Husqvarna Svartpilen la prova
Il giro organizzato dagli uomini Husqvarna è maledettamente completo: città, strade a scorrimento veloce alternate
a toboga naturali dove poter guidare davvero e, per non farsi mancare niente, un bel nastro d’asfalto sottobosco stretto, rovinato e sporco dove poter
ascoltare l’animo più polveroso della Svartpilen.
Si parte dal centro di
Lisbona. In sella il primo riscontro è immediato: gambe leggermente piegate e arretrate, sella abbastanza alta da terra e mediamente dura (835 mm) e manubrio da flat piegato all’indietro e vincolato alle piastre da cavallotti rialzati. Ci si sta bene sopra, senza inutili affaticamenti e con il busto proiettato in maniera naturale verso l’anteriore.
In città si trotterella alla grande, ma si capisce subito che pur regalando buone sensazioni tra i quartieri più belli della capitale portoghese questa Husky è capace di
stupire lontano dal centro urbano. In sella il mix di sensazioni è evidente: si vivono nello stesso momento intrecci di flat track, naked, cafe racer e motard mescolati in maniera originale per un prodotto a suo modo unico.
Pur esposti tanto all’aria i rettilinei che ci portano verso
Cabo da Roca, nel punto più occidentale dell’Europa, vengono digeriti in lampo. Ma è quando si inizia a guidare sul percorso misto – con il grande plus di un asfalto impeccabile - che
inizia la vera goduria. Già, perché in un mondo stracolmo di moto dalla grande potenza e dal grande peso ci siamo quasi dimenticati di quanto sia bella la leggerezza, la semplicità, la purezza della guida senza filtri e senza apprensione fisica e mentale. E questa
Husqvarna è così, pura. Comunicativa da non poterci credere.
Nel misto è capace di grandi cose: la ruota anteriore da 18 pollici le regala grande direzionalità, mentre le
gomme Pirelli MT 60 RS una fluidità nello scendere in piega da riferimento. Nei
destra-sinistra in successione è una lama e nelle lunghe curve anche a moto molto inclinata puoi farle fare quello che vuoi: puoi piegare ancora un po’ di più, puoi correggere senza paura se sei un po’ lungo in curva, il tutto senza patemi. Ed è questo il bello della leggerezza.
Parte del merito di un pacchetto dinamico così coinvolgente
va al motore, semplicemente spaziale. È vero,
sotto i tremila giri strappa quando vai a richiamarlo con il gas, e vibra anche un po’ agli alti (ma mai in maniera fastidiosa), ma sarebbe strano se così non fosse visto che parliamo di un mono con un pistone dal diametro immenso. Superato quel regime di giri, però, si
ha in mano qualcosa di pazzesco: esplosivo ma lineare, pieno di corpo e con un allungo degno di un bicilindrico di sostanza, questo mono permette di tenere senza problemi la marcia tra una svolta e l’altra: arrivi in prossimità della curva, scali un rapporto, pieghi tanto in maniera naturale e riprendi in mano il gas,
ti godi il motore che prende i giri quasi come una moto da cross, spari dentro una marcia senza toccare la frizione e senza pelare il gas, oppure la tieni se la prossima curva è vicina, tanto il monoalbero spinge fino ai 9mila giri!
Grande nota di merito va anche al pacchetto frizione/cambio: quest’ultimo ha la corsa corta, è preciso ed è assistito in maniera magistrale dal quick shift, che lavora egregiamente sia ai bassi che agli regimi e sia in scalata che a salire. In generale, inoltre, tutti i comandi hanno un’ottima usabilità, a partire da quello della frizione, morbidissimo e sempre preciso.
Ok anche i freni, con l’anteriore potente ma non eccessivo (disco singolo Brembo da 320 mm con pinza radiale a quattro pistoncini) e il settaggio dell’ABS mai invasivo. Di
qualità le sospensioni: un po’ secco il mono, soprattutto nella guida in città, sostenuta la forcella, anche se la lunga escursione genera un leggero trasferimento di carico nelle frenate più decise; la WP è comunque un gran prodotto e grazie alle pratiche regolazioni ognuno riesce a trovare la quadra giusta per la propria andatura. Abbiamo apprezzato non poco i 150 mm di escursione – valore abbastanza elevato per una stradale – quando i levigati nastri d’asfalto sono stati sostituiti dalle rovinate “back road” portoghesi; notevoli, in questa situazione gravel, anche le Pirelli MT 60 RS capaci di garantire molto più feeling e sicurezza rispetto a una gomma stradale pura.