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Ivan, Mattia e una dose di sana follia

Roberto Ungaro il 12/07/2024 in Attualità
Ivan, Mattia e una dose di sana follia
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Un giro di enduro vero in una situazione incredibile: sui percorsi del Mondiale, con una 900 a 3 cilindri e in compagnia di un pluri campione del mondo. Ecco cosa si è inventato il responsabile off-road di Triumph

L’importanza dell’uomo. Di quello giusto al posto giusto. Per tutte le aziende vale questa affermazione, ma nel mondo moto questa frase retorica conta ancora di più. Da noi, o pratichi, o vivi sulla tua pelle, oppure rimane un “sentito dire”. Sei spettatore. Specie nel fuoristrada, nicchia delle nicchie. In Triumph, che si è appena affacciata in questo limbo infangato, c’è l’uomo giusto al posto giusto. Si chiama Mattia Dodi, responsabile Off Road per l'Italia del brand inglese. Piacentino, di Gossolengo, è un endurista di lungo corso. E quando diciamo endurista vuol dire licenziato, cioè con anni e anni di gare alle spalle (lo è tuttora). E quando non c’è la gara, per quelli come lui, la domenica è spesa comunque per fare Enduro.

 

Ivan, Mattia e una dose di sana follia

L’INGEGNERE CON LA PASSIONE PER L’ENDURO

Ma c’è un altro aspetto di Mattia che conta: è un ingegnere. E questo vuol dire essere assetato di tecnica, di meccanica, di numeri e di processi costruttivi. “Malattia” che ti porta a smontare la tua 300 2T prima ancora di usarla. Per togliere le bave, per controllare gli accoppiamenti, per verificare la testa e magari rifargli lo squish più e più volte prima di ottenere la forma della cupola giusta. Perché i 42 CV verificati all’inizio, a moto ritirata dal concessionario, ti sembrano pochi. E così, aggiusta di qui e modifica di là, ecco che arrivi ad averne 50 abbondanti, con il sotto che piace a te e la rapidità a prendere i giri che ti manda in libidine fuori dalla curva. Insomma, uno così vive per la sua passione (che poi è il suo lavoro).

 

UN’ENDURATA CON CERVANTES

Ed ecco allora che, in occasione della tappa mondiale di Enduro svoltasi a Bettola, proprio dietro a casa sua, si inventa un’esperienza “acchiappagiornalisti” coi fiocchi: un’endurata sui percorsi della gara (in parte) con le Triumph Tiger 900 Rally in compagnia di Ivan Cervantes (5 mondiali vinti e oggi uomo chiave per il progetto Off-Road Triumph). La solita furbata del marketing, verrebbe da pensare… Nossignori. Un giro vero, 100 km di sterrati, ma anche di sottobosco, single track, sassi. Con l’aggravante di tratti infangati e pozze profonde causati dalle ingenti piogge di questo ultimo mese. Roba vera. All’inizio ti chiedi cosa hai fatto di male per fare tutto ciò con una moto che nasce per andare al lago con fidanzata e bagagli, ma poi entri nel mood e finisci per capire, per adattarti, riesci perfino a godere. Anche perché vedi Ivan che usa quella maxi come un 125 e allora ti viene da toglierti qualche freno inibitorio…

 

IL BELLO DELL’ENDURO: GLI IMPREVISTI

Ok, lui fa parte di un altro pianeta, ma solo lo stare insieme e vivere quell’esperienza, Mattia in testa, cambia le cose. E le tue convinzioni. L’apice è stato quando, alla fine del giro e in ritardo, per accorciare abbiamo preso un sentiero che non era stato provato il giorno prima. Mulattierina in salita di quelle che ti fanno trattenere il fiato finché non arrivi in cima, pozze d’acqua da cui non sai se ne uscirai e, ciliegina finale, albero abbattuto di traverso e piano B da inventare per andare avanti. A meno che ti chiami Ivan, che ha passato il tronco come se la Tiger fosse una moto da Trial. Ma lui è lui. Noi abbiamo aperto un varco per aggirare il problema e, con catena umana, abbiamo portato le moto di là una ad una. Il bello dell’Enduro. Chi lo pratica, sa di cosa parlo.

Ecco, io, in questo articolo, avrei dovuto parlarvi della Tiger, che è stata una sorpresa, perché è vero che pesa tanto, però ha un 3 cilindri così morbido nel dare potenza che ti aiuta un sacco, ha sospensioni che copiano bene, una triangolazione che ti consente di guidare in piedi. Insomma, non è affatto male usata fuori dal suo contesto. E invece, alla fine, di quella giornata, mi è rimasta in testa una cosa. Di quanto sia importante l’uomo giusto al posto giusto. Ecco, Mattia è quella roba lì. Sì, lo adoro.

 

Ivan, Mattia e una dose di sana follia
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