L'intervista: dove va il mondo moto secondo il gruppo Piaggio
Quali sono i modelli che andranno di moda nei prossimi anni? I giovani compreranno sempre moto e scooter? Il motore 2 Tempi ha ancora senso? La sfida contro la Cina a che punto è? Ne abbiamo parlato con Riccardo Tosi, vicepresidente esecutivo del Gruppo Piaggio


"NON TEMIAMO IL PERICOLO CINESE. A DIFFERENZA DI ALTRI COSTRUTTORI, GIA' OGGI SIAMO IN GRADO DI PRODURRE SU SCALA GLOBALE NEI NOSTRI STABILIMENTI ALL'ESTERO"
I PIANI DI SVILUPPO PER APRILIA E MOTO GUZZI
Prima abbiamo accennato ad Aprilia. Come vede l'evoluzione di questo marchio? "Assistiamo, specie nel mondo moto, a un trend di prezzo e di cilindrata che calano in modo proporzionale. Le cubature preferite ormai sono sotto ai 600 cc, e la forchetta di prezzo va tra i 5 e i 10mila euro. In questo contesto, con la gamma 457 vogliamo dominare il mercato, puntando anche ai numeri e non solo al margine di guadagno sul singolo veicolo". Manca qualcosa alla gamma Aprilia? Forse una Tuareg 457? "Tutto può essere. La domanda che ci poniamo sempre è: perché non farla? Al momento siamo, nonostante le dimensioni del gruppo, un'azienda agile e reattiva, in grado di rispondere alle esigenze del mercato nel momento giusto. Per ora Aprilia punta a sviluppare e articolare le sue piattaforme, ossia le 125, le 457, le 660 e la 1000". Di Moto Guzzi invece cosa possiamo dire? "Che crediamo così tanto nel marchio da aver fatto investimenti colossali nel rinnovamento dello stabilimento di Mandello del Lario. Di questi tempi fare questi stanziamenti in Italia non è cosa da tutti, sa?". La gamma moto è a posto così? Oppure crescerà verso il basso? "Di sicuro sarà così, ma non nel breve periodo". Moto Guzzi è, nonostante alcuni modelli di successo, ancora un brand in cerca di una nuova identità. "Non sono così d'accordo. Se Piaggio è il brand più legato alla mobilità e Aprilia è quello più sportivo, Moto Guzzi è l'emblema della moto per viaggiare. Ha un Heritage fortissimo e un legame storico coi suoi appassionati, come testimonia il successo di pubblico che ogni anno registriamo per gli Open House di settembre". Nella sua storia Moto Guzzi era anche legata allo sport. "Rivederla in MotoGP? Impossibile, per quello abbiamo già Aprilia. A modo suo la sportività del brand è incarnata dalla V7, che è protagonista di un campionato monomarca di successo". Come valuta la Stelvio? Immagino sia difficile scontrarsi sullo stesso terreno di BMW GS e Ducati Multistrada. "L'andamento di una moto del genere, per cui di fatto il primo vero anno di commercializzazione è il 2025, lo valutiamo sul medio periodo. Per noi rappresenta la quintessenza della moto da viaggio. Finora siamo soddisfatti del suo andamento"."MOTO GUZZI E APRILIA POTRANNO ANCORA CRESCERE VERSO IL BASSO DI GAMMA, MA NON SUBITO. DOBBIAMO CONSOLIDARE LA PRESENZA DEI NUOVI MODELLI"
ELETTRIFICAZIONE E TECNOLOGIA: COME SARA' LA MOTO DI DOMANI
Alziamo un attimo lo sguardo sui macrotemi. A che punto siamo sull'elettrificazione delle due ruote? "L'elettrico vive una fase globale di stasi. A orientare le politiche future delle Case saranno sempre di più le decisioni delle amministrazioni locali in ottica antinquinamento. Già in India abbiamo sentore che qualcosa sta per accadere. Il loro successo futuro dipenderà inevitabilmente da un sistema di batterie interscambiabili per abbattere la barriera dell'autonomia". E la moto del futuro com'è? "La moto del futuro è multipurpose, vale a dire una naked o crossover-enduro leggera, destinata a un cliente medio che è sempre meno specializzato, che vuole divertirsi facilmente e usare moto da portare al limite con altrettanta facilità". In questo quadro, che ruolo gioca la tecnologia? "Deve dare senza togliere piacere a chi guida, perché il motociclista - più o meno specializzato - ha ancora voglia di guidare. Guardi, noi e altri saremo tranquillamente in grado di commercializzare una moto con il grado 5 di guida autonoma, vale a dire il massimo possibile, ma non ne venderemmo nemmeno una. Il cliente vuole poter scegliere cosa fare, che si tratti di una frenata o di una cambiata. Pertanto non vedo come innovazioni di grande successo la frenata automatica o altre automatizzazioni di bordo. Piuttosto, lavoriamo sempre su un incremento dei sistemi di sicurezza passiva". In chiusura: di recente Kawasaki ha annunciato che tornerà a produrre motori a 2 tempi. Lei vede possibile un ritorno di questa tecnologia che ha ancora un forte seguito di appassionati? "Il 2T ha oggettivi vantaggi prestazionali ed è un motore semplice da realizzare, per quanto sia una tecnologia sporca, vale e dire impossibile da omologare oggi, nemmeno con sistemi di iniezione diretta liquida. Ma voglio alzare lo sguardo: noi non viviamo guardando nello specchio retrovisore. Per noi evoluzione nelle moto significa immaginare motorizzazioni ibride, o alimentazioni a idrogeno. Il 2 tempi non ha senso". Avrebbe senso invece rispolverare i tanti marchi "in sonno" ancora di vostra proprietà, da Gilera a Laverda? "Sono lì, al momento, e rappresentano un patrimonio per il gruppo Piaggio. Mai dire mai"."IL MOTOCICLISTA E' SEMPRE MENO SPECIALIZZATO MA VUOLE ANCORA GUIDARE E DECIDERE COSA FARE. UNA TECNOLOGIA A GUIDA AUTONOMA NON E' LA SOLUZIONE. LO SONO INVECE MODELLI PIU' FACILI E ACCESSIBILI A TUTTI"