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KTM è salva. Ma cosa succede adesso?
Dopo l'ok dei creditori al piano di ristrutturazione, serviranno 800 milioni per riavviare la macchina produttiva del gruppo. Che sgombra così il campo da fantasiose ipotesi di acquirenti esterni. E se politica e banche puntano sull'austriacità dell'azienda, registriamo il ruolo del finanziere Stefan Zöchling, uomo chiave per il futuro di KTM

KTM è salva. Il 25 febbraio era la data annunciata per la decisione del tribunale di Ried im Innkreis riguardo al piano orange di ristrutturazione, che è stato approvato. KTM quindi non fallisce e va avanti, ma come va avanti?
Chiediamoci un momento che cosa vuol dire “salvare KTM”. Dipende dai punti di vista. Per gli austriaci, specialmente se vive nella zona di Mattighofen, vuol dire prima di tutto salvare un’azienda prestigiosa, i posti di lavoro, l’indotto e le ricadute benefiche sull’economia. Salvare KTM vuol dire tenerla in Austria.
Per gli appassionati delle moto orange, salvare KTM vuol dire salvare i prodotti che amano. Questo però poteva accadere anche spostando la produzione in India, come si era ventilato, o a Monaco di Baviera a voler dar credito alle voci sensazionalistiche degli ultimi giorni.
Per Stefan Pierer, attualmente molto impopolare in Austria, salvare KTM vuol dire salvare quella che ritiene ancora la SUA azienda facendo in modo di restare in sella, magari non direttamente attraverso qualche amico di lunga data come Stefan Zöchling, il boss della Remus, azienda che produce scarichi auto e moto.