Moto & Scooter
Suzuki: storia, successi e moto iconiche
Dalla fondazione nel 1920 come costruttore di telai per l’industria tessile, ai successi commerciali e sportivi in campo motociclistico. Una storia ultracentenaria, tutta da raccontare
Michio Suzuki, fondatore della Suzuki, nasce nel 1887 da una famiglia di agricoltori nel distretto giapponese di Enshu dove l'industria tessile ha prosperato fin dal 1700 e anche lui decise che il suo futuro sarebbe stato nel settore tessile.
Grazie a quanto imparato durante un periodo di apprendistato come carpentiere, Michio realizzò, completamente da solo, un telaio a pedale in legno e metallo che regalò a sua madre, Machi e che diede al ventunenne la sicurezza e la consapevolezza per fondare la sua azienda, la Suzuki Loom Works.
Nel 1920, la depressione postbellica causò il crollo del mercato azionario giapponese e molte società fallirono. Non la Suzuki Loom Works che mostrò invece grande solidità, registrando una crescita costante, così che il 15 marzo 1920 Suzuki prese la coraggiosa decisione di trasformarla in una società per azioni: la Suzuki Loom Manufacturing Co.
Nonostante l’azienda fosse in forte crescita, Suzuki sognava di cimentarsi in un nuovo settore commerciale, al di fuori dell'industria tessile e scommise sulla produzione automobilistica completando, nel 1937, il suo primo prototipo di automobile. L'ingresso del Giappone nella seconda guerra mondiale costrinse però Suzuki a congelare il progetto di entrare nel settore automobilistico.
Gli anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale furono i più difficili. L'economia giapponese era in forte crisi, il quartier generale della società era stato attaccato e distrutto dai raid aerei e l'azienda doveva fronteggiare una drammatica crisi. Ma poi gli Stati Uniti annunciarono l'intenzione di rivitalizzare l'industria tessile giapponese, consentendo all'azienda di ritornare in attività.
Il governo ordinò all'azienda di produrre in serie vestiti femminili e le cose iniziarono a migliorare, ma la diffusione dei movimenti operai e gli scioperi che si intensificarono all’interno della Suzuki fecero calarono progressivamente gli ordini. L'azienda attraversò una fase di crisi fino al 1952, quando lanciò il primo prodotto motorizzato.
Da un’idea di Shunzo Suzuki, nel 1952 nasce “Power Free”, la prima bicicletta a motore marchiata Suzuki. Ad Hamamatsu, dove risiede la casa madre di Suzuki, ci sono spesso forti venti stagionali che rendono difficile la circolazione quando il vento è contrario e visto che Shunzo Suzuki era solito utilizzare la sua bicicletta per andare a pesca, pensò che “sarebbe molto più semplice se questa bici avesse un motore…”. Nello stesso periodo, le normative sull’uso delle biciclette a motore cambiarono, passando dall’obbligo della patente al solo permesso di circolazione, rendendole perciò accessibili a tutti frequentando un semplice corso. Questo aiutò molto la “Power Free” nel suo successo immediato, con vendite da record.
Grazie al successo della Power Free, Suzuki iniziò a sviluppare bicilette motorizzate con motori più potenti. La seconda bicicletta motorizzata fu la Diamond Free, messa in vendita nel marzo del 1953. Il motore da 60cc., con 2 cavalli era più potente delle biciclette a motore della concorrenza e, nell'autunno dello stesso anno, il suo volume di produzione superò le aspettative, raggiungendo il 150% della produzione mensile prevista.
A seguito dei grandi successi di vendita nel settore moto, il 1° giugno 1954 il nome dell'azienda fu cambiato da Suzuki Loom Manufacturing Co. a Suzuki Motor Co. Ltd.
Questo cambio di nome fu anche una chiara manifestazione della volontà di tornare a cimentarsi nella produzione automobilistica e nell'autunno del '54, un nuovo gruppo di lavoro, formato da ragazzi di soli 28 anni, ultimò il primo prototipo di automobile, che venne proposta sul mercato con il nome di Suzulight.
Nel 1958, venne svolta una selezione per scegliere il nuovo logo Suzuki. Tra le più di 300 proposte, venne scelto il logo proposto dal Sig. Masamichi Tezeni, iscritto all'Università delle Arti di Tokyo, che era una rappresentazione della "S" iniziale dell'azienda. Da quel momento, il logo Suzuki rimase invariato e riconosciuto a livello internazionale fino ai giorni nostri
Nel 1962 fu stabilita la politica aziendale Suzuki, definita "Mission Statement" che tutti i dipendenti hanno condiviso quotidianamente e che prevede lo sviluppo di prodotti di valore superiore concentrandosi sul cliente, la costituzione di una società fresca e innovativa attraverso il lavoro di squadra e l’obiettivo dell'eccellenza individuale attraverso il miglioramento continuo.
Oggi i prodotti Suzuki possono essere raggruppati in tre categorie: automobili, motocicli e motori fuoribordo, anche se nel recente passato Suzuki ha sviluppato e prodotto, motoslitte, imbarcazioni, spazzaneve, veicoli a tre ruote e sedie a rotelle motorizzate.
