Anteprime
Ducati Streetfighter V4S: hyper naked dai due volti
Abbiamo provato in pista e su strada la nuova hypernaked della Casa bolognese. Una moto che non fa nulla per nascondere prestazioni al vertice del segmento, ma che garantisce godibilità e divertimento anche nell’utilizzo quotidiano
Con la sacca dell’attrezzatura pronta e i biglietti già scaricati sul nostro smartphone, ecco che la tragedia del Covid-19 si abbatte anche su una delle presentazioni più attese dell’anno, quella della Ducati Streetfighter V4S, prevista sulla meravigliosa pista di Ronda in Spagna.
Poi però come sempre la necessità aguzza l’ingegno, e gli italiani sono pur sempre il popolo più flessibile al mondo; così, solo alcuni giorni più tardi, Ducati ci ha fatto recapitare un esemplare nuovo fiammante della sua ultima creatura direttamente presso la nostra pista di test privata di Vairano di Vidigulfo. Qui abbiamo avuto la fortuna di poterne testare le performance sia in condizioni da circuito che su un percorso creato apposta per poter simulare in maniera più veritiera possibile un tratto di strada aperta al traffico.
Insieme al designer della Streetfighter V4, scopriamo i segreti del progetto
STILE ITALIANO
Naturalmente, fremiamo di curiosità. Negli ultimi anni, molte Case costruttrici hanno fatto delle loro supernaked una vera e propria bandiera tecnologica da sventolare in faccia ai concorrenti, ormai altrettanto importanti delle Race Replica. Siamo freschi reduci dalle presentazioni delle attesissime KTM 1290 Superduke R e Kawasaki ZH2, due potenziali concorrenti della V4 bolognese, e della rinnovata Ducati Panigale V4S. Ma sulla sua sensualissima versione nuda, nessuno ha ancora messo le mani; si sa solo che i tecnici bolognesi hanno fatto un gran lavoro per portare le spaventose prestazioni della Panigale V4 a misura (per quanto possibile) di strada.
Appena scaricata la Streetfighter V4S dal furgone le giriamo subito un po’ intorno. Fare una hyper naked avendo in casa una moto sexy e performante come la Panigale V4 sembrerebbe la cosa più facile del mondo: via il vestito, su un bel manubrio da cross e il gioco è fatto. Ma come dicevamo, in Ducati hanno lavorato davvero molto e lo si vede già dal design della Streetfighter V4, che ci accoglie con un ghigno satanico del frontale che attira subito la nostra attenzione. Bellissime le luci full LED che riproducono la lettera V nel DRL. Appena sopra, il compatto dashboard TFT da cinque pollici trova la sua collocazione senza sembrare per nulla “appoggiato lì”.
Nuda con classe
Non era facile togliere le carene alla Panigale V4 senza restare con quel senso di accrocchiato e di “provvisorio” che qualche concorrente comunica. La Streetfighter doveva rimanere un oggetto di design definitivo, armonioso, inequivocabilmente italiano: e a Borgo Panigale ci sono riusciti. Gli enormi radiatori anteriori sembrano sparire grazie ai profili in alluminio spazzolato, a cui si raccorda il puntale inferiore. Nella vista frontale fa quasi impressione vedere come la sezione della moto sia contenuta in un ovale perfetto, quasi come se avesse una carena: segno che di ore in galleria questa moto ne ha fatte, e non poche.
Anche perché ai lati di questo ovale sfoggia le tanto chiacchierate ali biplano, dallo sviluppo laterale inferiore rispetto a quelle della Panigale V4 proprio perché la Streetfighter è pensata per un uso prevalentemente stradale, e non rinuncia ad infilarsi in spazi ristretti in maniera agevole. Queste appendici sono comunque in grado di fornire 28 kg di downforce a 270 km/h, dei quali 20 sulla ruota anteriore e 8 su quella posteriore.
