Avete un Ape? Tenetevelo stretto: presto diventerà introvabile

Il triciclo Piaggio si avvicina agli 80 anni, ma pian piano altri mezzi (come il Porter) lo stanno sostituendo. Inoltre non viene più aggiornato da moltissimo tempo. Segnali che la sua era sta giungendo al termine

Alzi la mano chi non lo conosce: al pari della Vespa, l'Ape è il veicolo simbolo di Piaggio. Il tre ruote dell'azienda toscana dal 1946 accompagna la vita personale e professionale di migliaia di persone nel mondo. Il suo trotterellare a bassa velocità e le consistenti emissioni rumorose sono diventate un marchio di fabbrica. Ma per la sua semplicità, per la sua robustezza e la capacità di carico, da decenni è uno dei mezzi da lavori pesanti più apprezzato ovunque. Anche - e sopratutto - nella Provincia italiana.  

APE: TRE RUOTE, TANTE VERSIONI

L'Ape Piaggio, nel corso degli anni, ha anche saputo trasformarsi per adattarsi alle esigenze dei tempi: in versione furgonato per le necessità di lavoro, in versione Calessino è diventato addirittura un'icona glamour e un mezzo di trasporto chic in alcune località marittime. E in versione Cross, negli Anni 90, è diventato (grazie ai rollbar e all'autoradio di serie) anche uno dei desideri dei 14enni italiani.

UN VEICOLO CHE NON SI PUO' AGGIORNARE

Ma il tempo passa per tutti. E, al netto di alcuni aggiornamenti estetici, il limite principale dell'Ape è la sua estrema semplicità: difficile cambiarlo o modificarlo senza snaturarlo. E soprattutto difficile aggiornare il suo motore, che attualmente è un due tempi ma è ancora fermo all'omologazione Euro4. A questo si affianca anche la direzione ben precisa che Piaggio ha fatto per i suoi veicoli commerciali, sempre più simili ad autovetture e sempre più ecologici (con motorizzazioni ibride, elettriche e alternative). Insomma, per chi si rivolge a Piaggio per le sue esigenze di lavoro, il futuro riserverà novità solamente sulla gamma Porter.  

APE: UNA FINE LENTA MA INESORABILE (ALMENO IN EUROPA)

E il povero Ape? Per lui il futuro si prospetta poco roseo. Difficilmente vedremo ritocchi stilistici su di esso. E men che meno sono in previsione aggiornamenti per quello che riguarda il motore, il quale rischia di rimanere incastrato nelle forche caudine dei sempre più stringenti limiti di emissioni inquinanti. Per il mezzo da lavoro che ha reso grande questo paese, nonché uno dei preferiti dagli agricoltori da nord a sud, si tratta solo di aspettare una lenta ma inesorabile estinzione, almeno per quello che riguarda i mercati occidentali. L'unica speranza per un eventuale sopravvivenza del mitico tre ruote "da fatica" è legato al mercato indiano - dove questa tipologia di veicoli è sempre molto apprezzata per i trasporti leggeri - e alla diffusione della sua versione elettrica, prodotta a Baramati e lanciata ormai 5 anni fa.