Moto & Scooter
Minimoto: facciamo chiarezza
Quelle cinesi sono il fenomeno commerciale del momento ma non sono giocattoli per bambini. Costano poco, spesso sono pericolose e non si devono assolutamente usare su strada. Attenti anche alla distinzione fra bici elettrica e bici a pedalata assistita
Quelle cinesi sono il fenomeno commerciale del momento ma non sono giocattoli per bambini. Costano poco, spesso sono pericolose e non si devono assolutamente usare su strada. Attenti anche alla distinzione fra bici elettrica e bici a pedalata assistita
di Riccardo Matesic
Da qualche mese a questa parte, molti distributori di carburante e negozi di ricambi auto, hanno in esposizione delle minimoto replica delle MotoGP vere.
Attenzione, non si tratta di un fenomeno solo italiano, perché nel 2005 c?erano già state cinque vittime nel Regno Unito e una in Svezia, nel 2006. Così, a oggi sono quattordici gli stati europei che hanno inviato una segnalazione dei rischi per i cittadini che usano le ?minimoto tarocche? al commissario europeo alla Sanità.
Quello delle minimoto nasce come fenomeno sportivo. Si tratta infatti di veicoli specialistici destinati a essere usati nei kartodromi e su piste dedicate in specifiche gare. Mezzi molto raffinati, visto che arrivano a 14 cavalli di potenza e superano abbondantemente i 100 Km/h. Comunque, qualunque fruitore delle vere minimoto, che costano anche 3000 euro, non si sognerebbe mai di utilizzare il suo mezzo su una strada aperta al traffico o al di fuori di una pista. Perché, come sempre, servono delle garanzie di sicurezza.
Le minimoto cinesi sono invece delle semplici imitazioni, costruite molto al risparmio, con componentistica scadente e non certificata. Non progettate con attenzione in funzione dell’uso e delle sollecitazioni tipiche di questi veicoli. Per questo sono pericolose e non possono essere date ai ragazzi come giocattoli. E per questo i sequestri si moltiplicano.
Dunque le minimoto sono una cosa seria e se volete comperarne una, la raccomandazione è di acquistare un prodotto ufficiale di una vera casa costruttrice. Tra l’altro, i leader del settore siamo proprio noi italiani.
Per quanto riguarda l’uso, raccomandiamo di andarci esclusivamente in pista, vestendo l’abbigliamento adeguato (tuta con ginocchiere e gomitiere, stivali, guanti e casco). Guai ad andarci in strada, visto che si tratta a tutti gli effetti di circolazione con un veicolo non omologato; violazione per la quale le sanzioni sono pesanti e prevedono anche la confisca del mezzo.
Se avete intenzione di acquistare una bici elettrica, sarà il caso che facciate attenzione a ciò che comprate, perché in commercio si possono trovare ancora delle bici non idonee. C’è infatti una profonda differenza fra il concetto di bici a pedalata assistita e quello di bici elettrica. La bici a pedalata assistita è infatti dotata di un semplice motorino elettrico ausiliario, della potenza massima di 0,25 KW, che interviene automaticamente ogni volta che si girano i pedali, fino al raggiungimento della velocità massima di 25 Km/h. Con queste caratteristiche è considerata a tutti gli effetti un velocipede, una bicicletta.
Diverso il caso delle bici elettriche, che hanno un acceleratore che “distribuisce potenza indipendentemente dall’azione della pedalata”. In questo caso per la legge si tratta di ciclomotori, e per usarle su strade aperte al traffico bisogna sottostare a tutte le norme proprie dei motorini: dall’omologazione alla targa, dal patentino all’assicurazione. Pena multe pesanti e la confisca del mezzo. Inutile dire che lo stesso discorso vale anche per i monopattini elettrici. Tutti mezzi che possono essere usati solo su fondi privati e mai sulla pubblica via.
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