UN OVALE PERFETTO, QUELLO CHE RACCHIUDE LA DUCATI STREETFIGHTER. LA SUA SAGOMA FENDE L'ARIA QUASI COME QUELLA DI UNA SPORTIVA CARENATA, MENTRE LE ALI TENGONO A BADA L'ANTERIORE
DUCATI TI METTE LE ALI
La vista del motore nella sua interezza, un vero capolavoro di ingegneria motoristica, rende la naked emiliana ancora più affascinante. La coda sembra, se possibile, ancora più affilata di quella della sorella supersportiva nonostante alcune modifiche volte ad aumentare il comfort del passeggero. Anche il pilota però non se la passa male, e la posizione a bordo ci piace da subito. La modifica degli attacchi del serbatoio ha permesso di utilizzare una sella più ampia e con una ricca imbottitura, perfetta per l’uso stradale. Le pedane sono più lontane dal piano di seduta – altezza sella 845 mm – rendendo la postura decisamente comoda, quanto meno per piloti di taglia “normale”. Aiuta anche la possibilità di regolare il largo manubrio più o meno lontano dal pilota per ottenere una posizione di guida più o meno sportiva.
L’avviamento del V4 italiano regala sempre una scarica di adrenalina. Con la sua fasatura “twinpulse” (0°-90° e poi 290°-380°) per via della V di 90° e dei perni di manovella sfalsati di 70°, il 1.100 bolognese emette un suono che non ha paragoni. Sembra davvero entrarti dritto nello sterno. Persino in questa configurazione più stradale, i dati dichiarati sono da non dormirci di notte: 208 CV a 12.750 giri/min con una coppia massima di 123 Nm a 11.500, disponibile per il 90% in un range compreso tra 9 e 13.000 giri/min. Peso dichiarato a secco della versione S, quella a nostra disposizione, 178 kg.
Incredibilmente compatto, ricolmo di tecnologia meccanica ed elettronica, con la sua fasatura “twinpulse” (0°-90° e poi 290°-380°) il V4 bolognese emette un suono che non ha paragoni
DUCATI STREETFIGHTER V4S: LA PROVA
Dentro la prima, per poi scordarci della frizione: il cambio è dotato di quickshifter up and down con logiche di intervento che variano a seconda della mappa impostata. Iniziamo il nostro “long run”, ma bastano davvero pochi chilometri per lasciare spazio alla sorpresa: la Streetfighter V4S è comoda sul serio! Con il riding mode Street inserito (ce ne sono altre due: Sport e Race), la risposta del ride-by-wire è pulitissima, mentre le sospensioni semiattive diventano decisamente morbide e assorbono in maniera eccellente ogni asperità. Il motore accetta di scendere di giri senza manifestare particolari lamentele, e per diversi passaggi utilizziamo solo la quinta e la sesta per verificarne le capacità di girare nei rapporti lunghi senza problemi: promosso. Poche Ducati ci erano così tanto piaciute nella guida rilassata e senza pensieri, e sembra quasi impossibile essere alla guida di una Panigale V4 senza veli, seppur con le opportune modifiche.
Guidiamo per più di un’ora godendoci il rigore direzionale della Streetfighter V4S, la sua assoluta precisione in percorrenza e una frenata che per l’uso stradale risulta davvero perfetta: l’impianto Brembo con pinze Stylema è potentissimo ma anche estremamente gentile nell’intervento. Mentre accumuliamo un giro del circuito di Vairano dopo l’altro maturiamo quasi l’insano desiderio di affrontare un lungo viaggio (ovviamente… di piacere) in sella alla nuova Ducati. Non è che ci stiamo sbagliando? Gli uomini in rosso hanno presentato la Streetfighter V4 come il risultato della “Fight Formula”, la combattente che deve diventare il nuovo punto di riferimento nella categoria hypernaked.
Guidiamo per più di un’ora godendoci il rigore direzionale della Streetfighter V4S, la sua assoluta precisione in percorrenza e una frenata che per l’uso stradale risulta davvero perfetta
IN PISTA CON LA DUCATI STREETFIGHTER V4S
È allora arrivato il momento di smettere l’abbigliamento stradale, indossare la tuta in pelle e andare a scoprire quanto della straordinaria Panigale V4 è rimasto in questa nuda tutta muscoli e raffinatezza. Ducati è maestra dei riding mode (è stata la prima a introdurli oltre 10 anni fa sulla Multistrada), e con la Streetfighter V4S ha allungato ancora la coperta, estendendo le possibilità di regolazione e di “trasformazione” della moto. La sofisticatissima elettronica utilizza una piattaforma inerziale a sei assi in grado di rilevare gli angoli di beccheggio, rollio ed imbardata della moto, dati che fanno da base ai numerosi controlli che sovrintendono alla guida nelle fasi di accelerazione, percorrenza e frenata.
