KTM RC 390: easy jet
Ancora più aggressiva nel look ma sempre facile nell’approccio, la piccola racer ktm è a suo agio in strada come in pista. Arriverà in primavera a un prezzo ancora da definire


era già la più sofisticata della categoria, ma con il my22 la rc 390 fa un ulteriore balzo avanti
TUTTA NUOVA
C’è molto di nuovo nella RC 390, ma non il motore che rimane il collaudato monocilindrico da 373 cc, bialbero in testa a 4 valvole con levette oscillanti e riporto DLC: eroga 44 CV a 9.000 giri con una coppia massima di 37 Nm 2.000 giri più in basso. Identico cuore, nuovi polmoni: l’airbox della RC 390 cresce di ben il 40% per far respirare meglio il mono. Per rendere la piccola Supersport appetibile ad una più ampia fascia di clientela possibile, i tecnici austriaci si sono focalizzati su obiettivi specifici, lasciando al centro del progetto una resa dinamica da riferimento. Quando si rinuncia a potenze importanti, le prestazioni sono figlie di pesi particolarmente bassi: di qui una dieta ferrea, cominciare dal nuovo telaio a traliccio, con telaietto posteriore separato e spessore dei tubi ridotto per risparmiare il primo chilo e mezzo. Più leggero ma anche più flessibile, per un miglior feeling di guida. Incredibile la riduzione del peso dei cerchi, che fanno scendere l’ago della bilancia di tre chili e mezzo; qualche colpo di lima anche ad altri componenti, come il disco anteriore privo di flangia centrale. Alla fine il risultato è notevole: 164 chili (dichiarati) con il pieno di carburante, nonostante l’aggravio di peso conseguente all’omologazione Euro5. Importanti passi avanti delle sospensioni, dove arriva il pacchetto WP Apex: forcella da 43 mm regolabile nella compressione e nel ritorno, mono regolabile nel precarico e nel ritorno. Perfezionato anche il comparto elettronico, che oltre al comando del gas ride by wire – unica moto del segmento a poterlo vantare – vede l’introduzione di una piattaforma inerziale a tre assi che gestisce il traction control, escludibile ma non regolabile, e l’ABS cornering. Quest’ultimo si può disinserire al posteriore impostando la mappa “Supermoto” consigliata per la guida in circuito. Le nuove carene dal frontale più grande e protettivo rendono la RC 390 decisamente più attuale, grazie anche a un codino che più sottile non si può. L’impianto di illuminazione è full LED, con la bella soluzione delle frecce anteriori integrate ai lati del faro. Aumentata la capacità del serbatoio, che arriva a poco meno di 14 litri.non richiama più di tanto la rc16 da motogp: dal punto di vista stilistico, la rc 390 va per la sua strada
Il suo pezzo forte sono gli ingressi in curva fulminei e i cambi di direzione, fatti con il solo pensiero
È SEMPRE LEI
Una volta in sella notiamo poche differenze rispetto alla vecchia 390. Sul MY 2022 è però interessante la possibilità di regolare altezza e inclinazione dei semimanubri, oltre che la distanza delle leve. Ci immettiamo nel traffico, dove la RC si muove con l’agilità che ti aspetti, forte di una frizione morbida e di un quickshifter efficace anche a basso numero di giri. Il mono austriaco eroga la sua potenza in maniera lineare, senza evidenti cambi di carattere anche se intorno ai 6.000 giri indicati la spinta inizia a farsi più corposa. La risposta del RBW è sempre puntuale, e abbastanza priva di on-off nonostante l’intrinseca reattività dei monocilindrici. Nelle strade a scorrimento veloce la 390 austriaca corre rapida con prestazioni più che godibili, regalando al pilota una valida protezione aerodinamica ma anche qualche vibrazione sulle pedane e nel punto di raccordo tra serbatoio e sella. La KTM si dimostra sempre rigorosa e precisa nel rispondere ai comandi del pilota, con un setting di base delle sospensioni orientato al confort; motivo per cui, alla prima sosta, interveniamo sui pratici registri per incrementare un po’ il sostegno della forcella; come ci ha abituato WP, le sospensioni sentono efficacemente le regolazioni e la RC 390 diventa subito più controllata nelle reazioni quando il manto stradale non è particolarmente levigato. Il suo pezzo forte sono gli ingressi in curva fulminei e i cambi di direzione, fatti con il solo pensiero. Basta davvero uno spostamento millimetrico del busto per variare all’istante il grado di inclinazione in curva: una lama calda di coltello in un panetto di burro... Il disco singolo anteriore è all’altezza delle aspettative, e l’intervento dell’ABS non si fa quasi mai notare.Nella guida in pista la racer austriaca regala sorrisi a profusione, con il motore che non si fa pregare a salire verso il limitatore senza cali di spinta