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Ducati Hypermotard 939 e 939 SP: hyperdivertimento
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Abbiamo provato la nuova Ducati Hypermotard 939 (omologata Euro4) sulle strade nei dintorni di Barcellona e sulla pista di Castellolì. E siamo scesi col sorriso sulle labbra! Gas spalancato e traversi... Come in passato tre le versioni, la "base" (12.240 euro c.i.m.), la Hypermotard 939 SP (15.840 euro c.i.m.) e la Hyperstrada (13.490 euro c.i.m.). A voi la scelta...
A voi la scelta! Siete smanettoni? Amate le curve, le impennate e i traversi? Ecco servita la SP. Prediligete strade panoramiche, movimentate da curve e contro curve, da affrontare col vostro passo? Allora è la versione base quella che fa per voi. È la vacanza con la moglie o la compagna il vostro desiderio? Allora la risposta è una, la "Strada".
No, non siamo impazziti, stiamo solo elencando le versioni della nuova Ducati Hypermotard 939, la fun bike italiana che continua a riscuotere successi di vendite e a raccogliere consensi tra gli appassionati. Una moto, tante moto, per ogni tipo di utilizzo.
Abbiamo provato la Ducati Hypermotard 939 sulle strade nei dintorni di Barcellona, raggiungendo il monastero di Montserrat in un divertente tour stradale. Quindi la più specialistica ed elitaria SP in pista, sul tracciato di Castellolì, in un paio d’intense e tirate sessioni. In ogni caso divertimento assicurato.
Da un punto di vista tecnico la Ducati Hypermotard 939 non è stata stravolta rispetto alla vecchia versione. Esteticamente le modifiche sono quasi nulle: il silenziatore è più lungo e compare un piccolo radiatore dell'olio sotto a quello del liquido di raffreddamento. E anche a livello ciclistico non si segnalano stravolgimenti. Le novità sono tutte per il bicilindrico Testastretta 11° che cresce di cilindrata raggiungendo la soglia dei 937 cc ed è omologato Euro4: ciò è stato possibile grazie all'aumento dell'alesaggio, all'introduzione di nuovi pistoni, nuove bielle e di un inedito albero motore. Invariato il diametro delle valvole, questo per ottimizzare la combustione ai medi regimi: la coppia è infatti aumentata del 18% a 6000 giri rispetto alla Hyper 821.
Invariata l'elettronica di gestione imperniata sui tre riding mode Sport, Touring e Urban per le versioni base e "Strada", Race, Sport e Wet per la Hyper SP: questi sono abbinati a specifiche tarature dell'ABS e del Traction Control. Occhio però, perché se ci si esibisce in lunghe impennate (eventualità non così remota con questa moto) la ruota anteriore potrebbe smettere di girare a causa dell'attrito delle pastiglie sui dischi e di quello dei cuscinetti; se questo accade per più di un secondo e mezzo, il sistema interpreta questa condizione come un errore e disattiva i controlli. E alla prima curva potrebbero sorgere dei problemi.
Poche le modifiche ciclistiche dicevamo: da segnalare che la versione SP adotta più raffinate ed esclusive sospensioni Öhlins, caratterizzate da una escursione maggiore rispetto a quelle standard e ovviamente da una diversa taratura. La SP si riconosce anche per la pompa del freno anteriore radiale.
La pista di Castellolì dove abbiamo provato la Ducati Hypermotard 939 SP è piuttosto veloce e sconnessa. Un tracciato non proprio congeniale per una moto che nasce per il misto stretto: eppure ci siamo divertiti non poco. Gas spalancato, ginocchio a terra, lunghe impennate e infiniti traversi... queste le regole del gioco.
Da un punto di vista ciclistico le differenze rispetto al passato sono minime: la moto è una lama nello scendere in piega e a cambiare direzione nelle varianti. Lo sterzo non ha filtro alcuno, la ruota anteriore è direttamente connessa alle volontà del pilota. Una caratteristica che potrebbe prendere in contropiede un pilota poco smaliziato ma che per fortuna rimane entro limiti accettabili: insomma, la Hypermotard rimane una moto specialistica, anche se alla portata di tutti (basta adeguare il passo alle proprie possibilità). L'aspetto positivo di questa naked, che strizza l'occhio alle motard, è che offre anche una buona stabilità sul veloce e sullo sconnesso, fatto non scontato visto l'impostazione radicale. Le sospensioni dalla lunga escursione lavorano alla grande, anche se occorre chiudere un po' l'idraulica per limitare i trasferimenti di carico se si guida in modo aggressivo.
Il motore Testastretta Ducati fa il resto offrendo una erogazione piatta e corposa su tutto l'arco di erogazione: dai 3.000 giri agli oltre 8.000 indicato la spinta è costante. Fin troppo a dir la verità... visto che un po' più di brio agli alti regimi gli avrebbe regalato qualcosina in più a livello di carattere. In pista, oltre allo scarico racing che regala un po' di brio alla moto, abbiamo utilizzato la mappatura Race che offre una risposta molto diretta del gas, una taratura del traction control poco invasiva (non l'abbiamo mai sentito intervenire...) e l'ABS solo sulla ruota anteriore. Un’impostazione che permette una guida davvero divertente, specie in staccata dove ci si può esibire in lunghi e sempre controllabili traversi. In questo senso il freno posteriore si è rivelato sempre ben modulabile; avremmo invece gradito un po' più di mordente da quello anteriore. Occorre insomma agire con decisione sulla leva per sfruttare a dovere il doppio disco.
