La Multistrada “piccola” cambia nome ma conferma la sostanza di passista equilibrata e godibile a 360°, soprattutto nella completissima versione S
Fa quasi impressione vedere come, dopo un ventennio passato impugnando la bandiera del V2 ultra-tecnologico per contrastare i 4 cilindri, nel giro di poche stagioni Ducati si sia convertita al V4. Un V4 se vogliamo un po’ particolare e inserito all’interno di una ciclistica con diverse caratteristiche peculiari, ma che ha di fatto soppiantato il V2 nelle applicazioni di punta, dalla race replica Panigale alla hypernaked Streetfighter e fino alla crossover Multistrada.
Nonostante le proteste degli ultras del V2, questo ha consentito al bicilindrico bolognese di tornare ad esprimere il meglio di sé: quella bella schiena ai medi che ti fa godere su strada, gli ingombri contenuti che regalano alla moto un girovita snello e una personalità timbrica e di erogazione che continua ad essere fra le più affascinanti in assoluto. Non è un caso che, fino all’arrivo del V4, le moto più belle da guidare in casa Ducati non siano mai state le più tirate, ma quasi sempre quelle col motore della serie piccola.
Il tabù del 19"
L’esempio più eclatante è forse la Multistrada 950, che oltre a poter contare sulle virtù del motore da 113 CV è stata la prima Multi a varare la ruota anteriore da 19” e il forcellone bibraccio, un’accoppiata talmente efficace da essere poi ripresa dalla V4. In particolare sulla seconda serie del 2019, arricchita della versione S con le stesse dotazioni della sorella ammiraglia che la rendevano di fatto una premium di taglia inferiore, più abbordabile per prestazioni e prezzo d’acquisto.
Non è un caso che nonostante negli ultimi tre anni la ribalta di Borgo Panigale sia stata profondamente rinnovata dall’arrivo delle “Ducati 4.0” – tutte le V4 e la recente Monster – godibili su strada oltre che prestazionalmente sempre al vertice, la Multistrada col motore 937 arrivi al traguardo del sesto anno di vita praticamente immutata: vien quasi da dire che la novità più grande è nel nome che ne sottolinea l’appartenenza alla gloriosa stirpe dei bicilindrici bolognesi.
Meno peso, stessa potenza e arriva la 35 kW
In realtà la Multi V2 non è certo rimasta seduta sugli allori del suo gradimento: è cambiata poco, ma comunque in direzione di una aumentata accessibilità. Tanto per cominciare ha perso 5 kg pur con un pacchetto tecnico invariato o più ricco: ora sono 199 kg a secco. Il motore da 937 cc in versione Euro5 conferma i 113 CV di potenza a 9.000 giri e i 96 Nm di coppia a 6.750 giri, vale a dire 1.000 in meno di prima; confermata anche la parsimoniosa manutenzione, con il cambio olio a 15.000 km e la regolazione giovo valvole a 30.000 km. Da fuori si nota solo il design più pulito delle cover, ma dentro ci sono nuove bielle, un nuovo tamburo e forchette del cambio e una nuova frizione a 8 dischi, più efficaci e che hanno consentito un risparmio totale di un paio di kg; arriva inoltre a grande richiesta la versione 35 kW per patentati A2.
L’elettronica contava già sulla gestione RBW con riding mode, che la Multistrada ha introdotto per prima sul mercato, e il Traction Control a 8 livelli DTC; la piattaforma inerziale a 6 assi consente di implementare la nuova funzione di lampeggio della luce di stop nelle decelerazioni più forti, che si aggiunge alle funzionalità cornering per ABS, traction control e anche fari sulla versione S. Quest’ultima continua a offrire un pacchetto da prima della classe con le sospensioni semiattive DSS, il quickshifter bidirezionale, il cruise control, il pannello TFT da 5” con connessione a smartphone e i comandi al manubrio retroilluminati.
Ergonomia migliorata e alleggerimento generale
Immutata la ciclistica con il telaio a traliccio, la forcella rovesciata da 48 mm e il mono ZF completamente regolabili con 170 mm di escursione. I freni sono Brembo con dischi da 320 mm e pinze M4.32 anteriori. L’ergonomia conta su una sella più piatta e più bassa di 10 mm (ora 830 mm) e molto più sciancrata per aiutare a toccare terra con entrambi i piedi; ci sono comunque opzioni a 850 mm per i più alti e a 810 mm per i meno dotati di gamba, con una ulteriore possibilità di scendere a 790 mm con il kit di abbassamento sospensioni. Le pedane dai gommini più bassi aiutano a recuperare abitabilità, mentre l’azzeccata foggia del manubrio è immutata, e restano asset fondamentali per una globetrotter come il plexi regolabile in altezza e il serbatoio da 20 litri.
