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Ducati V2: il bicilindrico del nuovo millennio
Completo cambio di paradigma per il motore più iconico di Borgo Panigale: via il desmo, meno cavalli e massima ricerca della leggerezza per tornare a proporre sportive all’italiana
Dopo che il V4 Granturismo ha rotto il ghiaccio, le molle valvola sbarcano anche sul V2 di Borgo Panigale, e a dire il vero questa è solo la punta dell’iceberg di una trasformazione che vede il twin più famoso del mondo tornare un po’ sui suoi passi. Come abbiamo già ricordato, la metamorfosi del “pompone” da motore ricco di coppia ai medi, con un carattere che ancora sopravviveva sulla 916 e la 996, in mostro iperquadro dedicato alla pista, aveva un po’ sacrificato quel bel carattere che aveva fatto la fortuna delle “sportive all’italiana” negli Anni 80 e 90: non necessariamente tantissimi CV, ma gran leggerezza e tanta coppia da usare su strada.
Ducati V2: è tutto nuovo
Ecco: dopo gli eccessi del Testastretta Superquadro, il nuovo bicilindrico Ducati pare tornare un po’ alle origini, e pazienza se nel farlo rinuncia alla distribuzione desmodromica, probabilmente con il desiderio di contenere i costi e allungare gli intervalli di manutenzione.Carta di identità: V 90°, 890 cc, potenza tra i 115 e i 120 CV a seconda della declinazione, alesaggio e corsa di 96 x 61,5 mm per un rapporto A/C = 1,56, lo stesso della 1198. Vale a dire tornare alle proporzioni della 998, 999 e 1198, quelle del Testastretta normale, non Superquadro. Detto questo, il motore è naturalmente tutto nuovo. Ha la fasatura variabile IVT sulla sola aspirazione (come il KTM LC8 di ultima generazione), le canne riportate in alluminio e un peso di soli 54,4 kg, quasi 6 kg meno del Testastretta Evoluzione e anche del Desmodue ad aria, quasi 10 kg meno del Superquadro 955! I cilindri non sono a L con l’anteriore orizzontale, ma ruotati indietro di 20° per contenere l’interasse.