Moto & Scooter
Quota 20.000: concluso il test del Maxsym
Dodici mesi e oltre 20.000 km trascorsi senza risparmiare al maxi scooter taiwanese nulla: al mare e con la neve, in città e in autostrada. Nessun problema di rilievo, buona robustezza complessiva e prestazioni praticamente immutate
Un'avventura che si è aperta e chiusa sotto due fitte nevicate: una a febbraio 2012, quando abbiamo ritirato il MaxSym 400, e una a febbraio 2013 quando lo consegnamo per lo smontaggio. In mezzo, oltre 20.000 km – mezzo giro del pianeta – percorsi in tutte le condizioni: da soli e con il passeggero, in città e in autostrada, al mare e in montagna; e sempre senza tanti riguardi, per sottoporre la meccanica del maxi taiwanese a uno "stress test" come si deve.
Una prova impegnativa sia per lui, che per chi ha dovuto provvedere a usarlo intensivamente, annotare i consumi, verificare periodicamente le prestazioni e tenere un vero e proprio "diario di bordo".
Non ci siamo accontentati di rilevare le prestazioni: al termine dei 20.000 km abbiamo sottoposto il MaxSym a uno smontaggio completo
Del MaxSym abbiamo apprezzato soprattutto il comfort, offerto dall’ampia sella e dal buono spazio per le gambe, e le doti della ciclistica, con un plus per la frenata e per il feeling con l’avantreno a tutte le velocità, che come detto è davvero da riferimento. Poche le pecche, e tutte sul lato comfort: le sospensioni posteriori rigide, soprattutto sullo sconnesso, qualche vibrazione di troppo soprattutto agli alti regimi e una trasmissione perfettibile.
Nel corso dei dodici mesi di utilizzo abbiamo effettuato sul 400 taiwanese quattro tagliandi (a 1.000, 5.000, 10.000 e 15.000 km) e quattro verifiche intermedie (iniziale, 6.500, 15.000 e 20.000 km), compresi i rilevamenti in pista, il cui riepilogo trovate più avanti. I risultati sono stati rassicuranti: oltre agli interventi programmati, non ci sono stati grossi imprevisti: si è trattato soprattutto di fastidi. Da subito abbiamo riscontrato un funzionamento impreciso dell’indicatore carburante. Al momento dello smontaggio, abbiamo scoperto la causa: il galleggiante è coassiale alla pompa, e la pompa è montata in posizione inclinata. Di conseguenza il galleggiante “legge” nella prima metà della corsa quasi tutto lo svuotamento, e la seconda metà della corsa avviene a serbatoio già quasi vuoto, con il risultato che se non si tengono d’occhio i km percorsi (l’autonomia con un pieno è di circa 300 km) si rischia di rimanere a piedi.
Ai 10.000 km circa abbiamo riscontrato una lieve incertezza nell’avviamento del motore, sia a freddo che a caldo, un disaccoppiamento di alcuni particolari della carrozzeria a seguito di allentamenti della viteria e la perdita del tappetino di gomma destro della pedana durante un tragitto autostradale. Questi ultimi problemi sono legati alle vibrazioni, la cui entità ha continuato ad aumentare nel tempo, evidenziata da consistenti scuotimenti del parabrezza. Sempre questo motivo spiega forse l’improvvisa e simultanea rottura di entrambi gli anabbaglianti, avvenuta di notte in autostrada attorno ai 15.000 km e che ci ha fatto scoprire che il bel proiettore quadruplo richiede, per accedere alle lampade, lo smontaggio della parte anteriore della carrozzeria: una leggerezza di progettazione non rara nel mondo degli scooter, ma comunque fastidiosa.
Anche l'usura piuttosto rapida e irregolare delle gomme (abbiamo sempre adottato le Maxxis Radial di primo equipaggiamento, peraltro piuttosto costose) può essere considerata compatibile con il peso del mezzo, e probabilmente con le caratteristiche di questa specifica mescola. Soprattutto con basse temperature esterne (sotto i 5°), il loro funzionamento non ci è parso esemplare: il feeling si riduce molto, soprattutto su fondi bagnati, in frenata e in ingresso curva. Al contrario, il freddo sembra non impensierire il motore, che si è avviato sempre con facilità.
Nella seconda metà della prova, superati i 10.000 km, abbiamo riscontrato un innalzamento progressivo del regime di minimo. Arrivati ai 15.000 km, però, il relativo tagliando, più “consistente” dei precedenti (comprendeva, oltre alle gomme, anche parte della trasmissione) ha tutto sommato riportato indietro nel tempo il MaxSym. Solo il tasso di vibrazioni è rimasto superiore a quello del veicolo nuovo, e la pigrizia in ripresa non è stata del tutto recuperata. Nel complesso, comunque, il decadimento motoristico e ciclistico del MaxSym è rimasto molto contenuto, anche dopo aver superato i 20.000 km. Anche i consumi, sempre un indicatore eloquente dello stato di efficienza del motore, non si sono spostati in modo significativo durante la prova, mantenendosi sempre attorno all'ottimo valore di 20 km/l.
Una notazione importante, peraltro comune a tutti moderni scooter, riguarda i costi di carrozzeria, che nonostante il ricorso ai pannelli in plastica al posto dell'acciaio portante ai livelli di quelli automobilistici. Durante un servizio fotografico ad appena 540 km di utilizzo, il MaxSym è caduto dal cavalletto laterale atterrando sul lato destro: riportarlo a nuovo (operazione peraltro non indispensabile dal punto di vista funzionale) è costato oltre 600 euro: quasi quanto tutti i tagliandi.
Come si evince dai grafici riportati qui sopra, le prestazioni del Sym MaxSym 400i nell'arco degli oltre 20.000 km sono rimaste stabili anzi l'accelerazione, addirittura è migliorata! La prova di ripresa mostra l'importanza della sostituzione a 15.000 km di massette e cinghia.
Benzina consumata: 962,8 litri per circa 1.700 euro
Tagliandi 5.000/10.000/15.000: 796,44 euro totali
Acquisto pneumatici Maxxis Radial: 384,30 euro
Totale costo chilometrico (escluso acquisto): 0,18 euro/km
Riparazione per caduta accidentale da fermo: 612,03 euro
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