Da un punto di vista tecnico la Ducati Hypermotard 939 non è stata stravolta rispetto alla vecchia versione. Esteticamente le modifiche sono quasi nulle: il silenziatore è più lungo e compare un piccolo radiatore dell'olio sotto a quello del liquido di raffreddamento. E anche a livello ciclistico non si segnalano stravolgimenti. Le novità sono tutte per il bicilindrico Testastretta 11° che cresce di cilindrata raggiungendo la soglia dei 937 cc ed è omologato Euro4: ciò è stato possibile grazie all'aumento dell'alesaggio, all'introduzione di nuovi pistoni, nuove bielle e di un inedito albero motore. Invariato il diametro delle valvole, questo per ottimizzare la combustione ai medi regimi: la coppia è infatti aumentata del 18% a 6000 giri rispetto alla Hyper 821.
Invariata l'elettronica di gestione imperniata sui tre riding mode Sport, Touring e Urban per le versioni base e "Strada", Race, Sport e Wet per la Hyper SP: questi sono abbinati a specifiche tarature dell'ABS e del Traction Control. Occhio però, perché se ci si esibisce in lunghe impennate (eventualità non così remota con questa moto) la ruota anteriore potrebbe smettere di girare a causa dell'attrito delle pastiglie sui dischi e di quello dei cuscinetti; se questo accade per più di un secondo e mezzo, il sistema interpreta questa condizione come un errore e disattiva i controlli. E alla prima curva potrebbero sorgere dei problemi.
Poche le modifiche ciclistiche dicevamo: da segnalare che la versione SP adotta più raffinate ed esclusive sospensioni Öhlins, caratterizzate da una escursione maggiore rispetto a quelle standard e ovviamente da una diversa taratura. La SP si riconosce anche per la pompa del freno anteriore radiale.
La pista di Castellolì dove abbiamo provato la Ducati Hypermotard 939 SP è piuttosto veloce e sconnessa. Un tracciato non proprio congeniale per una moto che nasce per il misto stretto: eppure ci siamo divertiti non poco. Gas spalancato, ginocchio a terra, lunghe impennate e infiniti traversi... queste le regole del gioco.
Da un punto di vista ciclistico le differenze rispetto al passato sono minime: la moto è una lama nello scendere in piega e a cambiare direzione nelle varianti. Lo sterzo non ha filtro alcuno, la ruota anteriore è direttamente connessa alle volontà del pilota. Una caratteristica che potrebbe prendere in contropiede un pilota poco smaliziato ma che per fortuna rimane entro limiti accettabili: insomma, la Hypermotard rimane una moto specialistica, anche se alla portata di tutti (basta adeguare il passo alle proprie possibilità). L'aspetto positivo di questa naked, che strizza l'occhio alle motard, è che offre anche una buona stabilità sul veloce e sullo sconnesso, fatto non scontato visto l'impostazione radicale. Le sospensioni dalla lunga escursione lavorano alla grande, anche se occorre chiudere un po' l'idraulica per limitare i trasferimenti di carico se si guida in modo aggressivo.
Il motore Testastretta Ducati fa il resto offrendo una erogazione piatta e corposa su tutto l'arco di erogazione: dai 3.000 giri agli oltre 8.000 indicato la spinta è costante. Fin troppo a dir la verità... visto che un po' più di brio agli alti regimi gli avrebbe regalato qualcosina in più a livello di carattere. In pista, oltre allo scarico racing che regala un po' di brio alla moto, abbiamo utilizzato la mappatura Race che offre una risposta molto diretta del gas, una taratura del traction control poco invasiva (non l'abbiamo mai sentito intervenire...) e l'ABS solo sulla ruota anteriore. Un’impostazione che permette una guida davvero divertente, specie in staccata dove ci si può esibire in lunghi e sempre controllabili traversi. In questo senso il freno posteriore si è rivelato sempre ben modulabile; avremmo invece gradito un po' più di mordente da quello anteriore. Occorre insomma agire con decisione sulla leva per sfruttare a dovere il doppio disco.
Non va dimenticato però che la Ducati Hypermotard 939 nasce anche e soprattutto per la guida su strada. In questo senso la 939 "base" offre un compromesso eccellente tra divertimento, costi e feeling. Le sospensioni, in questo allestimento, risultano più morbide e quindi meno a punto se si guida con decisione. Ma è anche vero che la strada non è la pista e le sollecitazioni sono decisamente minori: in questo frangente la Hyper si rivela ben bilanciata, precisa ma comunque rapidissima nel misto.
Il bicilindrico in questo senso non offre il fianco a critica grazie alla sua elasticità: in sesta si può scendere fin quasi a 2.500 giri e spalancare senza troppi problemi. Così, il ricorso al cambio (peraltro magnifico) si fa contenuto, e la piacevolezza di guida ne guadagna non poco. Le differenze tra le due mappature principalmente utilizzate (Sport e Touring) non sono marcate e una scelta di una rispetto all'altra va fatta in funzione del feeling personale e del percorso affrontato: il risultato finale rimane il medesimo... ci si diverte parecchio. Per vedere tutte le foto e i dettagli della Ducati Hypermotard 939, clicca qui!
Il bicilindrico in questo senso non offre il fianco a critica grazie alla sua elasticità: in sesta si può scendere fin quasi a 2.500 giri e spalancare senza troppi problemi. Così, il ricorso al cambio (peraltro magnifico) si fa contenuto, e la piacevolezza di guida ne guadagna non poco. Le differenze tra le due mappature principalmente utilizzate (Sport e Touring) non sono marcate e una scelta di una rispetto all'altra va fatta in funzione del feeling personale e del percorso affrontato: il risultato finale rimane il medesimo... ci si diverte parecchio. Per vedere tutte le foto e i dettagli della Ducati Hypermotard 939, clicca qui!
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