Moto & Scooter
Vespa GTS 250 i.e. ABS
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Il mito delle due ruote italiane cresce, si rinnova e migliora sotto il profilo della sicurezza. Adottando il ripartitore della frenata diventa la Vespa più sicura mai prodotta. L'abbiamo provata per verificare il funzionamento dell’Abs e, oltre all
La posizione di guida è comoda e il manubrio largo permette di avere un buon controllo
A pochi mesi di distanza dalla prova della Vespa Gts 250 i.e. siamo tornati in sella allo scooter Piaggio per testare la versione con Abs e verificarne l’efficacia.
A pochi mesi di distanza dalla prova della Vespa Gts 250 i.e. siamo tornati in sella allo scooter Piaggio per testare la versione con Abs e verificarne l’efficacia.
Lo stile è il punto di forza di questa Vespa che riporta alla ribalta i canoni di sportività ed eleganza espressi in passato da altri illustri modelli Piaggio come la 150 Gs e la 90 SS.
Esteticamente non vi sono diversità fra i due modelli; a parte la spia che segnala il funzionamento del dispositivo di frenata nella strumentazione e una piccola targhetta nel retroscudo.
Le differenze tra le due versioni emergono però nel comportamento dinamico dei due scooter che si è dimostrato, nella versione con Abs, molto più sicuro nel traffico cittadino di tutti i giorni. A questo sistema di frenata bisogna però abituarsi e imparare ad utilizzarlo al meglio, perché i migliori risultati si ottengono agendo con decisione su entrambe le leve dei freni, dimenticando la spiacevole e pericolosa sensazione di perdita del controllo che la ruota bloccata ha sempre dato con l’utilizzo di impianti tradizionali.
Il funzionamento dell'Abs
di Andrea Padovani
Il sistema Abs è stato progettato per evitare il bloccaggio delle ruote anche quando l’asfalto non si presenta in perfette condizioni di aderenza.
La Vespa GTS monta un impianto Abs monocanale, dal momento che agisce solo sul disco anteriore tirando la leva di sinistra, mentre con la leva di destra si aziona un ripartitore automatico di frenata che controlla simultaneamente, grazie ad un particolare sistema di valvole, il disco posteriore e quello anteriore. In sostanza si tratta di un sistema che utilizza un servofreno elettrico (in pratica una pompa che manda in pressione l’impianto) e un dispositivo che ripartisce la frenata tra avantreno e retrotreno.
La ruota direttrice, quella anteriore, è dotata di una ruota fonica, cioè un disco in lamiera fissato al mozzo che presenta una serie di intagli. La sua rotazione fa sì che il sensore di tipo “Hall” fissato alla sospensione sia in grado di rilevare la sequenza di “pieni” e “vuoti” e di inviarla come dato elettrico alla centralina, che viene così informata sulla velocità istantanea della ruota. La centralina dunque monitora continuamente la velocità istantanea con i valori rilevati nei secondi immediatamente precedenti; quando si frena, la decelerazione deve rientrare all’interno di una curva limite definita in fase di progetto e di sviluppo, altrimenti il sistema avverte il pericolo di bloccaggio. In caso di decelerazione eccessiva, la pressione inviata al freno anteriore (cioè la parte più critica per un eventuale perdita di controllo) viene annullata fino a quando la velocità della ruota ritorna accettabile evitando così lo slittamento.
Un limite dell’Abs è rappresentato dalle frenate in curva a moto inclinata. Il sensore infatti, registra le perdita di aderenza longitudinali rispetto al senso di rotolamento del pneumatico, non quelle trasversali; conviene quindi agire con minor decisione a mezzo inclinato per evitare uno slittamento laterale improvviso non misurabile dal sensore che in questo caso rimarrebbe inattivo.
Dati rilevati strumentalmente sulla nostra pista di Vairano
Le informazioni che abbiamo rilevato dimostrano i vantaggi in termini di spazi d'arresto che consente il sistema con Abs, in particolare su fondo bagnato emerge la superiorità dell'impianto gestito dalla centralina, una differenza meno marcata appare invece su fondo asciutto e sul pavé dove la sensibilità del pilota avvicina la prestazione dell'Abs.
La Vespa GTS monta un impianto Abs monocanale, dal momento che agisce solo sul disco anteriore tirando la leva di sinistra, mentre con la leva di destra si aziona un ripartitore automatico di frenata che controlla simultaneamente, grazie ad un particolare sistema di valvole, il disco posteriore e quello anteriore. In sostanza si tratta di un sistema che utilizza un servofreno elettrico (in pratica una pompa che manda in pressione l’impianto) e un dispositivo che ripartisce la frenata tra avantreno e retrotreno.
