Brixton Crossfire 500 vs Husqvarna Svartpilen 401

BUONE PER TUTTI

Certo: se le 401 per Husqvarna sono entry level, per Brixton la Crossfire 500S è al contrario al top di una gamma di semplici monocilindriche raffreddate ad aria. Ma le due operazioni hanno la stessa logica: quella di offrire modelli che vadano bene in tutto il mondo per dimensioni, prestazioni, stile e anche prezzo. Che è in effetti vicinissimo: 6.199 euro per la Brixton e 6.025 euro per la Husqvarna, dal listino rivisto al ribasso per il 2020. In comune c’è poi il fatto di essere naked medie dal sapore classico, anche se la Crossfire è una bella ‘modern classic’ mentre la Svatpilen, per la quale Kiska ha dato briglia sciolta ai suoi designer, è addirittura ‘postmoderna’. Entrambe le moto sono comunque riuscite. La Brixton è centrata sul motivo della ‘X’ che ricorre, oltre che nel nome Crossfire, sul serbatoio, nel faro LED, sulle protezioni laterali del radiatore e persino sui gommini delle pedane. La qualità percepita è buona anche se non strepitosa, mentre la Husqvarna appare un po’ più curata dopo aver superato le ‘incertezze’ iniziali sulle moto prodotte da Bajaj.

LE GRANDI DIFFERENZE 

Tecnicamente le differenze sono vistose. La Svartpilen, che si distingue per il manubrio alto in stile crossistico e le gomme semitassellate Pirelli Scorpion Rally STR, nasce come detto sulla piattaforma KTM 390: telaio a traliccio in acciaio, sospensioni WP Apex regolabili con mono senza leveraggio, freni ByBre, motore monocilindrico da 44 CV con forte propensione all’allungo come da tradizione KTM e grande leggerezza generale. 

La Brixton ha invece un telaio semiperimetrale in tubi d’acciaio, che ospita in funzione semi-portante da un bicilindrico da 486 cc ed è completato da componentistica di livello: sospensioni KYB regolabili, freni J.Juan, ABS Bosch e pneumatici Pirelli Angel ST. Il motore bialbero a iniezione resta sotto la soglia dei 35 kW per essere abbordabile con la patente A2.
Per entrambe abbiamo uno strumento circolare e un faro LED con tanto di ‘firma luminosa’, ma gli elementi Husqvarna paiono un po’ più curati: il cruscotto è più leggibile e ricco rispetto a quello della Brixton, che essendo troppo orizzontale è anche di difficile lettura. Più raffinata anche la fattura delle leve Husqvarna, mentre la Brixton ha comandi un po’ più grezzi e lontani dal manubrio. Blocchetti elettrici classici e semplici per entrambe: buona la funzionalità, con un plus per Husqvarna che ha il blocchetto sinistro parzialmente retroilluminato; la Svartpilen ha anche più tasti di controllo sullo strumento, compreso quello per disattivare l’ABS al posteriore ereditato dalle off-road della Casa. Altra chicca della Husky il quickshifter di serie, gran bel plus in questa categoria.

LA PROVA 

Fa piacere vedere che la Crossfire e la Svartpilen in città si fanno notare, nonostante non siano grandi né rumorose (la Husqvarna non strepita nemmeno con l’Akrapovic in opzione a 599 euro). Merito delle loro linee azzeccate, con quella della Brixton più facile da digerire mentre sulla Husqvarna la ricerca di uno stile radicalmente nuovo spiazza ancora, a sei anni dal suo debutto a Eicma 2014. Per il 2020 ha ricevuto un codino più lungo e una sella più ospitale per il passeggero (lo è effettivamente), ma rimane originale da ogni prospettiva: nonostante la base in comune con la KTM 390 Duke, proporzioni, superfici e dettagli sono totalmente diversi da qualunque altra cosa si sia vista finora.

La piattaforma 390 è notoriamente compatta e leggera, e la Svartpilen lo conferma con 1.357 mm di interasse contro i 1.416 mm della Crossfire, che senza essere grossa è comunque un po’ più abbondante nelle misure. L’abitabilità è simile ma il sellino passeggero spiovente è un po’ meno comodo rispetto alla Svartpilen; in generale comunque la Brixton dà l’idea di una moto un po’ più “adulta” e adatta all’uso in coppia, perlomeno per motociclisti di taglia europea.