Le date e i modelli che hanno fatto la storia di Suzuki in campo motociclistico
Nel 1971 entra in commercio la Suzuki GT750, quella che è considerata la prima vera Superbike. La GT750 è dotata di un motore a tre cilindri, due tempi, raffreddato a liquido. L’affidabilità e la facilità di utilizzo la rendono una delle moto leggendarie negli anni ’70.
Gli anni 70 regalano soddisfazioni a Suzuki anche a livello sportivo, visto che 1976 e 1977 vince i suoi primi Mondiali piloti e costruttori nella classe regina con l’inglese Barry Sheene, in sella alla RG 500.
Nel 1978 viene lanciata la Suzuki GS1000, una quattro cilindri da 1000cc. che stabilisce nuovi standard per le moto Superbike, tanto che gli americani Wes Cooley e Mike Baldwin la portano in trionfo nella più importante gara giapponese, la 8 ore di Suzuka.
Nel 1980, 60 anni dopo la fondazione dell'azienda, viene lanciata la serie GSX, con quattro motorizzazioni che spaziano dai 250 ai 1100 cc. La serie GSX sarà la base sulla quale nascerà l’iconica serie "Katana".
Nel 1981 è la volta di Marco Lucchinelli a diventare campione del mondo della classe 500cc. Grazie al suo stile di guida unico (che gli consente di ottenere il soprannome di “cavallo pazzo”) ottiene 5 vittorie e 105 punti in sella alla RG500. Un anno dopo, nel 1982 un altro italiano è campione del mondo: Franco Uncini trionfa nel mondiale con cinque vittorie nel campionato e oltre 100 punti in classifica, e vince la classe regina in sella alla RG500 ereditata proprio da Marco Lucchinelli.
Il 1985 è un altro anno fondamentale per Suzuki: entra in commercio la GSX-R750 un modello destinato a cambiare per sempre il concetto di moto sportiva. Si tratta infatti della prima vera race replica stradale con motore da più di 100CV e un peso di soli 176 kg. Nello stesso anno viene lanciata anche la nuova enduro monocilindrica DR600.
Nel 1993, undici anni dopo l’ultimo titolo di Franco Uncini, Suzuki torna in cima al mondo con Kevin Schwantz che vince il Campionato del Mondo classe 500 cc. sulla RGV500 scrivendo il proprio nome negli annali di sempre dei campioni.
Nel 1999 Suzuki torna a far parlare di se con il lancio dell’iper sportiva Hayabusa GSX-R1300, che si propone come una delle moto più veloci disponibili sul mercato. Nello stesso anno viene importato in Italia il primo Bugman 400, uno dei maggiori successi commerciali di Suzuki in Italia.
Il 2000 viene festeggiato degnamente da Suzuki con una nuova vittoria nel Motomondiale. Kenny Roberts Junior vince infatti il Campionato del Mondo classe 500cc su RGV500 celebrando così l’ottantesimo anniversario Suzuki.
Il 2001 è l’anno del lancio della GSX-R1000. La nuova arrivata della famiglia GSX-R ha lo stesso incredibile impatto che ebbe la prima GSX-R nel 1985, riscrivendo le regole in materia di performance, maneggevolezza, stile e contenimento dei pesi dominando i tracciati di gara e collezionando premi in giro per il mondo.
Nel 2006 la GSR600 è la moto più venduta in Italia, con 7.745 unità. Mentre Alessandro Polita con la GSX-R1000 del Celani Team Suzuki Italia vince il Campionato Mondiale Superstock 1000.
Nel 2016 arriva la sesta generazione di GSX-R1000 con la versione “R” Basta la storia motociclistica e sportiva di questa GSX-R per presentare la regina delle supersportive: 12 titoli in 15 anni nel Campionato Mondiale Endurance, 10 titoli nell'AMA Superbike Championship, 8 vittorie alla leggendaria 24 Ore di Le Mans e 17 al Bol d'Or.
Nel 2018 Suzuki rilancia la mitica Katana. La nuova Katana riprende le linee della mitico modello del 1981 rivedendola in chiave moderna. Un nome che rispecchia le linee precise e taglienti di una moto perfettamente bilanciata... proprio come la spada Katana.
Nel 2020 Suzuki compie 100 anni e festeggia al meglio il compleanno tornando sul tetto sul mondo della classe regina per la settima volta nella sua storia grazie a Joan Mir, cui bastano una sola vittoria e 7 podi per conquistare il suo primo titolo mo.ndiale in MotoGP Arriva sul mercato anche la nuova V-Strom 1050XT che incorpora elementi provenienti sia dalla storica DR-Z sia dalla leggendaria DR-BIG.
Nel 2022 Suzuki ufficializza l'addio alla MotoGP, non senza prima ottenere le vittorie in Australia e a Valencia di Alex Rins. A fine anno vengono presentate all’EICMA di Milano le nuove V-STROM 800DE e GSX-8S.
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