Moto & Scooter
Su Dueruote di Marzo: Scrambler Ducati Desert Sled "Black Edition"
La nuova colorazione "Black edition" è l'occasione per un viaggio sulle pagine di Dueruote (IN EDICOLA) alle radici del successo delle moto tassellate. Una tendenza che si porta dentro la polvere e il fango di un'epoca che ha contagiato tutti: ragazzi di ieri e ragazzi di oggi
Si pronuncia ‹skrä'mblë›, sostantivo inglese [derivato del verbo (to) scramble, «arrampicarsi» e, anche, «scompigliare, confondere», da cui il significato usato in italiano al maschile. – 1. Termine usato, specialmente in passato, per indicare una motocicletta per gare di motocross, con ruote piccole, parafanghi molto distanziati dai pneumatici e manubrio alto, talora periscopico, a forcella".
Questo, secondo una autorevole quanto fantasiosa definizione (gare di motocross, ruote piccole e manubrio periscopico?), l'identikit che la Treccani ha riservato al termine Scrambler. Il tutto fa sorridere perché, nell'immaginario collettivo di appassionati e non, la descrizione può essere molto più chiara e sintetica: "Modello prodotto da Ducati nello stabilimento di Borgo Panigale (ma anche nello stabilimento spagnolo Mototrans) con motore monocilindrico a quattro tempi da 250 cc dal 1960, quindi anche 350 e 450 dal 1968 al 1974 e, a partire dal 2015, con bicilindrico desmodromico".
Ducati non è stata l'unica e prima Casa motociclistica ad avere scelto il nome di una specialità per battezzare un suo modello. Oggi, con i problemi legati allo sfruttamento dei diritti, sarebbe impensabile vedere commercializzata una Honda MotoGP, o una Yamaha Superbike, ma non bisogna dimenticare che negli anni Ottanta c'è stata una BMW R 80 G/S Paris-Dakar...
Questo, secondo una autorevole quanto fantasiosa definizione (gare di motocross, ruote piccole e manubrio periscopico?), l'identikit che la Treccani ha riservato al termine Scrambler. Il tutto fa sorridere perché, nell'immaginario collettivo di appassionati e non, la descrizione può essere molto più chiara e sintetica: "Modello prodotto da Ducati nello stabilimento di Borgo Panigale (ma anche nello stabilimento spagnolo Mototrans) con motore monocilindrico a quattro tempi da 250 cc dal 1960, quindi anche 350 e 450 dal 1968 al 1974 e, a partire dal 2015, con bicilindrico desmodromico".
Ducati non è stata l'unica e prima Casa motociclistica ad avere scelto il nome di una specialità per battezzare un suo modello. Oggi, con i problemi legati allo sfruttamento dei diritti, sarebbe impensabile vedere commercializzata una Honda MotoGP, o una Yamaha Superbike, ma non bisogna dimenticare che negli anni Ottanta c'è stata una BMW R 80 G/S Paris-Dakar...
La storia ricorda poi varie Gilera Enduro e un numero imprecisato di Scrambler, da Moto Morini a Parilla, passando per innumerevoli declinazioni di modelli stradali inglesi o giapponesi (oggi anche tedeschi), riadattati a un vago utilizzo off-road. Eppure mezzo secolo fa come oggi, quando si cita questo nome, la mente corre verso Bologna… come mai? La storia prosegue sulle pagine di Dueruote di Marzo da oggi in edicola e subito disponibile nella Digital Edition, cliccando qui!
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