Quotazione Moto&Scooter

Cerca

Seguici con

ADV
Attualità

Ma cosa ci sarà mai di bello in una fabbrica di accessori?

Lorenzo Cascioli
di Lorenzo Cascioli il 09/06/2023 in Attualità
Ma cosa ci sarà mai di bello in una fabbrica di accessori?
Chiudi

SW-Motech Open House 2023, il racconto: tutti i momenti top di un evento moto ancora sconosciuto in Italia. In Germania tra gloriose Africa Twin 750, borse adventure e tavoloni da Oktobefest

Che io abbia una personale passione per gli accessori da moto (in particolare per le borse) è cosa risaputa tra i colleghi. Ma che questa mia piccola perversione potesse portarmi in Germania per un particolare evento, forse non se lo aspettavano nemmeno loro. E così, stamattina, alla macchinetta del caffè, i ragazzi facevano gli spiritosi. “Ma cosa ci sarà mai di bello alla festa di uno che produce accessori?”. Perdonali caro mio lettore, perché non sanno quello che dicono. Quando gli mostro due foto del concerto e gli spiego che la SW-Motech Open House è un festival da 35.000 persone, abbassano subito la cresta. E quando gli accenno alle centinaia di moto a disposizione per i demo ride, capiscono la portata dell’evento: Honda, Suzuki, Yamaha, Kawasaki, BMW, KTM, Husqvarna, GASGAS, Triumph Harley-Davidson, Aprilia, Moto Guzzi, Indian e Zero sono lì con la gamma al completo. Tutti con il bilico delle grandi occasioni. Ducati si presenta con un’hospitality imperiale: praticamente un bar/lounge con terrazza. I trenini dei demo ride vanno e vengono, attraversando il paese di Rauschenberg.
 

Ma cosa ci sarà mai di bello in una fabbrica di accessori?

SW-MOTECH OPEN HOUSE, DI TUTTO E DI PIÙ

Siamo a nord di Francoforte, tra foreste e morbide colline. Rauschenberg non è la Berlino cosmpolita degli architetti e dei grattacieli. È la Germania di una volta, quella dove si pagava in marchi, quella che incontravo 35 anni fa nei primi viaggi in moto. Qualche casa, qualche fattoria e una gasthaus dove rinchiudersi a bere una birra quando d’inverno fa buio presto. Un minuscolo paesino di campagna che si anima una volta all’anno, un po’ come succede a Solla per l’Elefantentreffen. Dalla zona dei demo ride mi avvicino allo stabilimento SW-Motech, il vero cuore del festival, attraversando un corridoio di gazebo. Un vero villaggio, più di 60 espositori. Abbigliamento, gomme, accessori, prodotti per pulire la moto, parti speciali (in un angolo scovo lo stand Nivomat, i famosi ammortizzatori autolivellanti che i biemmewuisti usavano fin dagli Anni 80!). Non mancano gli stand dei tanti tour operator che organizzano viaggi e propongono itinerari in Italia, soprattutto sulle Dolomiti. Un mondo di cartine stradali, altra mia grande passione. Mi sento a casa. Una pistina dove i bimbi iniziano ad andare in moto e una rampa per lo spettacolo di freestyle confinano con la campagna a perdita d’occhio. Le strade qui intorno si snodano tra colline e foreste, a una ventina di minuti c’è la deliziosa cittadina medievale di Marburg. E sempre immersa nel verde è l’area campeggio. Molti, moltissimi motociclisti sono in tenda. Tutti super equipaggiati con seggioline pieghevoli, tende tecniche, accessori di ogni tipo. D’altra parte, lo sappiamo, la cultura del viaggiare in moto ben attrezzati – apprezzata oggi anche da noi italiani – è nata qui, in Germania. E, in un certo senso, è anche la storia di SW-Motech.
 

Ma cosa ci sarà mai di bello in una fabbrica di accessori?

