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Ducati Multistrada V4 S: simply the BEST!

Stefano Gaeta
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Primo contatto sull'Appennino bolognese con la quarta generazione della crossover bolognese: radicalmente rinnovata in tutti i comparti, la Multistrada V4 S si piazza al vertice del segmento forte di un motore super e di una versatilità davvero sorprendente

Pur se il 2020 verrà ricordato come uno degli anni più difficili della storia recente, ha anche acceso qualche piccola luce di speranza. Come quella che arriva da Borgo Panigale, dove un efficiente e motivatissimo team di uomini e donne ha continuato a lavorare alacremente per regalare agli appassionati, nonostante tutto, le novità promesse. In particolare, quelle basate sullo straordinario motore V4 di Ducati, protagonista su tre moto che se la giocano per posizionarsi al vertice delle rispettive categorie. Se il lancio del Model Year 2020 della Panigale V4S a inizio anno è stato una sorpresa piacevole ma non stravolgente, e l’incontro in pieno lockdown con la nuova Streetfighter V4 un'emozione in un certo senso attesa, arrivare a mettere finalmente il sedere sull’attesissima Multistrada V4 si preannuncia come un’esperienza per certi versi scioccante. Non solo perché questa moto si prefigge di spostare i riferimenti di categoria, mettendo in campo una tale quantità di contenuti che non basterebbe un numero intero di Dueruote per raccontarveli tutti. Ma ancor più perché non teme di disorientare gli appassionati del marchio bolognese con le sue scelte tecniche: distribuzione non desmodromica, forcellone posteriore bibraccio e ruota anteriore da 19 pollici, che hanno subito scatenato un’infinità di discussioni.

Scopri tutti i segreti della Multistrada V4 S!

La Multistrada V4 è talmente cambiata rispetto alla V2 che è stata valutata la possibilità di darle un altro nome

Vi lasciamo quindi immaginare quanto grande fosse la voglia di vederla dal vivo e di poterla guidare su alcune delle strade, sia asfaltate che sterrate, che hanno fatto da proving ground per lo sviluppo di questa maxi enduro. La primissima impressione è che a livello di design la Multistrada V4 voglia apparire meno “leccata” rispetto all’ultima bicilindrica. Dalla quale si discosta in maniera così radicale che, ci hanno confessato, era stata addirittura presa in considerazione l’eventualità di cambiarle nome. Ha una linea volutamente sbilanciata verso l’anteriore, dominato dall’imponente serbatoio da 22 litri e dal cupolino termoformato – una tecnologia che evita distorsioni ottiche anche in condizioni di guida difficili come buio o maltempo – dalle dimensioni relativamente contenute e facilmente regolabile anche in movimento. Più sottile e sfuggente la parte posteriore, con la sezione di coda che appoggia sul un bel telaietto a traliccio. Ogni appendice aerodinamica, ogni griglia, ogni feritoia che troviamo sulla Multi ha una funzione specifica destinata a migliorare il comfort per il pilota, sia questo termico o di protezione dalla pressione dell’aria: risultati ottenuti con tante ore di prove in galleria del vento.

Linea fortemente sbilanciata verso l'anteriore, grande serbatoio da 22 litri, forcellone bibraccio per ospitare i cerchi a raggi e grande attenzione al comfort di marcia

Anche in sella, la prima impressione è fondamentale. La Multi V4 è stretta di fianchi nel punto di raccordo tra sella e serbatoio, e la sella regolabile tra 840 e 860 mm di altezza ci permette di toccare bene con i piedi per terra. Il manubrio è largo il giusto, le pedane danno il corretto grado di flessione delle ginocchia una volta in sella. Il V4 italiano prende vita senza sussulti e si piazza istantaneamente al minimo, come un fedele compagno pronto ad esaudire ogni nostro desiderio. I 1158 cc del V4 Granturismo sono in grado di erogare 170 CV a 10.500 giri/min con 125 Nm di coppia a 8.750 giri/min. La sua potenza è imbrigliata da un’elettronica da vera superbike, con il Ducati Safety Pack nella sua versione più completa: ogni possibile sistema di assistenza alla guida attualmente disponibile per migliorare le performance ed aumentare la sicurezza in tutti i frangenti. Proprio in quest’ottica debuttano, prima mondiale su una moto, i due radar che gestiscono il cruise control adattivo e il controllo degli angoli ciechi. Sistemi che abbiamo testato durante la nostra prova in un veloce trasferimento autostradale e che ci hanno lasciato davvero stupiti per efficacia e facilità d’uso. La Multi V4 mantiene la distanza dal veicolo che la precede, aumentando e diminuendo la velocità al bisogno e segnalando l’approssimarsi di un mezzo da dietro con l’accensione di un led sullo specchio retrovisore.

Come è fattto il nuovo motore V4 Granturismo!

