Stile aggressivo, motore sempre pronto e la praticità di un qualsiasi scooter da città: il nuovo Kymco KRV200 punta ad essere sportivo nonostante le dimensioni ridotte, ma con risultati davvero sorprendenti
Aspetto dinamico, linee tese e un’impostazione di guida decisa: gli scooter stanno diventando sempre più sportivi, ormai le case costruttrici sembrano tutte orientate verso quella direzione. Non fa eccezione Kymco col nuovo KRV 200: a metà tra un 125 per la maneggevolezza e un 300 per le prestazioni, è uno scooter ben riuscito, sia per soluzioni tecniche ma anche quando ci si sale in sella. Ma partiamo prima descrivendone le caratteristiche.
L'ERA DEL PTM
Con il KRV 200 inizia l’era del PTM, acronimo di power transmission module. È un termine utilizzato per descrivere l’innovazione tecnologica del KRV 200, il primo scooter ad utilizzare tale filosofia che non sia un maxi. Il sistema prevede un motore (comprensivo di tutto il gruppo trasmissione CVT e del radiatore del liquido refrigerante) fissato direttamente al telaio e non basculante come in tutti gli scooter, in modo da ridurre le perdite dovute a flessioni in marcia e lo stress generale che arriva dal forcellone.
Il telaio sfrutta una struttura leggera di tubi in acciaio che ingloba quindi la meccanica che comprende un motore 4 tempi da 175 cc in grado di esprimere 17 CV e una coppia di 15,6 Nm, mentre la trasmissione finale mantiene la cinghia a vista sulla ruota posteriore.
SPORTIVO A COLPO D'OCCHIO
Il design moderno, futurista e filante non lascia indifferenti soprattutto grazie al manubrio nudo, al radiatore integrato nel blocco motore con prese d’aria a vista nel fianchetto laterale e ai gruppi ottici Full LED.
Il Kymco KRV 200 è uno sportivo dalle dimensioni ridotte (l'interasse è di 1400 mm). La ciclistica prevede forcella telescopica da 33 mm e 90 di escursione, mentre il mono ha 42 mm di escursione. L’impianto frenante integrato di sistema ABS a doppio canale utilizza dischi da 270 mm davanti e 234 mm dietro. Non manca il sistema di controllo di trazione disinseribile tramite pulsante a manubrio.
In quanto praticità, la strumentazione è nuova e divisa su uno schermo LCD che mostra i dati di viaggio e un display più piccolo utilizzato per le spie. La dotazione prevede chiave keyless, mentre riguardo la capacità di carico il vano sottosella ha una forma regolare con luce di cortesia all’interno ed è in grado di ospitare un casco integrale. Nel vano retroscudo è presente un ampio portaoggetti non richiudibile con presa USB.
KYMCO KRV200: COME VA
La seduta in sella è buona, più da 125 cc che non da maxi, quindi si ha la sensazione di stare sopra allo scooter. C’è spazio per le gambe e sulla pedana piatta si possono posizionare i piedi a piacimento o portare zaini e borse. Il manubrio non molto alto ingombra solo durante le manovre e nel complesso la sella ergonomica risulta comoda anche per il passeggero.
Per la prova ci siamo diretti a Milano, habitat del KRV 200. Dalle prime curve è sembrato quasi di tornare in sella a un 50ino per la maneggevolezza. Il peso di soli 143 kg, ben distribuito tra davanti e dietro con baricentro basso consente un’agilità da record senza compromettere la stabilità.
Il motore è particolare, non è morbido come i concorrenti di cilindrata simile, in questo caso risulta sempre deciso in partenza e allungo, grazie alla frizione a secco, tanto da rendere divertente guidare questo scooter. Naturalmente la potenza non è da 300 ma riesce a esprimere sempre tutto quello che può dare e la sensazione di grinta è molto maggiore rispetto a un 125. In mezzo al traffico quindi ci si trova bene e sempre al sicuro e le sospensioni sostenute ma non secche consentono passaggi quasi sempre confortevoli, solo i passaggi sul pavé risultano impegnativi ma riducendo la velocità si riescono a ridurre le vibrazioni. La tenuta in curva è ottima a medie velocità e l’impianto frenante ha una risposta decisa se necessario, e modulabile se si gioca con la prima parte di corsa della leva.
VA ANCHE IN AUTOSTRADA
Usciamo per provare un tratto in tangenziale: qui il KRV 200 fa un po’ più fatica. La velocità massima che si aggira intorno ai 110 km h gli permette di non essere di intralcio, ma a volte è meglio evitare i sorpassi. La mancanza di un parabrezza poi ci fa beccare tutta l’aria dal busto in su, dato che la sella è alta rispetto al manubrio. Dalla sua però ha una tenuta buona anche a queste velocità.
In extraurbano molto meglio; viaggiando con velocità di crociera 90 km/h si prosegue senza problemi. In curva non si va in piega come sui più grandi scooter a causa dell’estrema maneggevolezza, ma comunque le dimensioni degli pneumatici (anteriore 110/70, posteriore 130/70) garantiscono una buona tenuta anche su curve veloci.
Nonostante la sportività del KRV 200, i consumi rimangono molto contenuti: nel corso del test abbiamo registrato una media di 30 km con un litro che combinati ai 7 litri di serbatoio consentono circa 200 km di autonomia con un pieno.
PREZZO E CONSIDERAZIONI FINALI
Il nuovo Kymco KRV 200 si guida con la patente A2-B ed è già disponibile al prezzo di listino 4.890 euro f.c. in colorazione Argento opaco. Sono, infine, disponibili come accessori aggiuntivi il parabrezza completo compreso di attacchi, supporto bauletto e il carica batterie “K-Charge”.
La cura di costruzione ne giustifica il prezzo che già in sé non è troppo elevato. Tra i pregi si inserisce la maneggevolezza, davvero difficile da ritrovare in altri scooter capaci di affrontare l’autostrada e la praticità per capacità di carico e dotazione. Dall’altra si è molto esposti al vento e pioggia nel caso durante la guida, risolvibile con il parabrezza aggiuntivo, e manca però la connettività con lo smartphone ormai ricercata da molti clienti scooter.
Quindi la scelta del KRV 200 può essere valida e fatta per chi vive per lo più la città, ma pretende qualcosa in più di un 125. Se poi dovesse capitare di fare un tratto in tangenziale o autostrada non bisogna tornare a prendere la macchina, ma di certo non è il massimo per i pendolari.
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