma mi ha convinto: l’anteriore con la forma del tassello triangolare offre un’ottima tenuta in tutte le situazioni, flette il giusto e regala sicurezza anche nelle curve “sul duro”, senza appoggio, e tiene bene anche quando il grip manca.
Il posteriore standard è la scelta più versatile e garantisce una buona trazione su tutti i terreni, anche se il meglio lo si ottiene sul duro. Si sente che la gomma sostiene bene nelle ripartenze e in uscita di curva dove serve derapare per chiudere la traiettoria.
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