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BMW S 1000 RR: la regina del Tourist Trophy

di Andrea Padovani il 19/11/2014 in Anteprime

Una giornata in pista a Jerez de la Frontera. Tutte le moto da gara BMW a disposizione. E poi lei tra tutte... la S 1000 RR SBK vincitrice del Senior TT con Michael Dunlop all'Isola di Man. Perché guidare il missile che ha dominato la gara più assurda di sempre è una storia da raccontare ai nipoti...

BMW S 1000 RR: la regina del Tourist Trophy
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E poi ricevi una mail in cui ti dicono che devi andare a Jerez de la Frontera, in Spagna, a provare tutte le moto da gara della BMW. E ti senti piccolo piccolo… Un po' perché una moto da competizione, comunque sia e qualunque sia il campionato in cui corre, mette sempre una certa apprensione. Un po' perché il marchio dell'elica è uno di quelli che pesano davvero nel mondo delle due ruote. Un po' perché il programma della giornata di test non prevede una moto da gara soltanto… no no, ne prevede ben sei!
"Sei?" direte voi… Sì, sei. Tante sono le S 1000 RR schierate nei vari campionati mondiali e nazionali in giro per il mondo. E sicuramente ne sarà rimasta fuori qualcuna, magari un po' più di secondo piano. Ma poco importa, visto che sulla corsia dei box della pista andalusa ci sarà la crema delle moto tedesche, amorevolmente accudite dai meccanici dei rispettivi team, perfettamente schierati e pronti all'interno dei singoli box. La lista dei mezzi da provare è davvero lunga e non basterebbe tutto il web per approfondire ogni aspetto tecnico di queste "bombe", così come non avremmo abbastanza spazio per raccontare tutti i retroscena dei singoli campionati. Per fortuna c'è una moto che ai nostri occhi spicca su tutte e che ci rapisce: è il missile terra-terra che quest'anno ha vinto la gara più prestigiosa tra quelle che si corrono all'Isola di Man, il Senior TT. Stiamo parlando della S 1000 RR SBK di Michael Dunlop. Una moto che sulla carta non è nemmeno tanto particolare o sofisticata rispetto alla media dei mezzi da gara BMW (ovviamente se si esclude il motore "ufficiale" che la spinge, usato da Marco Melandri nel mondiale SBK del 2013…), ma che ha un fascino tremendo agli occhi di chi considera quella gara su strada una meravigliosa follia.


Michael - jeans larghi e consumati, scarpe acquistate in un negozietto di abbigliamento di periferia, una magliettina d'ordinanza griffata BMW - esce dal box spingendo la sua moto e capiamo che sarà una giornata molto particolare. I nostri occhi lo seguono, indugiano sulla carenatura bianca, senza troppi sponsor a macchiarne la grafica. E poi vanno su quell'inconfondibile plexiglas "touring" che in una moto da pista spicca come una meteora in una notte senza luna: scelta comprensibile quando si viaggia per minuti e minuti (!) a 300 km/h e più… Rimaniamo incantati non per la moto in sé, ma per quello che rappresenta.
Non che le BMW schierate tutt'intorno siano da meno. C'è da perdere la testa da tanto ben di Dio: perché se là in fondo, al box 22, c'è la moto numero 1 del TT, qualche metro prima troviamo la S 1000 RR del Penz13.com Racing Team impegnata nell'EWC, il Campionato del Mondo Endurance, poi l'HP4 Superstock schierata nell'IDM, il campionato nazionale tedesco. Nel box successivo c'è la corrispettiva versione SBK, sempre di provenienza IDM, che a sua volta precede una delle moto più interessanti della giornata, la SBK della classe EVO portata in gara da Sylvain Barrier nel Campionato del Mondo Superbike. Ma non è finita perché a seguire c'è la coppia di tedesche che battagliano nel BSB, la serie nazionale inglese, uno dei campionati più prestigiosi e combattuti a livello mondiale: stiamo parlando della versione STK e poco più avanti della SBK portata in gara da Ryuichi Kiyonari. Alla fine della fila, però, con la sua aurea magica, rimane lei, la S 1000 RR preparata per Dunlop e lo IOMTT. Pare che sia l'ultima moto da provare perché risulterebbe la più potente del lotto, oltre 220 CV! La faccenda è preoccupante…

