Lo scenario: si apre una nuova storia
Nel 2013 Moto Guzzi ha lanciato la California 1400, una moto tutta nuova che andava a sostituire il caro vecchio modello 1100 spinto dal motore da 1.064 cc. In sostanza, la cruiser di Mandello veniva riposizionata sul mercato, elevandosi allo status di elitaria “premium”. Pochi anni dopo, con l’uscita dai listini della Bellagio, andava in pensione il motore da 935,6 cc, ultimo diretto discendente della famiglia degli amati V2 della serie “grossa” che da fine Anni 60 avevano scritto la storia dell’aquila. Di fatto, nello scorso decennio si è via via creato un oggettivo vuoto nella gamma di motorizzazioni: c’era la fortunatissima serie V7 sulla base del motore “piccolo” e c’era la maxi California 1400. Di mezzo non c’era più un bel “mille”, cubatura da molti considerata perfetta per un bicilindrico. Certo l’arrivo della V85 TT e il lancio della nuova generazione della V7, rimpolpata non solo nella cilindrata (cresciuta a 853 cc), hanno in parte colmato questo vuoto, ma finalmente oggi arriva questo nuovo “compact block” da 1.042 cc! E diciamo “finalmente” da italiani, da tifosi del marchio, da motociclisti. Come i tanti lettori che spesso ci scrivono “ma perché Moto Guzzi non fa un bel mille?”. Ecco, calandoci nell’altra nostra veste di giornalisti in costante contatto con i vertici delle grandi Case motociclistiche, possiamo dire che spesso abbiamo rivolto la stessa domanda in Moto Guzzi, in varie occasioni. E la risposta, più o meno, è sempre stata: “Non lo si fa da un giorno all’altro”. E noi lo capiamo benissimo, perché sappiamo l’impegno, soprattutto con un Euro6 che incombe. Oggi quel giorno è arrivato e noi vediamo nella V100 Mandello il primo modello di una piattaforma che negli anni si popolerà di interpretazioni nude, sportive e turistiche, come ai tempi delle California, Le Mans e SP 1000 degli Anni 80. Benvenuto, “compact block”.
Lorenzo Cascioli
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