La ruota direttrice, quella anteriore, è dotata di una ruota fonica, cioè un disco in lamiera fissato al mozzo che presenta una serie di intagli. La sua rotazione fa sì che il sensore di tipo “Hall” fissato alla sospensione sia in grado di rilevare la sequenza di “pieni” e “vuoti” e di inviarla come dato elettrico alla centralina, che viene così informata sulla velocità istantanea della ruota. La centralina dunque monitora continuamente la velocità istantanea con i valori rilevati nei secondi immediatamente precedenti; quando si frena, la decelerazione deve rientrare all’interno di una curva limite definita in fase di progetto e di sviluppo, altrimenti il sistema avverte il pericolo di bloccaggio. In caso di decelerazione eccessiva, la pressione inviata al freno anteriore (cioè la parte più critica per un eventuale perdita di controllo) viene annullata fino a quando la velocità della ruota ritorna accettabile evitando così lo slittamento.
Un limite dell’Abs è rappresentato dalle frenate in curva a moto inclinata. Il sensore infatti, registra le perdita di aderenza longitudinali rispetto al senso di rotolamento del pneumatico, non quelle trasversali; conviene quindi agire con minor decisione a mezzo inclinato per evitare uno slittamento laterale improvviso non misurabile dal sensore che in questo caso rimarrebbe inattivo.
Dati rilevati strumentalmente sulla nostra pista di Vairano
Le informazioni che abbiamo rilevato dimostrano i vantaggi in termini di spazi d'arresto che consente il sistema con Abs, in particolare su fondo bagnato emerge la superiorità dell'impianto gestito dalla centralina, una differenza meno marcata appare invece su fondo asciutto e sul pavé dove la sensibilità del pilota avvicina la prestazione dell'Abs.
Breve storia dei modelli che l'hanno preceduta
La Vespa GTS raccoglie l’eredità sportiva dei modelli del passato. In particolare riprende la tradizione della Vespa Gs del 1955 poi proseguita con la 90 SS e con la Rally. Una breve storia :
la Vespa 150 Gs (Gran Sport) viene presentata nel 1955 ed è la prima ad essere soprannominata vespone per le sue forme abbondanti. La linea era aggressiva e filante, il monocilindrico due tempi di 145,45 cc aveva una potenza di 8 CV a 7500 giri/min e offriva prestazioni, per l’epoca, interessanti raggiungendo la velocità di circa 100 km/h. Il cambio era a quattro marce con selettore sul manubrio. L’impianto frenante era composto da due freni a tamburo. Il faro fu montato per la prima volta al centro del manubrio. La Gs fu la prima Vespa ad avere la sella lunga, per accogliere il passeggero, la chiave di contatto per l’accensione e a montare cerchi da dieci pollici con ruote da 3.50.
La Vespa 90 SS (Super Sprint) fu destinata a un pubblico che cerca nello scooter di Pontedera un’immagine più sportiva. Derivata dalla Vespa 90 del 1963 fu presentata nel 1966 e si fece notare e riconoscere per il piccolo bauletto portaoggetti posto tra la sella e il cannotto di sterzo. Sotto il bauletto è poi alloggiata la ruota di scorta. Il manubrio su questa versione è più stretto e spiovente e anche tutta la carenatura ha dimensioni più ridotte e forme più filanti. Il motore è un monocilindrico due tempi con cilindrata di 88,5 cc con 6 cv di potenza, il cambio è a quattro marce, la marmitta è ad espansione e si fa notare per via della bella cromatura e lucidatura. La velocità massima è di poco superiore ai 90 km/h.
