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Ducati Panigale Superleggera atto TERZO
Progetto immaginabile, eppure super-segreto: siglato Project 1708, ad Eicma non ce n’era traccia, né se ne era fatto cenno da allora, ma ora sta per diventare realtà (per pochi)
Negli anni Novanta, quando la Ducati non aveva ancora vinto nemmeno un titolo SBK e l’inglese dava una patina di nobiltà, c’era la “SS 900 Superlight”. Da allora la Ducati di strada ne ha fatta tanta, ma così tanta che è stata capace da sola di riabilitare l’italiano all’estero, come solo la Ferrari era riuscita a fare. E così eccoci arrivati al terzo atto della saga “Superleggera”: dopo la Panigale 1199 e la Panigale 1299, ecco la prima V4 che debutterà nella prossima primavera.
Bellissima, efficacissima, esclusiva: la Panigale V4 Superleggera si candida a diventare la hypersport più desiderata del pianeta. A patto di avere un portafogli bello gonfio – oltre che una bella manetta
Project 1708
Progetto immaginabile, eppure super-segreto: siglato Project 1708, ad EICMA non ce n’era traccia, né se ne era fatto cenno da allora. Ma qualche fuga di notizie c’è stata: prima sulla testata inglese MCN, poi attraverso l’incontrollabile rete dei social. E così eccoci a commentare la prima foto “ufficiosa”, insieme con la prima scheda tecnica condivisa da un fortunato cliente americano che l’ha già ordinata per la bella somma di 100.000 dollari.
Per la prima Superleggera V4 pare che Ducati si sia spinta sempre più dalle parti della MotoGP, e non solo per la livrea derivata da quella della Desmosedici GP19 o la evoluta aerodinamica con doppia ala – quella superiore a più stadi per raggiungere un valore di deportanza superiore a quello della Panigale V4R del 67%, e più alto addirittura di quello della Desmosedici GP19. Potendo contare sul recente e potentissismo V4, a Borgo Panigale sono infatti riusciti ad avvicinare il rapporto peso/potenza delle moto di Dovi e Petrux.
Partiamo dal peso. Come il nome richiede, è stato fatto un certosino lavoro di alleggerimento: la fibra di carbonio è stata usata non sono solo per le carene (-0,6 kg), ma anche per telaio (-1,2 kg), telaietto (-1,2 kg) forcellone (-0,9 kg) e ruote realizzate da BST (-3,4 kg). Il titanio è stato usato per la viteria, ma anche per l’albero a camme, mentre la frizione è una STM, a secco come sulle Ducati di una volta; questi due interventi hanno limato altri 2,8 kg. Un kg e quattro etti sono stati tolti grazie a corona e catena (Regina ORAW2), e altro peso è stato levato grazie ai classici interventi su piastre di sterzo, pedane e leveraggi del mono, tutti ricavati dal pieno. Mezzo kg rispetto alla Panigale V4R se ne va persino dalle sospensioni Öhlins: una forcella NPX 25/30 pressurizzata con piedini dal pieno e un mono TTX36 con molla in titanio e valvole interne riprese dalla MotoGP dalla scorrevolezza esagerata.
Si scende così ad appena 152 kg a secco (172 kg con il pieno), un peso piuma che il V4 bolognese non farà fatica a fiondare fuori dalle curve, specialmente in questa configurazione che raggiunge i 224 CV a 15.250 giri/min (115 Nm a 11.750 giri/min) che possono salire a 234 CV con il kit racing che oltre allo scarico speciale Akrapovic conta su coperchio frizione in fibra di carbonio, elettronica DDA+, cover forcellone in carbonio e titanio, coperture per le sedi di specchietti, portatarga e fari. Ma la leggerezza tornerà buona anche al momento di frenare la Superleggera V4 in fondo ai rettilinei, lavoro di cui si faranno carico i freni Brembo Stylema R, con pistoncini rivisti e pinze dotate di dissipatori e pompa MCS con comando remoto per la leva del freno anteriore.
Bellissima, efficacissima, esclusiva: la Panigale V4 Superleggera si candida a diventare la hypersport più desiderata del pianeta. A patto di avere un portafogli bello gonfio – oltre che una bella manetta.
In attesa di vedere le altre immagini della Ducati V4 Superleggera ecco tutti i dettagli della Panigale V4 R 2020