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Royal Enfield Himalayan: la prova sull'Himalaya +VIDEO+
La piccola Adventure indiana è stata aggiornata sotto ogni punto di vista. Nuovo motore e nuova ciclistica, ma rimane lo stile puramente Himalayano caratteristico della fuoristradista di Royal Enfield. Scopri come va su Dueruote.it
Non sempre gli aggiornamenti puntano a stravolgere quello che esiste e spesso non c’è il bisogno di farlo. Dal 2016 Royal Enfield è riuscita a entrare nel cuore di alcuni appassionati dell’Adventure che non hanno particolari necessità. Himalayan la conosciamo bene, motore di “piccola” cilindrata rispetto alla media del segmento ma con tanta coppia, una linea semplice quasi rude per l’assemblaggio delle parti ma caratteristica. Si potrebbe definire come la moto semplice.
Ecco se a questo si aggiunge qualche cavallo in più, un tocco di modernità sulla linea e sulla connettività e una ciclistica più pronta non si può che ottenere di meglio. In questa logica si sviluppa proprio la nuova Himalayan che nasce dalla voglia, da parte della casa, di mantenere lo stile e lo spirito di questa moto ma migliorandola sia dal lato delle specifiche tecniche che nell'aspetto.
Nuovo Look
Abbiamo detto che rimane lo stile ma l’Himalayan a primo impatto sembra quasi un’altra moto per le sue nuove linee. Ora si avvicina molto a quella che è una moto più moderna grazie a una linea fluida data dal grosso serbatoio da 17 L (che consente 450 km di autonomia), dall’assemblaggio dei componenti più compatto e dai fari e frecce LED. In particolare, sparisce il faro posteriore e le luci di posizione e stop ora sono integrate negli indicatori di direzione. Anche la sella ha una forma più ergonomica, mentre rimangono i telaietti di serie sul serbatoio e il portapacchi posteriore.
Novità maggiore naturalmente il propulsore, diventa poco più grande adesso, 452 cc, ma guadagna tanto in termini tecnici. 40 cv a 8.000 giri e 40 Nm già a 5.500 giri, quindi quasi il doppio della potenza rispetto alla prima versione e un guadagno di coppia di oltre il 20% su tutti i punti della curva, di fatti dal grafico si nota che già a 3.000 giri, il motore riesce ad esprimere il 90% della coppia totale. Il guadagno è dovuto al nuovo sviluppo e processi di produzione ma anche dal passaggio del raffreddamento da aria a liquido.
Tra le altre novità del motore è stata aggiunta la sesta marcia, il sistema Ride By Wire che ha consentito l’aggiunta di due mappe (ECO e Performance) e adesso è leggermente ruotato nell’alloggio del telaio per ridurre le vibrazioni.
A proposito arriva anche un nuovo telaio a doppia trave in acciaio che modifica le misure di qualche punto raggiungendo assieme al forcellone 2245 mm di lunghezza. In tema di misure il peso in ordine di marcia è di 196 kg, mentre l’altezza della sella standard è regolabile tra i 825 mm e i 845 mm. Disponibile anche una sella ribassata regolabile nelle misure 805 mm e 825 mm.
Continua la ciclistica con una forcella a steli rovesciati da 43 mm e 200 mm di escursione e un mono posteriore con altrettanti 200 mm di escursione. Le ruote sono da 21” all’anteriore e 17” dietro con pneumatici di primo equipaggiamento CEAT 90/90 davanti e 140/80 al posteriore.
Conclude l’impianto frenante con dischi da 320 mm all’anteriore e pinza a doppio pistoncino, mentre dietro il disco è da 270 mm con pinza a singolo pistoncino. Rimane l’ABS disinseribile al posteriore.
La prova
La nuova Royal Enfield Himalayan cambia completamente le abitudini rispetto alla prima versione. Lo stile è lo stesso ma adesso si comporta meglio sotto ogni punto di vista.
Il motore adesso più pronto si nota dal primo istante. Ha di più da dare sia agli alti per girare più veloci ma anche ai medi/bassi; la coppia erogata in maniera omogenea consente di viaggiare con una marcia in più senza che il motore borbotti oppure di recuperare in uscita di curva se si esce con un rapporto più alto.
La sesta marcia poi ha senso per farla girare più tranquilla ad alte velocità; infatti, a una velocità di crociera di 110 km/h si viaggia senza fatica. Degna di nota l’assenza di vibrazioni se non per qualche attimo sulle pedane nei transitori ma nel complesso un ottimo lavoro.
Il giro sull’Himalaya alla presentazione della moto ci ha permesso di metterla alla prova su strade lisce, piene di curve ma anche in fuoristrada e su fondi malridotti. Partendo dalle prime, nelle condizioni migliori la Himalayan mostra tutti i suoi aggiornamenti rispetto alla prima versione. Il nuovo telaio è più rigido e meglio strutturato che unito alla nuova ciclistica consente una maggior stabilità complessiva. Buone le sospensioni, soprattutto la nuova forcella che asseconda bene nonostante la taratura morbida, infatti attenua le asperità ma non rimbalza in caso di avvallamenti.
In generale la moto su strada si guida senza problemi, i cambi di direzione sono abbastanza rapidi, non è proprio pronta alla guida sportiva, a fermarla nelle curve veloci è la presenza del 21 all’anteriore ma aprendo il gas ci si diverte parecchio e le gomme di primo equipaggiamento Ceat seguono l'andatura grazie alla buona tenuta. Il comparto freni poi potrebbe essere un pelo più mordente ma è adatto alla media di utilizzo di questa moto, risultano però grandi le leve e poco pratiche da utilizzare con un dito solo in fuoristrada.
A proposito di sterrato, in questo ambiente la Himalayan procede senza timore. Se a vederla a primo impatto potrebbe risultare adatta solo a facilissime strade bianche, anche in presenza di qualche tratto più impegnativo ne viene sempre fuori senza troppa fatica. Il motore che come già accennato riesce a sostenere i bassi regimi è adatto per i punti lenti, senza dover scalare una marcia. Perciò anche per chi è alle prime armi risulta facile nella gestione, peccato per l’attacco della frizione che si apprezzerebbe più deciso.
Le sospensioni anche in questo caso sono il punto forte, soprattutto quando si viaggia veloci. A basse velocità, infatti, la sensazione è quella di incertezza, per poi risultare più sostenute quando si accelera.
Per un buon controllo sui facili fuoristrada le gomme semitassellate sono preparate, perdono però appena ci si trova su terreni molto disconnessi e bagnati, mentre i freni non eccessivi in quanto potenza frenante sono ideali in offroad.
Connettività e accessori
Più moderno il nuovo display TFT che mostra i principali dati di viaggio. È stato inoltre sviluppato un software con il motore di Google per poter proiettare direttamente la navigazione di Google Maps durante la guida eliminando il sistema Turn By Turn.
Sei le colorazioni che saranno disponibili: Hanle Black, Kamet White, Slate Himalayan Salt, Slate Poppy Blue, Kaza Brown. Diversi accessori saranno dedicati per renderla ancora più pratica al turismo ed è prevista l'uscita di un pacchetto dedicato all'off-road, un punto di domanda invece il prezzo che verrà svelato più avanti.
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