Dalla Multi V4 arrivano ruote, alleggerite di 1,7 kg (anche le ruote a raggi opzionali sono ora più leggere) e specchietti. I paramani hanno ora i serbatoi del liquido idraulico separati, ma a differenza che sulla V4 continuano a integrare le frecce: non è proprio il massimo in off-road, e in effetti il fatto di non aver ripreso il family feeling della V4 bensì della precedente 950 è lì a segnalare che la Multi V2 non è altrettanto ben disposta della sorella maggiore a mettere le ruote fuori dall’asfalto. È una passista che rende comodi anche viaggi impegnativi, ma che si svolgano prevalentemente su superfici regolari, pur se ovviamente le carraie e gli sterrati non troppo malmessi sono alla portata.
Rotonda e confortevole...
Detto questo, le strade dell’Italia e del mondo non mancano certo di luoghi straordinari da visitare. Ducati ha ambientato la presentazione della nuova Multistrada V2 su un itinerario piuttosto lungo e variegato: 400 km divisi in due giorni attraverso i borghi della Toscana meno frequentata. Lungo queste strade la Multistrada V2 in versione S, con tanto di valigie laterali piene, ci ha dato piena soddisfazione. I quattro riding mode Urban, Touring, Sport ed Enduro variano in maniera avvertibile il comportamento della moto, e la predispongono a stili di guida molto vari.
L’Urban è indicato non solo in città ma anche per le condizioni di fondo viscido come si possono incontrare nelle prime ore del mattino. L’erogazione è estremamente fluida, i controlli sono impostati sulla prudenza e la potenza viene ridotta. La mappa Touring è quella che si usa più spesso: piena potenza, risposta del motore briosa ma lineare e controlli un po’ più liberi. In questa configurazione la Multistrada è una bella globetrotter: la guida non richiede nessun impegno, l’anteriore da 19” rende tutto più rotondo e mai brusco e il comfort garantito a pilota e passeggero è elevato, grazie anche a un’ottima protezione dall’aria. Il motore si usa praticamente sempre tra i 3.000 e i 5.500 giri, quando gira regolare e con una bella schiena; le caratteristiche vibrazioni del V 90° ci sono come ogni appassionato si aspetta, ma non diventano fastidiose nemmeno dopo molti chilometri in sella.
...ma è pur sempre una Ducati
Il carattere più tipicamente Ducati esce soprattutto in mappa Sport: basta quello zic di brillantezza in più che arriva dalla diversa taratura del ride by wire e il sostegno aggiuntivo delle sospensioni elettroniche a ritrovare una moto precisa e sincera, ben frenata e capace di allungare tanto senza mai diventare troppo nervosa grazie anche all’ampio manubrio. Non per questo la Multistrada va guidata di forza; anzi, non serve caricare l'avantreno e va guidata seduti centralmente, da tourer e non da motardona. Insomma, una moto davvero gratificante se si vuole fare qualche curva più allegra.
Anche con le valigie piene – tra l’altro ne abbiamo apprezzato la capienza, maggiore di quanto potrebbe sembrare a prima vista – la Multistrada V2 non dimentica insomma il suo DNA sportivo; ma come tutte le Ducati moderne, questo DNA rimane sempre sottotraccia, e non si fa mai sentire a meno di non sollecitarlo. Non è un caso se la moto è cambiata così poco rispetto alla precedente versione: è una ciambella nata col buco.
Due allestimenti, tre pacchetti e 1.000 euro di sconto per la 35 kW
Come al solito molto ricco il programma accessori, con due allestimenti di fabbrica (Essential e, per la S, Travel con borse laterali, cavalletto centrale e manopole riscaldate) e tre pacchetti Urban, Touring ed Enduro oltre alla sterminata lista “alla carta”.
Prezzi da 14.990 euro per la versione base e da 17.590 la versione S sempre franco concessionario; ma se avete la patente A2, le versioni 35 kW sono in vendita a 1.000 euro in meno: un bel modo per aumentare la vostra voglia di entrare nel mondo Ducati.
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