Entriamo nel menu e decidiamo di passare direttamente alla mappa Track, che prepara la nostra Streetfighter V4S alla massima performance. L’elettronica di sicurezza rimane presente ma con settaggi poco intrusivi, e le sospensioni ricevono un assetto molto sostenuto per la massima resa in pista. Ducati cosente comunque di personalizzare a piacere ogni singolo parametro dell’elettronica all’interno di ciascun riding mode; stesso discorso per le sospensioni che possono essere regolate di fino in base ai gusti del pilota tramite i “click virtuali” nel menu DES (Ducati Eletronic Suspension).
NON ESISTE UN'ALTRA HYPERNAKED CAPACE DI CAMBIARE CARATTERE COSì RADICALMENTE COME LA STREETFIGHTER V4S. ENTRI NEI SETTAGGI E LA RENDI UN BISTURI PER LA PISTA O UN SOFA PER LA STRADA
Il circuito lo conosciamo a memoria, tutta l’attenzione è sulla moto: ma bastano davvero poche curve a scoprire un versante della Ducati Streetfighter V4S che fino a poco fa era rimasto ben nascosto. Muscoli affilati, tesi, potenti, resistenti: eccolo lì, il carattere della Panigale V4S che tanto ci aveva affascinato durante il test in Barhain. Un motore che sembra non avere limiti e che sulla Streetfighter, complice l’assenza di protezione aerodinamica, sembra ancora più furioso.
Pur essendo parente strettissima della sorella carenata, la hypernaked italiana si guida in pista in maniera molto diversa. La posizione in sella, complice naturalmente il largo manubrio, fa la grande differenza, e anche psicologicamente l’approccio cambia. Si può andare davvero forte, fortissimo, senza necessariamente cercare la presenza del limitatore. La enorme coppia motrice permette di usare un rapporto in più senza inficiare minimamente la velocità in uscita di curva, e per quanto le prestazioni della Panigale siano vicinissime, in sella alla Streetfighter tra i cordoli cerchi più il divertimento fine a se stesso che non la prestazione cristallina a livello di tempi sul giro.
Pur essendo parente strettissima della sorella carenata, la hypernaked italiana si guida in pista in maniera molto diversa, fidando nella enorme coppia del suo motore e cercando più il divertimento che non la prestazione cristallina
È la stessa filosofia della moto naked che pare dettare le regole: se si prevedono più passaggi di guida da time attack, la pressione dell’aria diventa davvero faticosa da gestire… per il pilota. Lei, la Streetfighter, è imperturbabile: quanto di più potente, raffinato ed emozionante si possa guidare in un tracciato come il nostro di Vairano dove le velocità massime difficilmente superano i 260/270 km/h. Nel seguire la traiettoria impostata anche nei veloci curvoni da percorrere a gas costante ha una precisione chirurgica, dove probabilmente giocano un ruolo importante le ali biplano. Stabile eppure veloce nei cambi di direzione, complice anche il braccio di leva dato dal manubrio alto. L’attuatore del quichshifter ha la rapidità di un otturatore militare e spara una marcia dopo l’altra alla velocità del pensiero. E arrivati in fondo al rettilineo, bastano davvero due dita sulla leva del freno anteriore per far accucciare docile la Streeetfighter V4S, pronta a inanellare un altro giro. E un altro. E un altro ancora. Mentre noi aumentiamo la nostra confidenza, la ricerca del nostro limite, affidandoci all’elettronica che veglia ma che ci permette di divertirci come dei matti.
+
Motore
Handling
Elettronica
–
Prezzo elevato
Hyper dai due volti
Una hypernaked dai due volti quindi, la nuova Ducati Streetfighter V4S. In pista sembra avere tutte le carte per giocarsela con la Aprilia Tuono V4 1100, la hypernaked attualmente più efficace tra i cordoli. Ma nel contempo sa portarti in giro comodamente, facendo entrambe le cose in maniera meravigliosamente semplice e con il massimo del gusto possibile. Se questa è la Fight Formula… ci piace parecchio.
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