Prima che in MotoE, a sorpresa vedremo il logo Yamaha in FormulaE, il campionato delle quattro ruote che, per quanto lontano dall’appeal della Formula1, è senz’altro più noto della MotoE grazie anche alla decisione di non renderlo mono-costruttore ma di lasciare libera la competizione fra le Case.

In FormulaE, così come in Formula1, è comune che un telaista e un motorista formino alleanze per sviluppare una monoposto. Sarà così anche per Yamaha, che fornirà la Power Unit a Lola. Lola è uno storico specialista inglese di auto da corsa, che ha avuto una certa popolarità e successo negli Anni 80, soprattutto verso la fine del decennio quando fu motorizzata Lamborghini e poi Ferrari.

Le ragioni di Yamaha

Acquistata nel 2022 da un facoltoso imprenditore britannico, la Lola è ora pronta a tornare in pista, e come abbiamo detto lo farà nel Campionato Mondiale ABB FIA Formula E e con motorizzazione Yamaha. Con questa mossa Yamaha punta ad acquisire la tecnologia più evoluta per la gestione dell’energia e raggiungere i più alti livelli di densità di potenza elettrica e di efficienza del mondo: un’esperienza fondamentale per competere, anche nelle due ruote, nel futuro mondo della mobilità sostenibile.

Questa attività non è una rosa nel deserto, ma si inserisce in un ormai molto articolato percorso dei Tre Diapason in ottica di transizione energetica. Negli ultimi mesi Yamaha ha infatti presentato una lunga serie di progetti che vanno dalle “golf car” alimentate a idrogeno ai motori fuoribordo sempre a idrogeno, senza contare l’impegno nelle e-bike (con la recente riconversione dello stabilimento ex MBK in Francia) e gli accordi con Toyota per lo sviluppo di un motore V8 a idrogeno ad alte prestazioni e con Subaru per quello di un powertrain elettrico “emozionale”, sempre ad alte prestazioni, per applicazioni motorsport su vetture Subaru (Yamaha sta lavorando anche al sound engineering dei motori elettrici, e considerata la sua competenza in acustica, la cosa fa ben sperare).

Prospettive di lungo termine

L’accordo con Lola è dunque l’ultimo passo in senso prestazionale di questo impegno, che fa peraltro parte di un lunghissimo cammino chiamato Scope 3*, che punta a far raggiungere a Yamaha la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050.

Un impegno a lungo termine, come è inevitabile considerando che coinvolge i processi produttivi oltre all'utilizzo dei prodotti: ma a ragionare a lungo termine i giapponesi restano i più bravi al mondo.