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Massimo Tartarini: il Dragster 700? Non ci fermeremo certo lì

Christian Cavaciuti
di Christian Cavaciuti il 14/11/2024 in Attualità
Massimo Tartarini: il Dragster 700? Non ci fermeremo certo lì
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Il patron e designer di Italjet ci spiega a che punto è la Casa bolognese specializzata in scooter ipersportivi e i prossimi passi. Che andranno oltre lo scooter…

A qualcuno il Dragster non piace: eccessivo in tutto, pretenzioso. Si può pensare e dire quello che si vuole, ma finora Massimo Tartarini è il re Mida dello scooter: col Dragster 125/200 e ora il 700 ha realizzato edizioni limitate andate a ruba, seguite da migliaia di ordini in tutto il mondo per una crescita esponenziale e, fin qui, senza intoppi. Finché l’estro non tradirà il designer bolognese figlio di Leopoldo Tartarini, Italjet è senz’altro in buone mani.

Massimo, il Dragster 700 era una bomba annunciata. Non avevamo invece ancora visto lo Speedster.

“È uno scooter con lo stesso motore del Dragster 125 e 200 ma una ciclistica più tradizionale, senza tutte le parti in alluminio che ne fanno aumentare tanto il costo. È comunque un modello ipersportivo e senza compromessi in fatto di design – aspetto sul quale i nostri clienti sono molto esigenti – ma con un prezzo aggressivo che resterà sotto i 4.000 euro, per chi non può permettersi un Dragster.”

Voi usate i motori bialbero che Aprilia ha dismesso. Non ci sono problemi con l’omologazione Euro5+?

“No, questi motori sono stati sviluppati con Ricardo, un colosso del settore. Sono nati Euro4, ma hanno avuto tutti gli upgrade per l’omologazione Euro5 e a gennaio saranno in regola anche con la Euro5+.”

Massimo Tartarini: il Dragster 700? Non ci fermeremo certo lì

"esportiamo il 95% della nostra produzione, siamo fortissimi in asia. e a breve saremo pronti con le omologazioni per esportare negli usa"

Massimo Tartarini (Italjet)

Torniamo al Dragster: l’ultima volta che ne avevamo parlato vendeva molto di più all’estero che da noi.

“È ancora così abbiamo una rete vendita attiva in 45 Paesi, e il 95% delle vendite va all’estero. Siamo particolarmente orgogliosi del suo successo in Giappone: sappiamo tutti come i giapponesi diano quasi sempre la preferenza ai prodotti locali. Il Dragster è diventato un must in tutta l’Asia, stiamo vendendo più di tanti concorrenti italiani e il nostro importatore giapponese è uno dei tre principali, insieme a Tailandia e Filippine. Ma sono in crescita anche il Messico e la Cina, che ha assorbito subito 2.500 moto, e stiamo concludendo le procedure di omologazione per gli Stati Uniti, dove la domanda è molto forte e sbarcheremo nel 2025.”

Dopo aver esagerato con la ciclistica, col 700 avete esagerato con il motore.

“Il Dragster 700 nasce come modello ispirato alle moto sportive. Non volevo fare l’ennesimo clone del TMAX, ma un veicolo pensato per i motociclisti, che ti dà piacere di guida se ami usare cambio e frizione a pedale. È stato sviluppato con una ciclistica che ti assicura una guida che nessun altro scooter può dare.”

Avrà lo stesso successo internazionale del fratello minore?

“È un veicolo meno adatto ai Paesi del Sud-Est asiatico, dove non amano il cambio a marce. Mi aspetto che vada più in Europa e Stati Uniti. Per la Limited Edition (700 esemplari con sospensioni Öhlins e scarico Akrapovič, ndr) abbiamo già una domanda incredibile da Spagna e Germania.”

Finora è andato tutto bene: successo immediato e vi siete posizionati subito tra i veicoli premium.

“Sì, abbiamo una risposta bellissima e una clientela molto fidelizzata. Ci sono clienti che spendono in accessori più del costo del veicolo, anche più di 10.000 euro di accessori. Non sono tante le Case che riescono ad avere un riscontro del genere.”

Massimo Tartarini: il Dragster 700? Non ci fermeremo certo lì

"nel nostro futuro c'è uno scooter 400. e magari una moto sportiva"

Massimo Tartarini (Italjet)

Quale pensi che sia il segreto?

“Non vogliamo entrare in competizione con i grandi marchi, ma restare in una nicchia in cui possiamo assicurare ai nostri clienti quelle forti emozioni che magari altre aziende non riescono più a dare. Anche se scooter, le nostre sono comunque delle dream bike: ci rivolgiamo a clienti che possono apprezzare dei veicoli unici, in cui riversi tutta la tua passione. Uno degli insegnamenti di mio padre era ‘Mai copiare gli altri, sempre tracciare la strada’, fosse solo per questi pochi. Che poi magari sono pochi in Italia, ma diventano tanti se vendi in tutto il mondo.”

Come ti immagini il futuro di Italjet? Finora abbiamo visto scooter molto innovativi ma anche molto radicati nella tradizione del Marchio. Che però ha una storia molto articolata, con anche moto un po’ di tutti i tipi.

“Per il futuro ho in mente una crescita a livello motoristico, come abbiamo iniziato a mostrare col Dragster 700. Non ti nego che oltre agli scooter stiamo valutando anche il settore delle moto sportive, diciamo attorno ai 1.000 cc di cilindrata. Ma la prossima mossa sarà chiudere il gap tra i nostri 125/200 e il 700 con uno scooter 400 che vedrete l’anno prossimo: sarà completamente diverso da Dragster e Speedster, ma sempre molto innovativo. L’ho portato anche qui in fiera, ma è chiuso a chiave nella dark room: non voglio che me lo copino.”

Finché non sbagli un colpo, diremmo che le prospettive sono rosee.

“Pensiamo che mantenere uno spiccato carattere sia la strada giusta. Adesso vieni nella dark room, ti faccio vedere in anteprima il nuovo 400.”

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