TUTTA COLPA DEL DESERTO

È il 1994. Jörg Diehl e Jürgen Swora sono due ragazzi da poco laureati. Sognano l’Africa, la Libia, il deserto. I due amici preparano le loro moto con parti speciali disponibili sul mercato (in Germania c’erano già aziende attive nella produzione di parti speciali per i viaggi/avventura indipendenti in moto), ma non trovano tutto quel che gli serve. O non lo trovano come lo vorrebbero. E allora se lo costruiscono da soli, come per esempio i serbatoi posteriori che Jürgen (ingegnere meccanico) appronta per la sua Honda Africa Twin 750. Al ritorno dal viaggio i due pubblicano un reportage, le foto delle loro moto girano sui giornali tedeschi. C’è interesse. Qualcuno chiede se si possono replicare quei pezzi nati in garage. L’idea matura. Ed è il 1999 quando i due, insieme a Kai Jockel, fondano l’azienda: SW-Motech prende vita in un vecchio fienile a Bracht. Ognuno ha percorsi di studi e competenze diverse, dall’ingegneria all’economia. Achim Kessler è il quarto socio, che entra in corsa, forte della sua esperienza nel mondo dei bagagli moto. Il quadro è completo. Oggi SW-Motech è un’azienda che impiega 400 persone nel mondo, ha uno stabilimento in Repubblica Ceca per la lavorazione dei metalli e filiali in USA, Francia, Spagna e Italia. “Ci siamo trasferiti qui a Rauschenberg nel 2004 – racconta uno dei soci – e come vedi è un piccolo villaggio. Ogni tanto dal paese venivano qui in azienda, erano curiosi di vedere cosa combinavamo. Non ci conoscevano, in un certo senso eravamo dei forestieri. A noi faceva piacere, certo non potevamo fare entrare tutti! Allora è venuta l’idea. Facciamo una festa in cui apriamo le porte”. E nel 2010 è nata così una piccola manifestazione, che sarebbe poi diventata l’Open House di oggi. Apertura alle 18.00 di venerdi 2 giugno, chiusura domenica sera. Ingresso libero. Tendone modello Oktoberfest. Wurstel giganteschi, birra a volontà.
 

Ma cosa ci sarà mai di bello in una fabbrica di accessori?

DAL DESIGN AL MARKETING

SW-Motech appare al primo colpo d’occhio come una serie di edifici abbastanza eterogenei che danno l’idea di come l’azienda sia in effetti cresciuta in modo rapido negli anni, allargandosi un pezzo dopo l’altro. L’ultimo ampliamento del 2017 ha portato ulteriori 4.200 mq di centro/logistico magazzino e altri 900 di uffici. Si fa tutto, dal design al marketing, dal packaging alle spedizioni. Non manca un negozio/showroom aperto tutto l’anno. L’architettura della sede non colpisce: è un complesso moderno, ma nulla di più, niente di avveniristico. Colpisce invece chi ci sta dentro. In ogni dipendente, qualsiasi sia il reparto in cui opera, c’è l’orgoglio di mostrare il proprio lavoro. L’orgoglio di poterlo fare bene. A uno a uno, durante il nostro giro, incontriamo i quattro soci fondatori, mischiati al pubblico. Di certo non se la tirano. Dopo qualche battuta di discorsi da motociclisti, dove appare ancora evidente il sacro fuoco per i viaggi, il focus si sposta sull’attività. E l’impressione è che abbiano a cuore la qualità e il servizio, piuttosto che la logica dei numeri e del profitto a tutti i costi. Un esempio? Durante il periodo della pandemia e delle difficoltà di approvvigionamento, l’azienda ha investito moltissimo sui materiali, ha acquistato materie prime anche a prezzi più alti, pur di mettere in sicurezza la produzione. Non che SW-Motech sia una onlus, intendiamoci, ma appare governata da manager lungimiranti. Sono 195 le persone che lavorano qui nella sede centrale di Rauschenberg. Persone di esperienza nei reparti produttivi, tantissimi giovani negli uffici. Qualità e idee.
 

Ma cosa ci sarà mai di bello in una fabbrica di accessori?

