Anteprime
Triumph Speed Twin: la prova!
L’incarnazione più sportiva della bicilindrica 1200 inglese compie un notevole balzo avanti grazie a numerosi upgrade elettronici e ciclistici. Immutato il fascino british di una moto degna di James Bond
Una moto che non avrebbe sfigurato nel garage di James Bond, da guidare magari in smoking: così potremmo presentare la versione 2021 di questa moto, che conserva tutto il suo fascino ma fa un notevole balzo in avanti in tutti gli aspetti: motore e cambio, sospensioni e impianto frenante. E oltre a un fascino impossibile da non notare, l’inglesina Triumph sfodera anche un brio e un carattere da vera Bond girl.
Senza tempo
Sicuramente più di una generazione di motociclisti avrà dei flashback emozionali vedendo questa “modern classic”, con la sua miriade di dettagli annegati in un design estremamente curato. Ogni occhio la osserverà con priorità differenti: non c’è una linea unica da seguire come su una carenata ma il connubio tra linee rétro e high-tech funziona alla grande.
Come un prezioso vino invecchiato, la Speed Twin porta con sé una varietà di profumi che scopri ad ogni assaggio, con un nuovo particolare che ti era sfuggito. Dettagli “British” come il sellino piatto dalla trapuntura romboidale o il contrasto cromatico del motore nero con le alette chiare del raffreddamento ad aria… no scusate: il raffreddamento è a liquido, c’è un bel radiatore. E quel cilindro metallico sotto al serbatoio non è il filtro aria dei carburatori, visto che c’è l’iniezione elettronica: tutti contrasti voluti, come quello con gli scarichi color acciaio che avvolgono il twin, o i paratacco in acciaio chiaro che emergono dal nero del blocco motore.
La vista frontale è decisamente slim, con il radiatore quasi occultato per ottenere una silhouette da top model che da un 1200 cc da 216 kg non ti aspetteresti. Il faro tondo full led con DRL troneggia tra le manopole di un manubrio alto, con gli specchietti a manopola a dare un tocco di “modern”. Idem per la strumentazione, con un mix di analogico e led; peccato che l’angolo del cruscotto non consenta sempre una perfetta visibilità, in particolare della parte digitale.
il fascino della speed twin sta nell’accostamento tra elementi classici
ed elementi high tech
Muscoli in doppiopetto
Rivisitato in elementi funzionali come albero motore (più leggero), pistoni (maggior rapporto di compressione), camme e linea di aspirazione, il 1200 inglese ha acquisito una coppia più lineare e guadagnato 3 CV e 500 giri: resta “corto” di estensione con la coppia massima (112 Nm) a soli 4.250 giri/min e la potenza (100 CV) a 7.250 giri/min; ma è un motore sincero e progressivo che non mette mai in difficoltà. La gestione Ride by Wire è stata evoluta, anche per eliminare l’on-off lamentato sulla versione precedente; ora offre tre mappe integrate con ABS e traction control, che cambiano l’erogazione ma non limitano la potenza massima. Le differenze sono avvertibili tra Rain e Road, meno tra Road e Sport che è solo più pronta. La Rain è di fatto utile anche per sedare la robusta coppia del twin inglese quando si ha a che fare con semafori, rotonde, slalom tra le auto. La Road è un giusto compromesso per la strada mentre la Sport è una goduria sul misto, sound compreso quando si spalanca in uscita di curva! Incredibilmente morbida la nuova frizione asservita in coppia: la si potrebbe usare con un dito solo.
La ciclistica conta su un telaio in tubi di acciaio dedicato a questo modello, su una forcella Marzocchi USD da 43 mm e due ammortizzatori regolabili nel precarico. Sulle nuove ruote in lega, arrivano pinze freno anteriori Brembo M50 e nuove gomme, le sportivissime Metzeler Racetec RR. Basta questo a capire che questa Speed Twin non è la lady inglese che va a spasso col cane e beve il thè alle cinque, ma può anche andare a ballare in discoteca. O meglio fra le curve, come ha dimostrato sulle strade portoghesi.
Nel misto la speed twin tiene fede al suo nome, comunicando grande sicurezza
Triumph Speed Twin: la prova
Andando a spasso o anche con andatura vivace, la Triumph dà il meglio di sé: senza muoversi di un centimetro sulla sella affronta in sicurezza qualunque percorso. Il motore ha guadagnato 500 giri ed è più rapido, le vibrazioni si manifestano salendo di giri, ma sempre estremamente gestibili. Le sconnessioni dell’asfalto sono ben metabolizzate da ammortizzatori e forcella e non creano scompensi ciclistici. Le Racetec RR, per quanto di sezione non esagerata (160/60 posteriore) le tolgono forse una punta di agilità nel misto lento, in cambio però di una stabilità ottima, un grip al top e, in collaborazione con la forcella Marzocchi, una sensazione di controllo dell’avantreno quasi inaspettata. In caso di fretta poi, basta citofonare a Brembo che risponde all’istante (ricordando sempre che parliamo pur sempre di una classic, per quanto molto ben dotata).
Nel misto che la moto inglese tiene insomma fede al suo nome, trasmettendo sincerità e naturalezza anche al neofita; guai però a scambiarla per una sorniona twin da passeggio, perché non è solo questo: il 1200 non è docile come i 900 inglesi, e all’occorrenza sa farsi valere. Sa però essere dolce e pastoso nei contesti urbani, dove la Speed Twin si è mostrata a suo agio grazie anche alle forme strette.
Convincente l’ergonomia: c’è una grande libertà di movimento pur se l’imbottitura e l’impostazione generale non invitano a percorrere lunghe distanze. La posizione di guida si trova rapidamente, e dopo pochi minuti la fatidica domanda: ma i 216 kg ci sono davvero? Solo in manovra, verrebbe da dire, perché quando si è in movimento, anche a passo d’uomo, sono perfettamente gestibili. Seconda domanda: “Scalda?” Risposta: “Non più di tanto”, considerando che tra le gambe abbiamo 1200 senza uno straccio di carene ad isolare dal calore.
Insomma un bel salto avanti per una moto che sa regalare tanto gusto oltre al suo fascino indiscutibile, declinato in tre abiti (rosso, grigio, nero) e che può salire ancora attingendo agli oltre 50 gadget che Triumph ha realizzato per il make-up della signora inglese: What else?
Parecchie le soddisfazioni che la nuova Triumph Speed Twin riserva sul lato destro del radar, quello più vicino alla passione: non solo con un colpo d’occhio pazzesco ma anche grazie a una guida effettivamente migliorata grazie ai progressi su tutti i fronti. Il suo forte è la guida su strada, sia a passeggio che ad andature moderatamente sportive, grazie all’ottima componentistica (voti altissimi a sospensioni e freni) e al sostegno di un motore che in una manciata di giri regala tutto quel che serve. Più che adeguate le prestazioni, e anche l’elettronica ha tutto quel che si può chiedere a una moto di questa natura.
Niente male anche il lato sinistro: bene ergonomia e comfort, discreta la praticità generale se si eccettua la vistosa flessione solo lato capacità di carico: non si può del resto pretendere che una Bond girl faccia anche la spesa da brava massaia (e c’è comunque una borsa serbatoio tra gli accessori). Note positive anche lato qualità costruttiva, versante sul quale Triumph ha fatto costanti progressi negli ultimi anni. Complete le dotazioni di serie e le proposte opzionali: volendo manca il quickshifter, ma su una modern classic va bene così. E considerati tutti questi aspetti, il prezzo è invitante.
PREGI
Cura costruttiva
Erogazione motore
DIFETTI
Sella dura
Visibilità strumenti
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