Un test da duemila curve
Per dimostrare l’attitudine al viaggio della nuova Multistrada 950S, gli uomini Ducati hanno organizzato un percorso di un certo impegno: 320 km di curve nell’entroterra di
Valencia, per oltre 5 ore nette in sella senza lesinare col gas. Una distanza e un tracciato che non perdonano certo carenze o difetti a una moto.
Quando
abbassiamo la visiera del nostro casco siamo quindi pronti a condividere con la 950S un bel pezzo di strada. La salita in sella è agevole e la sella è abbondante e confortevole, anche se tra le gambe la moto non è snella come altre
Ducati, o come la Multistrada prima serie ad aria; è anzi relativamente larga, come molto largo e dritto è il manubrio. Una postura a cui si fa comunque presto l’abitudine, e che come su una motard tende a far avanzare il busto quando si guida sportivamente – eventualità che su una Ducati non è mai remota, a prescindere dalla destinazione prevalente del modello.
Bastano davvero pochi secondi per prendere confidenza con le regolazioni elettroniche della S: le combinazioni possibili sono oltre 400, ma essendo organizzati in riding modes (Ducati è stata la prima a farlo, sulla prima Multistrada ad acqua del 2010) le cose sono relativamente facili. Ogni parametro all’interno di ciascun riding mode è a sua volta configurabile: il tutto è veloce, ma per decidere le proprie preferenze bisogna aver fatto un po’ di strada, per cui partiamo col canonico set-up “Touring”: piena potenza, risposta del motore dolce e regolazioni di TC e sospensioni a livello medio.
La parola d’ordine del progetto MTS950 è da sempre “accessibilità”, e la S non fa che confermare questo mantra. Il Testastretta 11° lo conosciamo: c’è sempre, si scende sotto i 2.000 senza troppi problemi fino alla quarta marcia, mentre con le marce lunghe non rifiuta, ma sussulta un po’. Comunque si presta tranquillamente ad andare a spasso al trotto: silenzioso, vibra poco e ha un range di utilizzo molto ampio, anche l’ideale è rimanere tra i 4.000 e i 7.000 giri. Rispetto ai moderni 1200 si usa un pochino più alto di giri, ma la guida in souplesse non ne risente affatto. Anche perché il “pacchetto 950” è sensibilmente più leggero della 1260: la
S pesa 207 kg a secco, vale a dire circa 230 in ordine di marcia, quindi una trentina di kg meno della sorella maggiore – per non parlare della 1260 Enduro, che col pieno arriva a 275 kg.
Arriviamo alle prime curve: se si vuole continuare a guidare in relax, anche piuttosto veloci, la Multistrada 950S consente di tenere praticamente sempre la terza, garantendo un’elasticità di marcia persino migliore rispetto alla
1260S DVT. Non ha quella forza che ti allunga le braccia fuori da ogni curva, ma proprio per questo risulta meno impegnativa da gestire, visto che si può spalancare il gas senza troppe preoccupazioni, contando anche sul fatto che la situazione è sorvegliata da
un’elettronica ora completamente sensibile all’angolo di piega.
Se invece ci si fa cogliere da qualche prurito, si vorrebbe meno trasferimento di carico e un motore più pronto: ecco però che bastano due click e si passa in modalità Sport, in cui tutto funziona subito meglio.
Una Ducati è una Ducati, e viene sempre collaudata intensivamente in condizioni di guida sportiva: si vede subito, per come la guidi con naturalezza: non si scompone mai, va bene se la fai scorrere in curva e va bene se vuoi tirare la staccata e spalancare il gas; e se capita una malformazione imprevista dell’asfalto, le sospensioni attive nella maggior parte dei casi la digeriscono in un amen. Portato
oltre i 7.000 giri, il motore allunga con veemenza anche se a questi regimi compaiono un po’ di vibrazioni a sella e manubrio, abbastanza inevitabili con un motore ad L e che fanno parte del gioco – soprattutto perché gli uomini Ducati sono stati bravi a compensarle in tutti i frangenti in cui non si guida aggressivamente.