I due radar di bordo sono una prima mondiale. Quello posteriore controlla gli angoli ciechi e segnala i veicoli in avvicinamento

Quindi nella prova “Touring” – uno dei quattro riding mode, ovvero gli impieghi per i quali la Multi V4 è stata progettata insieme a “Urban”, “Sport” ed “Enduro” – la moto è promossa a pieni voti. Comoda, comodissima, con una protezione aerodinamica eccelsa, zero vibrazioni e il motore che gira sornione come se aspettasse solo la prima apertura completa del gas per lanciare il suo pilota a velocità da capogiro. Una moto in grado di macinare centinaia di chilometri senza alcuna fatica per chi è in sella. Una volta usciti dall’autostrada ci dirigiamo verso il Passo della Raticosa e questa GT autostradale si trasforma: dopo dieci curve ci sembra di aver sempre e solo guidato la nuova maxi enduro bolognese. La facilità con la quale la Multi V4 si lascia condurre è davvero incredibile: scende in piega in maniera perfettamente controllata andando a prendere il punto di corda con una precisione da riferimento. E la ruota da 19”? Noi l’abbiamo sempre ritenuta, per questo segmento di moto, la scelta definitiva; ma anche i suoi più strenui detrattori rimarranno sorpresi.

efficacia dinamica davvero stratosferica per la multistrada V4: facile, intuitiva ma anche velocissima all'occorrenza. La ruota da 19" non la limita affatto

Molto del merito dell’efficacia nella guida sportiva della Multi V4 in questo allestimeno S è da ricercare nella resa perfetta delle sospensioni semiattive con algoritmo “Ducati Skyhook” e dotate ora anche del sistema Autolevelling che rileva il carico a bordo e regola di conseguenza la taratura. Praticamente infinite le possibilità di regolazione, alle quali si accede tramite un pratico joystick e visualizzando le scelte su un bel pannello TFT da 6,5”. Alzando il ritmo ai limiti della guida su strada abbiamo l’impressione di essere in sella ad una mega motard, per quanto la maxi bolognese asseconda i nostri pruriti più teppistici. Solo nei cambi di direzione più incarogniti si avverte una leggerissima inerzia dovuta al diametro della ruota anteriore; ma stiamo parlando di condizioni davvero limite. Tutta l’elettronica lavora alla perfezione, tranquillizzandoci con la sua presenza senza mai palesarsi. Anche in questo caso le possibilità di personalizzazione sono numerosissime e permettono al pilota di scegliere di guidare la Multistrada V4 esattamente come la preferisce.

Il motore Granturismo V4 è il grande protagonista: corposo, maschio senza mettere in soggezione, spara fuori dalle curve anche con due marce di troppo

E il motore? Beh, quello merita un capitolo a parte, per le sue straordinarie qualità. Gira al regime del minimo che sembra davvero elettrico. Con qualsiasi rapporto inserito è disponibile a far acquistare velocità alla Multi con una veemenza fuori dal comune. Se goduto ai medi regimi è quanto di più fantastico si possa desiderare in sella ad una moto. Corposo, maschio senza mettere mai in soggezione, spinge fortissimo fuori dalle curve anche con due marce di troppo. Se poi si decide di rinunciare alla fucilata del perfetto quickshifter per insistere con il gas, il V4 Granturismo mette in campo la sua stretta parentela con quello che equipaggia la Superbike di casa e punta al limitatore con la cattiveria tipica di un motore racing. Poi, quando la curva successiva sembra volerci investire, l’impianto Brembo risponde alla grande con un primo attacco della frenata perfetto e una potenza che su strada sembra infinita.

Cerchi a raggi e pirelli scorpion rally str: la Multistrada cambia pelle e si appresta ad accompagnarci in fuoristrada

L’ultima parte del test si svolge su una bella strada bianca con un po’ di sassi smossi. Ad attenderci troviamo delle Multistrada V4 calzate con pneumatici Pirelli Scorpion Rally su cerchi a raggi: la possibilità di scegliere indifferentemente tra cerchi in lega o cerchi a raggi è il motivo principale che ha spinto gli ingegneri Ducati a optare per il forcellone bibraccio. Anche fuori dall’asfalto, la Multistrada V4 si rivela subito a suo agio. Non dà l’impressione di una massa complicata da gestire, segno di una corretta distribuzione dei pesi. Anche in questo caso la perfetta erogazione del motore aiuta a mettere a proprio agio il pilota, con una risposta da manuale. In piedi sulle pedane tutti i comandi restano a portata di mano e la crossover bolognese si lascia guidare con facilità e un grande divertimento.

obiettivo centrato anche fuori dall'asfalto: la Multi V4 maschera il suo peso e si muove con facilità anche quando si guida in piedi

Questa quarta generazione della Multistrada è, senza alcun dubbio, la più Multistrada di sempre. Se dieci anni fa la seconda generazione, introducendo i riding mode, aveva allungato la coperta permettendo di destreggiarsi in diverse situazioni, ora questa V4 non solo si districa, ma eccelle in qualsiasi frangente: tanto nel turismo a lungo raggio quanto per una velocissima sgroppata su qualche passo montano. A suo agio nell’uso di tutti i giorni come nella guida in off-road. È arrivato il momento, per le concorrenti, di iniziare a rincorrere.
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