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Moto & Scooter

Test anteprima: Hornet 2005

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Regina del mercato, sogno di migliaia di motociclisti, la Honda naked media si presenta in edizione riveduta e corretta ma con grande parsimonia, per non sconvolgere. La modifica più importante è la forcella a steli rovesciati, che alla già nota grinta ag

Test anteprima: Hornet 2005
Anche il moschino ha voluto provare la nuova Hornet...

di Antonio Vitillo



Sono passati ormai sette anni dal lancio della Hornet 600 in Italia, ma l’interesse dei motociclisti, in particolare degli Italiani, per questa “media” non cala. È dal 2000 che rimane in vetta alla classifica delle moto più vendute nel nostro Paese, fenomeno commerciale pressoché incontrastato che deve il successo soprattutto al suo minimalismo, alla grinta e all’eleganza.

Ogni anno sono circa 10.000 le Hornet vendute nella sola Italia, senza contare quelle che circolano nel resto d’Europa. Sono numeri che sanciscono un successo che è stato sottolineato ancora una volta a Siviglia, città Andalusa deputata alla presentazione dinamica della edizione 2005 della Hornet, annunciata e mostrata per la prima volta lo scorso dicembre al Motor Show di Bologna.

L’evoluzione della moto è frutto di studi compiuti dagli Italiani, perché la Hornet dalle nostre parti è leader più che in ogni altro paese europeo. E poi viene costruita in Italia, ad Atessa. Sulla nuova Hornet troviamo più sportività ed aggressività, più brio nella personalità, più ricercatezza nel design.
Sono quattro i colori in cui verrà commercializzata da metà febbraio: il classico nero, il frizzante arancione, l’argento ed il blu chiaro. Il prezzo è stato fissato in 7.490 Euro franco concessionario, quindi solo 60 € in più del precedente modello. Il 26 e 27 febbraio ed il 5 e 6 marzo, la Honda ha preogrammato un “Porte Aperte” dai concessionari, occasioni nelle quali si potrà ammirare dal vivo ed, eventualmente, provare, la Hornet del 2005.

Rispetto all’ultima versione, quella del 2003, la Hornet non stravolge il suo quattro cilindri in linea. Alcune modifiche sono state apportate alle valvole di aspirazione e la mappatura della centralina è diversificata fra i cilindri esterni e quelli interni, a beneficio del rendimento, ma anche ottenendo la riduzione dell’effetto “apri-chiudi”, in verità già poco sensibile poiché il motore è ancora alimentato da una batteria di carburatori e non ad iniezione elettronica, sistema più incline a manifestare tale effetto.
Sulla Hornet 2005 è stato eliminato il rubinetto manuale del serbatoio del carburante, quindi non è più necessario compiere manovre funamboliche per evitare che si spenga il motore quando si entra in riserva. Un convertitore catalitico e il sistema di immissione dell’aria fresca a valle delle valvole di scarico (AIS), riportano le emissioni nocive entro i limiti previsti dalla normativa Euro2.



Il telaio è invariato, con esso ruote, freni e sospensione posteriore, quest’ultima però con offre settaggi interni modificati. È la forcella la vera novità della Hornet: ora è del tipo a steli rovesciati con diametro di 41 millimetri, simile a quella che equipaggia la CBR600RR del 2005, ma i foderi sono anodizzati oro. Le piastre di sterzo sono diverse e il cannotto è ora più robusto; l’interasse fra gli alloggiamenti degli steli della forcella sui trapezi di supporto è aumentato fino a 214 millimetri. Naturalmente, anche il parafango anteriore è stato modificato.
L’unghia posta sul faro, ad imitazione delle forme e dell’effetto aerodinamico di un cupolino, arricchisce lo stile della nuova Hornet e funge da riparo alla nuova strumentazione elettronica: il contagiri è analogico, mentre la parte digitale comprende anche il tachimetro retrolilluminato, il contachilometri, l’orologio e la spia del carburante.



Notevole cura è stata dedicata alla definizione degli accostamenti cromatici; sono dello stesso colore le pinze ed i supporti dei dischi del freno anteriore, i cerchi ed il motore, quindi il forcellone, le piastre di supporto delle pedane e le pedane stesse, le piastre di sterzo, il supporto del faro ed il maniglione del passeggero. Le frecce hanno il vetrino color fumé. Per migliorare infine le seduta, la sella ha il rivestimento differenziato ed in un tessuto più morbido.
Osservando il nuovo modello, la percezione di cambiamento non è forte, ma, lasciata a frizione e percorsi i primi metri, il passo in avanti fatto dalla Honda appare evidente. Il ponte di comando è accattivante, funzionale, leggibile e completo d’informazioni, inoltre la nuova Hornet è più comoda: la forcella offre un apprezzabile comfort al pilota, e appare subito più reattiva; non è regolabile, ma così com’è tarata è un vero “cuscino” nella prima parte dell’escursione, quella più efficace nello smorzamento delle frequenti, piccole asperità cittadine.



In velocità, la forcella, pur garantendo sempre una certa comodità al pilota, si mantiene precisa e coerente, mantenendo facilmente la traiettoria impostata. La differenza rispetto alla precedente versione risulta più evidente nella fase d’inserimento in curva, per via forse della riduzione delle masse non sospese, e la stessa sensazione di maggior leggerezza si avverte nei repentini cambi di direzione. Correggere la linea velocemente è diventato divertente come su una supersportiva, tanto che la Hornet sul misto di collina potrebbe “castigare” moto ben più blasonate.
L’avantreno non innesca ondeggiamenti pure in presenza di una guida convulsa, grazie anche all’adeguata profilatura dei pneumatici Michelin Pilot Road, che dedicano la sigla S proprio alla Hornet; la loro tenuta è a tratti sorprendente, soprattutto alle massime inclinazioni possibili, quando si sente la ruota “poggiare” sul bordo, senza flettere.



L’erogazione della potenza appare lievemente migliorata in un ambito importante, quello dei medi regimi, verso i 5/6.000 giri, anche se il quattro cilindri della Hornet dà ancora il meglio di sé agli alti regimi, man mano che ci si avvicina alla “zona rossa”. In ultimo abbiamo voluto verificare anche l’efficacia del “cupolino”, constatando che svolge abbastanza bene il suo compito protettivo fino a 120-130 chilometri orari, dopodiché il flusso d’aria si fa pressante ed aumentano i vortici di ritorno a valle.
Anche il moschino ha voluto provare la nuova Hornet...

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