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E' morto Roberto Colaninno. Cosa succede adesso al Gruppo Piaggio?

Marco Gentili
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E' morto Roberto Colaninno. Cosa succede adesso al Gruppo Piaggio?

Il presidente e ad del Gruppo Piaggio si è spento a 80 anni. Adesso si apre la partita per la successione. Ecco cosa potrebbe succedere

E' morto Roberto Colaninno, imprenditore mantovano presidente del Gruppo Piaggio. Colaninno nel 1981 aveva fondato a Mantova la Sogefi. L'imprenditore mantovano - che aveva appena compiuto 80 anni, il 16 agosto - ha avuto una lunga carriera all'Olivetti di cui è stato amministratore delegato. Moltissime le manifestazioni di cordoglio dal mondo industriale, imprenditoriale e della politica. “Straordinario imprenditore e manager, indiscusso protagonista dell’industria motociclista, con la sua visione e il suo lavoro, Colaninno ha contribuito in maniera determinante al rilancio industriale, finanziario e sportivo del gruppo Piaggio, che oggi è il più grande costruttore europeo di scooter e moto e uno dei principali player mondiali del nostro settore. Tutta la filiera gli rende omaggio e lo ricorda con stima e riconoscenza”, dice ANCMA in una nota.  

LA VITA DA IMPRENDITORE DI ROBERTO COLANINNO

L'imprenditore, la cui famiglia era originaria di Acquaviva delle Fonti, da tempo ormai viveva a Mantova. La sua carriera inizia nel 1969 alla Fiaam Filter, azienda italiana di componenti per auto con sede a Mantova, di cui diviene amministratore delegato. Nel 1981 fonda la Sogefi, società di componentistica meccanica, con sede a Mantova, entrata ben presto nell'orbita della Cir dell'ingegner Carlo De Benedetti. Nel 1995 è amministratore delegato di Olivetti nel momento della massima crisi dell'azienda. In quegli anni Colaninno annuncia che bisogna uscire dall'informatica e trasforma l'azienda in una holding di telecomunicazioni. Nel 1998 vende per oltre 7 miliardi di euro anche Omnitel, all'epoca secondo gestore nazionale dei cellulari. All'inizio del 1999 lancia una offerta pubblica di acquisto totalitaria su Telecom Italia, pagando a tutti gli azionisti un prezzo considerato equo dalla Borsa. L'operazione ha successo e Colaninno diventa presidente e amministratore delegato. Nel 2002 Colaninno acquista Immsi, nata dallo scorporo degli immobili della Sirti, società della galassia Telecom operante nel settore delle reti telefoniche, società operante nel settore immobiliare, trasformata da Colaninno in una Holding di partecipazioni industriali e quotata in Borsa. Nel 2003 attraverso Immsi acquista Piaggio. Negli anni Piaggio cresce ed ora opera con diversi marchi, oltre al proprio: Vespa, Gilera, Scarabeo, Aprilia, Moto Guzzi, Derbi, Ape, Piaggio Veicoli Commerciali. Nel 2008 viene costituita, in seguito a una iniziativa di Silvio Berlusconi, nasce la Compagnia Aerea Italiana, una società-veicolo che intende acquisire l'Alitalia, di cui Colaninno è stato presidente. Nel 2015 la Cai è azionista al 51% della nuova Alitalia con il 49% in mano a Etihad Airways.  

IL FUTURO DEL GRUPPO PIAGGIO

Il vero capolavoro imprenditoriale di Colaninno è stato oggettivamente il rilancio del gruppo Piaggio, rilevato attraverso la Immsi (società che tuttora detiene il controllo dell'azienda) nel 2003 dal fondo americano Morgan Granfell. Allora la società era gravata da un debito di 500 milioni, che nel tempo è stato risanato; negli anni successivi poi il perimetro aziendale è stato ampliato con l'acquisto di Aprilia nel 2004, mentre nel 2006 è arrivata la quotazione a Piazza Affari.  A oggi la situazione finanziaria del gruppo Piaggio, come fotografato dalla relazione semestrale del giugno 2023, vede ricavi consolidati pari a 1,17 miliardi di euro (il valore più alto registrato nel periodo, in aumento dell'11,3%), un utile netto di 64,8 milioni di euro (in crescita del 43,4% rispetto ai 45,2 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno). Il margine lordo industriale ammonta a 332,6 milioni di euro, in crescita del 20,1%, Ebitda 191,2 milioni di euro, il valore più alto registrato nel periodo, in progresso del 25,6%; Ebitda margin 16,3%. Il risultato operativo (Ebit) è di 117,6 milioni di euro, in crescita del 37,1%, con un margine positivo del 10%. Nel complesso, è facile ipotizzare che le redini dell'azienda (controllata al 50,07 dalla Immsi, al 5,54% da Diego Della Valle, mentre il 43,41% delle azioni sono suffivise da una miriade di altri azionisti minori, compreso il flottante in Borsa) vengano prese da Michele Colaninno, uno dei figli di Roberto, che negli ultimi anni ha visto la sua figura rivestire un peso sempre maggiore sia nel Gruppo Piaggio, sia nelle associazioni di settore (come la presidenza di ACEM, l'associazione europea dei costruttori). Una successoione morbida e nel solco della famiglia, in una azienda che, se per i fatturati è ancora saldamente ancorata ai mercati europei e americani (i quali valgono quasi 1 miliardo e 100mila euro di ricavi netti), per i volumi ha saldamente le redici nei mercati dell'Asia e del Pacifico oltre che in India: questa due aree geografiche infatti valgono il 50% del venduto.    

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