Moto & Scooter
Triumph Street Triple R, principessa ribelle
Quanto ci si può divertire con 9000 euro? Tanto, se si sceglie una fun bike stilosa e coinvolgente come la nuda inglese

Meccanicamente la Street R vanta dunque tutti i pregi dell'allestimento standard, ma sfoggia un livello di componentistica superiore. Come dimostrano i freni con pinze radiali a quattro pistoncini e pompa radiale, che non hanno nulla da invidiare a quelli "racing" delle sportive. E infatti anche il pacchetto di sospensioni, completamente regolabili, deriva direttamente dalla Daytona 675. Un dichiarato mix tra strada e pista votato alla versatilità d'uso, e orientato alla soddisfazione del motociclista, compreso quello più esigente ed esperto. Soddisfazione che passa necessariamente anche per il motore a tre cilindri in linea da 675cc, 12 valvole raffreddato a liquido. Un propulsore generoso, capace di 106 CV di potenza a 11.700 giri e ben 68 Nm di coppia a 9.200 giri/min.
E siccome la potenza è nulla senza controllo, la Street R è già predisposta per il cambio elettronico, mentre la strumentazione digitale è dotata di indicatore della marcia inserita e di led regolabili per scegliere il regime di cambiata preferito. Nonché di cronometro che registra fino a 99 passaggi. Il serbatoio ha una capacità di 17,4 litri e in ordine di marcia la Street pesa 189 kg. Il prezzo "in strada" è di 9090 euro.
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A livello di stile, la Street Triple R è in perfetta sintonia con la Casa reale inglese. Ovviamente indirizzandosi verso il look delle giovani principesse moderne, per stare al passo coi tempi. Quindi un design elegante e allo stesso tempo tutto pepe, come l'ormai celebre lato "B" di Pippa Middleton. Linee, spigoli e curve che accendono la passione prima ancora di sedersi in sella e girare la chiave. Mentre il carattere è quello più stravagante, sfrontato ed energico dell'eccentrica Lady Gaga. Sempre sorprendente, piccante ed esagerata, quanto basta per trasformarsi in un successo commerciale.
Per questo la Street Triple al primo impatto può indurre qualche timore reverenziale, ma una volta mostrate le sue doti di principessa ribelle è molto gustosa da domare. E se poi la si vuole scatenare e far "arrabbiare", è subito pronta a trasformarsi nella più amabile e incontenibile delle teppiste urbane.
Sorprendente quanti manager o "cravattati" l'abbiano scelta per evadere dalla noiosa routine dello scooterone cittadino. E il motivo è semplice: si sale in sella per fare il noioso tragitto casa lavoro, ma scatta subito lo spirito del giro al luna park!
In pratica ogni scusa è buona per usarla, dalla commissione alla semplice mezz'ora di svago dopo il lavoro. Si finisce sempre per fare il giro largo, meglio se in qualche stradina meno trafficata fuori città. Ignorando gran parte della bella e completa strumentazione, finendo per guardare sempre e solo il contagiri, per tenere il motore fisso in coppia. Gustandosi in pieno la corposa risposta del comando del gas, pronto a creare una dipendenza vera.
Il risultato è che poi, qualche volta, la situazione scappa di mano e qualche impennata di potenza diventa inevitabile.
Un plauso alle sospensioni regolabili, che rispondono pronte a tutte le sollecitazioni, rendono la "R" nettamente più rigida, stabile e rigorosa rispetto alla versione standard. Questo significa che nella rotondina lenta del centro commerciale, così come sui lunghi curvoni veloci extra-urbani, l'usabilità della Street resta sempre a livelli di eccellenza. Quindi mai un accenno di oscillazioni ciclistiche, dovute ad ammortizzatori "spompati" o che entrano facilmente in crisi. Ciò produce un feeling meraviglioso e costante tra moto e pilota, in tutte le condizioni di asfalto (anche se, su fondi irregolari e sconnessi, la rigidità complessiva provoca qualche fastidioso rimbalzo di troppo). Scendere in piega con la Street, infatti, è un vero gioco da ragazzi, con l'anteriore che si dimostra rapido nei cambi di direzione, ma preciso nel tenere le linee. Impeccabile nelle fasi di inserimento, percorrenza e uscita di curva, dove solo spalancando il gas, la ruota davanti innesca un piacevole galleggiamento a pelo d'asfalto; godibile fino all'inserimento della marcia successiva o alla chiusura del gas.
Allo stesso modo la Triumph "R" è largamente comunicativa in frenata, soprattutto nelle situazioni più critiche, dove sfoggia una modulabilità d'utilizzo più da sportiva che da naked. Una sensazione concretizzata dall'efficacia e della potenza della coppia pinze-dischi firmate Nissin. Un impianto che di fatto accorcia notevolmente gli spazi di arresto, sposando una filosofia di sicurezza davvero molto "street".
La Street chiede una guida molto fisica, con le gambe a contatto del serbatoio, i piedi puntati selle pedane e il sedere a fare da timone. L'impressione è quella di dominare tutta la moto e poterle far fare quello che si vuole, ovunque.
Anche se non gira altissimo come un motore giapponese, il tre cilindri si rivela ancora una volta un compromesso molto divertente. Per questo, se la ciclistica "R" garantisce una tenuta di strada eccellente a tutte le andature, il motore offre un'erogazione adeguatamente appuntita. Ottima la dosabilità del gas che aumenta la sensazione globale di controllo. Il cambio è un pochino ruvido, ma nel complesso la guida è davvero appagante. In pratica la Triumph Street ha le carte in regola per distinguersi su ogni genere di strada: in città nel traffico, da cui emerge con agilità, come nell'extraurbano, fatto di tangenziali e strada veloci. Qui però si evidenziano due piccoli problemi. Il primo è restare nei limiti, mentre il secondo riguarda la totale assenza di protezione aerodinamica data dal cupolino a mezzaluna, che anzi provoca qualche turbolenza di troppo. Ma la Street "R" trova il suo vero terreno di caccia tra sali-scendi e tornati (o in piste non troppo veloci), dove si rivela affilata, grintosa e appagante. Anche se poi i consumi sono un po' elevati, ma il divertimento in questo caso vale il prezzo sempre più salato della benzina.
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