Moto & Scooter
Italjet Formula 125: un progetto rivoluzionario
Monobraccio anteriore, linea aggressiva e motore a due cilindri. Ecco come è nato l’Italjet Formula, uno dei progetti più originali di Leopoldo Tartarini
Vi ricordate l’Italjet Formula 125? Era un progetto per l’epoca rivoluzionario nel segmento degli scooter destinati al pubblico dei sedicenni. La sua peculiarità era nascosta dalle aggressive forme della carrozzeria: si trattava del propulsore bicilindrico a due tempi raffreddato a liquido da 114 cc e 13,6 CV di potenza massima, erogati in prossimità dei 7.500 giri/minuto.
Per trovare un altro scooter con caratteristiche meccaniche similari bisogna correre indietro negli anni, fino ai mitici sixties, e focalizzarsi su un altro mezzo all’epoca rivoluzionario: il Formichino della Rumi.
Dal punto di vista estetico attirò in egual misura favori e critiche: la vista frontale era leggermente sporcata dal grosso radiatore del liquido di raffreddamento, nascosto sotto la carenatura. La soluzione era la stessa adottata anche sul Formula 50 LC e differente dal modello ad aria, più snello e filante. Il posteriore era invece identico fra tutti i modelli, e bello: scocca filante, sella ampia e bocchettone del carburante “racing”, in bella vista sul lato destro.
Per trovare un altro scooter con caratteristiche meccaniche similari bisogna correre indietro negli anni, fino ai mitici sixties, e focalizzarsi su un altro mezzo all’epoca rivoluzionario: il Formichino della Rumi.
Nato a Ferragosto
Il Formula 125 bicilindrico nacque in piena estate a Ferragosto raccontò all’epoca Leopoldo Tartarini, il patron della Italjet. In quel periodo l’estroso imprenditore era in vacanza e gli venne in mente di unire due motori monocilindrici. Nacque così lo scooter con motore bicilindrico che nella prima metà degli Anni 90 era una cosa fuori dagli schemi... Senza far passare troppo tempo, il primo prototipo venne realizzato lo stesso mese da Franco Morini.Il canto della sirena
Fra le altre peculiarità dell’Italjet Formula 125 LC c’era anche il sound, lo stesso Tartarini lo definiva simile al canto di una sirena, una musica ottenuta grazie al doppio silenziatore di scarico sovrapposto che impreziosiva il profilo destro. E non andava nemmeno piano! I soli 110 kg di peso gli garantivano un bello spunto al semaforo. Anche l’allungo non era male. All’estero il Formula bicilindrico ebbe un discreto successo e ancora oggi si possono scovare sul web esemplari pesantemente elaborati in grado di far emozionare con il loro bel canto, spesso amplificato da silenziatori ad espansione realizzati ad hoc. Volete farvi un’idea? Andate a sbirciare questo blog.Dal punto di vista estetico attirò in egual misura favori e critiche: la vista frontale era leggermente sporcata dal grosso radiatore del liquido di raffreddamento, nascosto sotto la carenatura. La soluzione era la stessa adottata anche sul Formula 50 LC e differente dal modello ad aria, più snello e filante. Il posteriore era invece identico fra tutti i modelli, e bello: scocca filante, sella ampia e bocchettone del carburante “racing”, in bella vista sul lato destro.