ACCESSORI E PARTI SPECIALI MOTO

Un robot sta assemblando le valigie in alluminio della serie TRAX ADV. Le parti in metallo arrivano già lavorate dallo stabilimento in Repubblica Ceca, qui si mette insieme il prodotto finito. Una particolarità sono i rivetti, non passanti: senza bucare la struttura delle borse si evita di dover usare guarnizioni (presenti ovviamente per il coperchio), a tutto vantaggio dell’impermeabilità. In ogni caso, la tenuta stagna viene verificata, valigia per valigia, con un’apposita procedura. Sia le borse che gli altri accessori vengono sottoposti a ogni tipo di tortura, che va dalle vibrazioni, alle prove di torsione e carico, fino alla resistenza ai raggi UV per assicurarsi che le verniciature non diano adito a futuri problemi di scolorimento. Questo dei test è proprio un aspetto a cui tengono molto qui, in modo maniacale… ed è anche uno dei più curiosi per il visitatore. Il catalogo di accessori/parti speciali va da dalle valigie in allumino alle borse morbide, dalla protezione moto alla sicurezza (cavalletti, faretti, specchietti), dall’ergonomia (comandi, riser, pedane) ai supporti per navigazione. Con un catalogo del genere, il magazzino è uno degli spazi predominanti. Da Rauschenberg partono le spedizioni per le filiali e per l’e-commerce: gli ordini vengono evasi in giornata. Ottimizzazione qui è la parola d’ordine.
 

Ma cosa ci sarà mai di bello in una fabbrica di accessori?

AFRICA TWIN 750

Torniamo nel reparto produzione: un robot per la lavorazione dal pieno sta trasformando dei cubetti di alluminio in riser per KTM. E qui scopro che ben il 35% della produzione di SW-Motech è OEM (primo equipaggiamento), altro dato che mi colpisce. Dagli asettici robot per la lavorazione CNC alla signora che modifica selle a mano il salto è grande. Vari tipi di imbottitura e di rivestimenti prendono forma su misura, secondo una precisa scheda compilata dal cliente. Le macchine per cucire danno l’idea di un lavoro antico, dal sapore romantico. Il reparto ricerca e sviluppo, dove si lavora fisicamente sulle moto, è un altro spazio interessante, dove scovo la Kawasaki KLR 650 con serbatoione da 23 litri, che da noi non viene purtroppo distribuita. A un certo punto ci portano in un’area riservata, una grande sala che potrebbe essere una mensa o uno spazio per conferenze. Che cosa ci sarà mai di bello da vedere in uno spazio del genere? Eccole. Le moto dei soci fondatori, quelle Africa Twin 750 da cui tutto è iniziato.
 

Ma cosa ci sarà mai di bello in una fabbrica di accessori?

EFFETTO CAPO NORD

Italiani siamo in pochi. Antoine, Fabio e Paolo di SW-Motech Italia, il mototraveller Alex Di Muzio che si rivela una simpatica conoscenza, il sottoscritto e mia moglie Valeria. Un bel gruppetto, cui ogni tanto si aggiunge Alexander, che parla un italiano perfetto. Di solito lo incontro ad EICMA ed è un piacere rivederlo qui. Durante il giorno gironzoliamo e ogni tanto Antoine mi presenta qualche collega. Incrociamo spesso i ragazzi francesi: una Yamaha Niken turbo da 180 CV e un un’Honda Dax 125 con minuscole valigine TRAX create per l’occasione sono il biglietto da visita di SW-Motech France. Pazzerelli. Ormai è sabato sera. Siamo in una zona tranquilla, i tavoloni e le panche confinano con la campagna a perdita d’occhio. Il sole sembra non voler mai tramontare. Alle 22 il cielo è ancora chiaro, fa un po’ l’effetto Capo Nord. Si sta bene. Le birrette scorrono volentieri, accompagnate da bretzel e wurstel. Si è creata una bella atmosfera nel gruppetto degli italiani. Penso a quel campeggio là. Penso che magari ci tornerò in moto.
 

Ma cosa ci sarà mai di bello in una fabbrica di accessori?

Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.

ADV