Il bicilindrico Brixton, fasato a 270°, ha una bella tonalità di scarico ed è piuttosto elastico: riprende bene già poco sopra i 2.000 anche se oltre i 5.000 insorgono le vibrazioni; non è un portento di allungo, a differenza del sorprendente mono Husqvarna che però strattona se si vuol scendere sotto i 3.000 giri nelle marce alte. In città la differenza la fa soprattutto il peso: la Crossfire paga quasi 30 kg alla Svartpilen, che ha inoltre più sterzo e una frizione molto morbida rispetto al comando della Brixton, che pur non essendo veramente faticoso è un po’ meno “amichevole” nell’intenso uso cittadino.

I SEGRETI

Il rapporto peso/potenza è peraltro la caratteristica chiave della Svartpilen 401, un vero furetto in tutte le condizioni di marcia. L’unico elemento fuori posto sono le coperture semitassellate, concessione al design di cui si poteva forse fare a meno: ci si fa presto l’abitudine, ma la rendono meno immediata in ingresso di curva e meno efficace in frenata. Un peccato, perché nonostante la cubatura e il frazionamento sfavorevoli la Svartpilen ha prestazioni allineate alla Crossfire.

La Brixton ha da parte sua un comportamento generale davvero gradevole. È ben armonizzata in tutti i comparti, con una spinta discretamente vigorosa del motore e una ciclistica indovinata nelle quote e nelle rigidezze. Aiutata anche dalle Pirelli Angel ST, la Crossfire scende in piega e tiene la linea con grande naturalezza; ci è piaciuto il comportamento delle sospensioni, morbide sulle sconnessioni cittadine ma capaci di offrire sostegno in frenata… anche perché per ottenere il meglio dall’impianto J.Juan bisogna strizzare a fondo la leva, mentre sul pavé l’ABS pare allungare un po’ troppo.

La Crossfire ha comunque dalla sua un buon comfort rispetto alla Svartpilen, più secca nella risposta e soprattutto più dura di sella. Simili le vibrazioni, col mono Husky bravo a far meglio del concorrente, che si fa sentire su pedane e manubrio sopra i 5.000 giri/min in modo un po’ fastidioso se si vuole ad esempio imboccare l’autostrada. Qui peraltro nessuna delle due è a suo agio, anche per la ridottissima protezione aerodinamica cui la Brixton aggiunge un fascio abbagliante scarso.

Ma anche se queste due moto non nascono certo per i lunghi viaggi, fuori dalla città c’è comunque da divertirsi se si vuole guidare: entrambe sono agili, con masse contenute e ben distribuite e nel misto stretto e medio possono tranquillamente tenere il passo di modelli ben più potenti. Sanno anzi divertire, come il loro aspetto e la loro declinazione lasciano capire. I due cambi hanno innesti corti e morbidi, ma la Svartpilen ha il plus del quickshifter bidirezionale, che funziona bene anche se è un po’ più contrastato rispetto a quello, meraviglioso, della sorella 701.

Pur essendo corta e leggera, quindi soggetta a qualche scuotimento sulle sconnessioni più pronunciate, la Husky è sempre rassicurante, e sarebbe semplicemente strepitosa se calzasse gomme lisce. Meno svelta nei cambi di direzione ma neutrale e gustosa la Brixton, che dalla sua avrebbe anche più luce a terra non fosse per le pedane che toccano presto.

POCA SPESA, TANTA RESA

Due proposte quindi davvero interessanti, che consentono di mettersi nel box a cifre ragionevoli moto ricche di personalità, facili ma capaci di soddisfare alla guida e piuttosto ben costruite, anche se la Brixton ha accusato diversi inconvenienti (perdita cover freccia posteriore, malfunzionamento faro, gioco comando del gas, rottura colletore di scarico) che meritano l’attenzione della Casa, perché la Crossfire è per il resto un bel prodotto.

La Svartpilen 401 e la Crossfire 500 sono due perfetti esempi delle moderne medie senza complessi di inferiorità: affascinanti, a loro agio in città e di grande soddisfazione sul guidato non troppo veloce. L’unico limite della Svartpilen è che, pur essendo comoda, sembra una 125 se chi la guida supera il metro e 75; la Brixton è un po’ più grande, ma anche più pesante. Le prestazioni sono più o meno equivalenti, e la scelta dipende quindi dai vostri gusti in fatto di stile e di brand: potete optare per il più antico del mondo o per uno dei più recenti. In un mondo globale, tutto è possibile.