Anteprime
Ducati Mig-RR: la prima Rossa per l’enduro vero
La Casa Di Borgo Panigale accelera nel campo bici con questa e-mtb che assomma fascino e grandi potenzialità off-road. Considerate le dotazioni, il rapporto qualità/prezzo è ottimo
Non è la prima bici a marchio Ducati, ma per capire l’importanza della Mig-RR basta dire che è stata presentata nel museo Ducati. Questa e-MTB non è in realtà un progetto 100% made in Borgo Panigale, essendo basata sulla Thok Mig R; ma ha un design curato da Aldo Drudi in collaborazione con il centro stile Ducati e modifiche per renderla più “enduro oriented”, a partire dall’originale (per il mondo bici) differenza tra le ruote: 29” anteriore e 27,5” posteriore.
Di livello la componentistica, come ci si aspetta da una Ducati; e se per la parte elettrica la Mig RR non segue l’ultima tendenza della batteria integrata, l’accoppiamento col telaio è ben studiato. Il motore è uno dei più leggeri e compatti, lo Shimano Steps e8000, con tre livelli di assistenza. Shimano anche il cambio (XT a 11 velocità) e i freni, mentre il reparto sospensioni è affidato a Fox, sempre con scelte al top.
Sia il mono che la forcella sono regolabili su tre posizioni: chiuso su asfalto, medio per l’off-road e aperto per la discesa. A livello di telaio si è lavorato per rendere la bici pronta a tutto in discesa, ma senza sacrificarne le doti up-hill: caratteristica ormai fondamentale delle e-MTB moderne, che aprono orizzonti quasi da moto come le salite impegnative tra rocce e gradoni. Per affrontare le quali ci vogliono tecnica e fiato (nonostante il motore), ma anche le geometrie giuste.
Sia il mono che la forcella sono regolabili su tre posizioni: chiuso su asfalto, medio per l’off-road e aperto per la discesa. A livello di telaio si è lavorato per rendere la bici pronta a tutto in discesa, ma senza sacrificarne le doti up-hill: caratteristica ormai fondamentale delle e-MTB moderne, che aprono orizzonti quasi da moto come le salite impegnative tra rocce e gradoni. Per affrontare le quali ci vogliono tecnica e fiato (nonostante il motore), ma anche le geometrie giuste.
Preferisce il veloce
In questo pazzo 2019 troviamo 7 gradi e pioggia ininterrotta nel nostro tracciato sulle colline bolognesi, 26 km tutti off-road con circa 900 metri di dislivello. La posizione in sella è comoda, forse un po’ largo il manubrio. Nei tratti di salita ripidi di terra mista rocce, molto appesantiti dalla pioggia, si apprezzano l’altezza da terra del movimento centrale e la trazione anche in punti davvero scivolosi.Il motore dà il meglio di sé a una cadenza piuttosto alta, dunque bisogna sempre far girare le gambe per far sì che ti tiri fuori dai guai. Ottima l’autonomia della batteria da 0.5 kWh. In discesa la Ducati si comporta sempre bene: nei tratti più stretti manca un po’ di reattività, ma dove aumenta la velocità e il fondo si fa più ”scassato“ dà il meglio di sé trasmettendo tanta fiducia, grazie alle ottime sospensioni. Benissimo il cambio, mentre i freni potrebbero essere più modulabili. Nel complesso un’ottima bici, e un degno debutto delle “rosse” nel campo dell’off-road!