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Jonathan Rea: "Il mio segreto per vincere 4 mondiali? Mangiare il cioccolato!"
Cannibale in pista, quattro volte campione del mondo SBK con la Kawasaki, il nordirlandese sa quanto per un pilota conti l’alimentazione, ma ci spiega anche perché a volte è giusto concedersi qualche eccezione
Una vita per le corse e la famiglia
Quattro volte campione del mondo SBK con la Kawasaki il 31enne nordirlandese non sta solo lasciando il segno nel campionato delle derivate, ne sta facendo la storia: è lui il più vincente di tutti i tempi.Nella sua vita tutto ruota intorno alle sue grandi passioni: le corse e la famiglia. Rea riesce a conciliare i sacrifici imposti dal suo lavoro, senza però rinunciare a vivere con i suoi bambini. Rea è poi stato capace negli anni di creare un clima famigliare anche nel suo team. Questo equilibrio che ha creato lo rende il campione che è: un pilota che quando è in sella riesce ad avere l’aggressività di un esordiente e la tattica e l’esperienza di un veterano.
Rea, un campione che sa quel che mangia
Ovviamente l’allenamento è fondamentale per Rea: ama fare palestra, andare in bici e pratica cross per tenersi in forma. Ma è anche sempre attento a quel che mangia, anche se dalle sue Instagram Stories non si direbbe, come quando dopo la doppietta in Portogallo era alle prese con hamburger e birra. “A casa mangio molto sano, ma talvolta mi piace mangiare junk food e postarlo sui social. L’ultima moda sembra essere quella di pubblicare foto di allenamenti faticosi o ciotole di superfood con cereali, frutta secca, acai, yogurt e semi vari. A me invece piace creare un po' di scompiglio”. Scherzi a parte, Rea prende l'alimentazione seriamente. Sa che deve essere sempre al massimo della forma per spremere la sua Ninja ZX-10RR ed affrontare ogni curva dei 13 appuntamenti del campionato SBK.Non bisogna sempre dire no
Rea sa anche cosa vuol dire fare fatica per rimanere in perfetta forma. “Non sono ossessivo sulla mia dieta, è sana ma se voglio mangiare junk food lo faccio, sono un tipo che prende tutto con moderazione. A volte, ad esempio, ho voglia di un hamburger e lo mangio. Credo sia sbagliato avere il diavoletto sulla spalla che ti dice “no, non mangiarlo” quando il tuo cuore e la tua testa dicono “lo voglio!” devi solo trovare un equilibrio. A volte ad esempio dopo una doppia simulazione di gara il venerdì ho voglia di qualcosa che mi riempia lo stomaco e non dico no”.Il nordirlandese sa bene il ruolo positivo o negativo che l'alimentazione può svolgere. Come ogni atleta è conscio dello stato e dei bisogni del suo corpo; probabilmente ad un livello più alto rispetto alla media di un qualunque essere umano. Per essere al top Rea sa che deve prima di tutto investire su se stesso e questo significa rimanere in forma.
Il triangolo umano
"Sono fortunato perché lavoro con alcuni dei migliori medici al mondo, ho fatto i test delle intolleranze e faccio un esame del sangue ogni due mesi a Barcellona, dove ho scoperto in cosa potrei essere carente ", rivela. "Cerchiamo di bilanciare il 'triangolo umano' come lo chiamiamo con i diversi stati di emozione, capacità fisiche e mentali. Puoi fare molto con il cibo, e il sangue non mente. A volte un medico può dire se non ho dormito solo dai risultati degli esami del sangue".
Rea come altri piloti sa che il suo peso ha anche un impatto sulla competitività in gara. "Quest'anno abbiamo registrato il mio peso prima e dopo le sessioni per conoscere ad esempio la perdita e il guadagno di liquidi", dice. "Il mio peso è stabile da alcuni anni. Ho usato un nutrizionista in passato, ma in generale posso dire che la mia dieta è davvero buona. Senza diventare ossessivi cerco di usare le mie conoscenze più che posso. In realtà so già che rendo meno se nel weekend di gara mangio molti snacks!".
L'alimentazione è stata un'area in cui la scienza dello sport ha fatto grandi progressi negli ultimi due decenni. L'esplorazione del modo in cui le sostanze chimiche, i composti e la miriade di gruppi di alimenti influiscono sui nostri corpi ha portato alla proliferazione dei diversi tipi di prodotti per intolleranti ora sugli scaffali dei supermercati.
"Sono abbastanza tollerante alla maggior parte dei cibi, quindi sono decisamente fortunato", commenta. "So che alcuni piloti possono mangiare solo certe cose a causa di problemi di stomaco, ansia, sonno o digestione ... ma per quanto mi riguarda potrei mangiare un Big Mac sulla griglia di partenza e fare gli stessi 21 giri come se avessi mangiato un riso in bianco".
"Non mi sento mai in colpa quando mangio", sorride mentre ci ‘confessa’. "Amo la cioccolata... e non dico mai di no. Forse l’unica cosa per cui potrei sentirmi in colpa potrebbe essere bere vino o forse mangiare al takeaway cinese. Ma se voglio togliermi uno sfizio e non ho voglia di cucinare mangio anche quello, e lo finisco tutto!".
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