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Aprilia RSV4 R

di Leslie Scazzola il 02/11/2009 in Moto & Scooter

Poche differenze rispetto alla Factory che non tolgono nulla al carattere di questa sportiva. Arriverà a metà novembre a 16.200 euro, chiavi in mano

Aprilia RSV4 R
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Alzi la mano chi può dire in tutta sincerità di non essere rimasto colpito dalla RSV4 Factory. Oggi non parliamo della SBK di Max Biaggi ma della addolcita, e altrettanto fascinosa, versione stradale R.
Quello che colpisce della Factory è la sportività che emana, una maxi che ha dimensioni compatte quanto quelle di una media cilindrata. Una moto raffinata che colpisce per la scelta curata della componentistica e impressiona per le prestazioni dichiarate. Ma queste cose si pagano, e non saranno pochi coloro i quali hanno dovuto rinunciare all'acquisto dopo essersi fatti i conti in tasca, visto che i 20.000 euro richiesti per la moto non sono certo noccioline.
Per venire incontro alle esigenze di tutti i motociclisti, ecco che in Aprilia hanno pensato bene di sfornare una versione più "abbordabile" della loro supersportiva, facendo in modo che, seppur rinunciando ad alcune "leccornie" tecniche, la nuova RSV4 in versione R diventasse competitiva anche nel prezzo d'acquisto, 16.200 chiavi in mano.

L'Aprilia RSV4 è una sportiva nata per la pista

Le modifiche vanno nell'ottica di una semplificazione del progetto, ma si circoscrivono a dettagli che nulla tolgono alle potenzialità pistaiole e alle qualità dinamiche della moto, che si conferma una vera "arma totale".
Le differenze che distinguono la RSV4 R dalla Factory si riassumono nell'utilizzo di sospensioni meno elitarie (forcella Showa e mono Sachs al posto delle Ohlins) e nel telaio in alluminio privo di regolazioni per modificare la posizione del motore. Anche il cannotto di sterzo e l'attacco del forcellone non sono regolabili. Diversi anche i cerchi in fusione di alluminio al posto di quelli forgiati e alcune finiture della carrozzeria in plastica al posto del carbonio.
Il motore, quattro cilindri a V di 65°, rimane invariato, se si escludono i sofisticati cornetti di aspirazione a regolazione elettronica e i coperchi laterali dell'alternatore e della frizione, in alluminio anziché in titanio. A conferma di questo, l'Aprilia dichiara per la R la medesima potenza massima: 180 CV a 12.500 giri.
Tutto il resto è identico, speculare, intercambiabile con la versione più estrema.
In parole povere, se l'ambizione è quella di correre e vincere, la scelta ideale è la Factory, base perfetta per realizzare una moto da competizione. Se invece l'acquisto della moto è legato alla semplice passione, magari anche alla frequentazione delle piste ad un livello meno esasperato, la R è la scelta giusta, considerando i 4.000 euro risparmiati e la garanzia che non si sentirà il bisogno di sostituire neppure una vite.
Aprilia RSV4 R
Salire in sella alla superbike Aprilia fa sempre un certo effetto, anche con la R. Del resto come non rimanere stregati da una sportiva piccola, estremamente compatta e coi semimanubri tremendamente vicini al piano seduta. All'inizio quasi si fatica a credere di esser seduti su una "mille".
In pista poi, la percezione di agilità e maneggevolezza viene accentuata da un avantreno svelto e pronto nella risposta. Peccato che a volte non ne voglia sapere di stare incollato all'asfalto… La RSv4 è infatti molto incline all'impennata, fino in terza marcia!.
L'Aprilia è una moto con cui si entra subito in sintonia, che non fa nulla per metterti a disagio e che anzi, sembra invitarti ad andare sempre più forte.
Difficile trovare delle differenze rispetto alla Factory, tanto che solo nelle esse più veloci del Mugello e negli ingressi in curva coi freni molto tirati è avvertibile una leggera inerzia direzionale, sconosciuta al modello più estremo. Questa caratteristica, imputabile con tutta sicurezza al peso maggiore dei cerchi ruota (+ 4 kg), tuttavia non penalizza minimamente la guida, che anzi beneficia di un comportamento più "umano" e per questo meglio interpretabile anche da piloti che non fanno Biaggi di cognome e Massimiliano di nome.
La sensazione di stabilità sul veloce è disarmante, almeno quanto la precisione con la quale la moto si inserisce in curva ed esegue al millimetro le traiettorie, senza allargare minimamente in uscita. Queste caratteristiche ci hanno chiarito palesemente quanto sia elevato il limite in pista di questa moto.
Il comportamento del quattro cilindri Aprilia è riassumibile con la più banale delle spiegazioni: spinge come un bicilindrico in basso, allunga come un quattro in linea in alto. In realtà, a questa sintetica, ma appropriata spiegazione, va aggiunta la regolarità dell'erogazione fin dai regimi più bassi (il propulsore è un po' ruvido solo sotto i 3.000 giri, praticamente girando al minimo) e l'ampiezza dell'arco di impiego utile in pista, visto che, anche spingendo a fondo, è possibile utilizzare con profitto il motore fin dai 7.000 giri, così da sfruttare al meglio la coppia in uscita e il relativo allungo senza aspettarsi picchi di potenza troppo bruschi. In una parola: entusiasmante!
L'impianto frenante, invariato rispetto alla Factory, si pone ai vertici per potenza e modulabilità; non ha la brutale forza decelerante dei dischi da 330 mm di una Ducati 1198, ma offre un "feeling" che lo rende perfettamente modulabile per ogni situazione.
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