La Rally 180 prosegue la filosofia di progetto espressa dalla Vespa 90 SS rimanendo però legata alla stirpe dei vesponi. Sarà prodotta dal 1968 e adotterà il motore della precedente Vespa 180 SS. La sua linea è caratterizzata da un nuovo manubrio al centro del quale domina un faro tondo con profilo cromato, poi nel retroscudo trova posto un piccolo bauletto. Il motore monocilindrico arriverà ad erogare una potenza di 10,3 CV anche grazie alla marmitta che consentirà un miglior rendimento delle prestazioni. La velocità massima sarà superiore ai 100 km/h.
la Vespa 150 Gs (Gran Sport) viene presentata nel 1955 ed è la prima ad essere soprannominata vespone per le sue forme abbondanti. La linea era aggressiva e filante, il monocilindrico due tempi di 145,45 cc aveva una potenza di 8 CV a 7500 giri/min e offriva prestazioni, per l’epoca, interessanti raggiungendo la velocità di circa 100 km/h. Il cambio era a quattro marce con selettore sul manubrio. L’impianto frenante era composto da due freni a tamburo. Il faro fu montato per la prima volta al centro del manubrio. La Gs fu la prima Vespa ad avere la sella lunga, per accogliere il passeggero, la chiave di contatto per l’accensione e a montare cerchi da dieci pollici con ruote da 3.50.
La Vespa 90 SS (Super Sprint) fu destinata a un pubblico che cerca nello scooter di Pontedera un’immagine più sportiva. Derivata dalla Vespa 90 del 1963 fu presentata nel 1966 e si fece notare e riconoscere per il piccolo bauletto portaoggetti posto tra la sella e il cannotto di sterzo. Sotto il bauletto è poi alloggiata la ruota di scorta. Il manubrio su questa versione è più stretto e spiovente e anche tutta la carenatura ha dimensioni più ridotte e forme più filanti. Il motore è un monocilindrico due tempi con cilindrata di 88,5 cc con 6 cv di potenza, il cambio è a quattro marce, la marmitta è ad espansione e si fa notare per via della bella cromatura e lucidatura. La velocità massima è di poco superiore ai 90 km/h.
La Rally 180 prosegue la filosofia di progetto espressa dalla Vespa 90 SS rimanendo però legata alla stirpe dei vesponi. Sarà prodotta dal 1968 e adotterà il motore della precedente Vespa 180 SS. La sua linea è caratterizzata da un nuovo manubrio al centro del quale domina un faro tondo con profilo cromato, poi nel retroscudo trova posto un piccolo bauletto. Il motore monocilindrico arriverà ad erogare una potenza di 10,3 CV anche grazie alla marmitta che consentirà un miglior rendimento delle prestazioni. La velocità massima sarà superiore ai 100 km/h.
Prestazioni rilevate
* rilevamenti effettuati sulla nostra pista di Vairano (Pv)
Dati tecnici
Motore: monocilindrico a quattro tempi, raffreddamento a liquido. Alesaggio e corsa 72 x 60 mm, cilindrata 244 cc. Distribuzione monoalbero a quattro valvole, rapporto di compressione n.d. Alimentazione a iniezione elettronica, capacità serbatoio carburante 9,2 l (di cui 2 di riserva). Lubrificazione a carter umido. Avviamento elettrico.
Trasmissione: automatica con variatore centrifugo CVT con asservitore di coppia. Frizione automatica centrifuga. Riduzione finale a ingranaggi.
Ciclistica: scocca in lamiera d’acciaio. Sospensione anteriore monobraccio con bielletta oscillante. Sopspensione posteriore a motore oscillante con due ammortizzatori regolabili nel precarico. Pneumatici: anteriore 120/70-12”, posteriore 130/70-12”. Freni: anteriore a disco da 220 mm e pinza flottante a due pistoncini, posteriore a disco da 220 mm e pinza a un pistoncino. Optional sistema integrale con antiobloccaggio e servofreno.
Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza 1940, larghezza 755, altezza sella 790, interasse 1395, 148 kg a secco.
Prestazioni dichiarate: 16,2 kW (22 CV) a 8.250 giri, coppia 20,2 Nm a 6.500 giri, velocità 122 km/h.
Trasmissione: automatica con variatore centrifugo CVT con asservitore di coppia. Frizione automatica centrifuga. Riduzione finale a ingranaggi.
Ciclistica: scocca in lamiera d’acciaio. Sospensione anteriore monobraccio con bielletta oscillante. Sopspensione posteriore a motore oscillante con due ammortizzatori regolabili nel precarico. Pneumatici: anteriore 120/70-12”, posteriore 130/70-12”. Freni: anteriore a disco da 220 mm e pinza flottante a due pistoncini, posteriore a disco da 220 mm e pinza a un pistoncino. Optional sistema integrale con antiobloccaggio e servofreno.
Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza 1940, larghezza 755, altezza sella 790, interasse 1395, 148 kg a secco.
Prestazioni dichiarate: 16,2 kW (22 CV) a 8.250 giri, coppia 20,2 Nm a 6.500 giri, velocità 122 km/h.
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