La mattinata trascorre piacevolmente tra le interviste e le fotografie di rito. Il programma, infatti, prevede il test delle moto (la bellezza di tre giri ciascuna!) nel pomeriggio in un'unica ininterrotta sessione durante la quale si sale e si scende da ogni mezzo in rapida successione. Come dire... nemmeno il tempo di fare quattro chiacchiere con il meccanico di turno per capire a grandi linee cosa stiamo per guidare o per approfittare di qualche consiglio. Insomma, un'orgia di emozioni da catalogare alla svelta: delle varie S 1000 RR, anche a causa della modalità della prova e del fatto che di base stiamo parlando sostanzialmente sempre della stessa moto, rimangono solo fiotti di adrenalina e qualche sfocata impressione: guidando quella da endurance, ad esempio, ci rendiamo conto che - contrariamente a quanto si può pensare - nulla è concesso alla comodità, anche la sella (altissima) è un pezzo di travertino confrontata con le altre. Però la moto sfoggia dettagli unici, utilizzati in questo tipo di competizioni: tubi freno con sganci rapidi, doppio bocchettone sul serbatoio e fanali d'ordinanza. Tra le due moto dell'IDM rimane invece impressa la posizione di guida della STK portata in gara dalla giovane e minuta Lucy Glöckner: roba da far ammattire anche un fachiro. Decisamente meno problematica la SBK di Markus Reiterberger, che spicca per il compromesso ideale tra maneggevolezza e stabilità.
La moto dei sogni è però quella che prende parte al Mondiale SBK (nella classe EVO), guidata da Sylvain Barrier, con motore rigorosamente stock e ciclistica SBK. Un gioiello nell'estetica, nelle finiture ma anche nella messa a punto: nella guida ogni reazione è morbida e misurata, il feeling col gas perfetto, il comportamento della ciclistica sempre consono alle volontà del pilota. Non è un fulmine in inserimento di curva, ma ripaga con un rigore direzionale assoluto che per assurdo rassicura e invita a spingere di più.
Delle due moto del BSB rimane impressa invece la scritta fatta dai meccanici sulla piastra di sterzo della versione SBK, portata in gara da Kiyonari: "NO TC!". Niente controllo di trazione o altre diavolerie elettroniche: giocare col gas per tre giri con quasi 210 CV alla ruota non è esperienza da poco…

Ci avviciniamo con circospezione all'ultimo box e in un attimo abbiamo la conferma che il mondo della gare su strada non ha nulla a che fare con il resto: lo spazio è spoglio, pochi attrezzi, Michael Dunlop è seduto quasi in disparte. Chiacchiera - in un inglese incomprensibile - con un meccanico che a pochi metri armeggia con un fusto di benzina, in attesa che rientri la moto. Proviamo a parlare con l'ultimo erede della dinastia irlandese, ma non sembra averne molta voglia: ci dicono essere un po' taciturno, forse timido, non sappiamo se questo abbia a che fare con il suo coraggio smisurato (leggi l'intervista). Forse, più semplicemente, lui è fatto così.
Il vocione del quattro cilindri che rientra ci richiama alla realtà: ci giriamo, ancora una volta guardiamo quel plexiglas impressionante. Per il resto questa S 1000 RR è una SBK a tutti gli effetti: forcella e ammortizzatore Öhlins, scarico completo Akrapovic, cerchi forgiati, forcellone factory ed elettronica al top. Il motore di questa moto però proviene direttamente dal reparto corse BMW Motorrad Motorsport ed è quello usato dalle moto ufficiali schierate nel 2013. È accreditato di oltre 220 CV a 14.300 giri, una potenza che sulla carta non dovrebbe essere nemmeno tanto facile da sfruttare appieno visto che l'elettronica è un po' più "semplice" di quella usata in passato nel Mondiale SBK. Il contributo dei tecnici tedeschi - presenti durante tutta la settimana di gare all'Isola di Man - è però evidente: il lavoro di messa a punto della moto per il TT, in base alle indicazioni di Dunlop, è stato notevole e i risultati si sentono anche qui, su un tracciato tradizionale come quello di Jerez. Indossiamo casco e guanti... e partiamo!

Di questa moto ci rimangono impresse soprattutto tre cose: la prima è la protezione aerodinamica super. Anche quando si guida con le braccia mezze piegate, per il massimo controllo tra una curva e l'altra, si riposa in una bolla di tranquillità. Al TT, dove la velocità media è di quasi 213 km/h (record fatto registrare da Bruce Anstey proprio quest'anno…) e un giro di pista è di oltre 60 km, una carenatura protettiva fa la differenza. L'altra peculiarità di questa moto è l'assetto: leggenda vuole che per andare forte al TT occorra una taratura delle sospensioni pressoché "stradale" questo per assorbire tutte le malformazioni del fondo e i tanti salti senza troppe ripercussioni sulla ciclistica. Beh, nulla di vero! La moto di Dunlop è tutt'altro: forse anche a causa del peso dell'irlandese, non proprio esile fisicamente, questa BMW risulta "ferma" sulle sospensioni, sempre ben sostenuta tanto all'avantreno quanto al retrotreno, caratteristica che permette di guidare in scioltezza anche tra cordoli, staccate violente e accelerazioni decise. Magari la taratura è stata fatta ad hoc per la pista spagnola, ma poco importa: la precisione rimane elevata in ogni frangente, quasi rassicurante.
Rassicurante... ma fino a un certo punto visto che il motore - e siamo alla terza peculiarità della S 1000 RR targata TT - è davvero impressionante, il più esplosivo tra quelli provati a Jerez. La principale differenza risiede nell'erogazione, decisamente appuntita: ai medi la spinta è buona ma non paragonabile a quella delle altre BMW "racing" provate. Quello che impressiona è invece la botta di coppia che si registra all'approssimarsi dei 10.000 giri e la successiva spinta che si esaurisce solo quando la lancetta entra in zona rossa. Si narra che Michael usi questa spinta "extra" per chiudere la traiettoria in uscita di curva, innescando una leggera derapata... Provate a immaginare tutto ciò mentre volate a 320 km/h tra muretti, marciapiedi, alberi e case. Come abbiamo già detto… una meravigliosa follia!

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