Scrambler Experience Sardegna: in fuga dalla normalità
Cinque giorni diversi dal solito tra strade sterrate e panorami da sogno, a metà tra avventura e relax. Il miglior modo per vivere fino in fondo le potenzialità dello Scrambler Ducati
da borgo panigale a borgo panigale: in mezzo molte ore in sella, o meglio in piedi sulle pedane, per togliersi la voglia di off-road
Un viaggio che prevede un passaggio in traghetto assume subito i contorni dell’avventura, e lo Scrambler Experience ha esattamente questo obiettivo
Un’Experience itinerante
Per la prima edizione, in accordo con Ducati, Dueruote ha scelto di organizzare una spedizione “agile” con un numero contenuto e selezionato di iscritti, perché gestire un serpentone di oltre 20 moto, come a Cesenatico, sarebbe risultato molto complesso. In ogni caso siamo riusciti a mettere insieme un gruppo composto da appassionati provenienti da varie parti della Penisola, da Roma a Verona, a Monza, con almeno due passioni in comune: la fedeltà al bicilindrico made in Bologna e la costante ricerca del piacere di guidare, andando quindi oltre i confini delle uscite di routine. Un viaggio che prevede un passaggio in traghetto assume subito i contorni dell’avventura, e lo Scrambler Experience ha esattamente questo obiettivo. Si comincia con l’assegnazione delle moto, schierate davanti allo store a due passi dallo storico stabilimento, ma prima di partire ci sono ancora un paio di appuntamenti: la visita al museo, e il pranzo, naturalmente in stile, allo Scrambler Ducati Food di Bologna.I molti tratti sugli sterrati sono stati raccordati da alcune tra le più divertenti strade asfaltate
Una curva dopo l’altra
175 km, vale a dire un paio d’ore, separano il punto di partenza dall’imbarco di Livorno. Tuttavia il traghetto salpa alle 22.30, c’è quindi tutto il tempo per scegliere un percorso più in linea con lo spirito del viaggio, senza tratti sterrati, ma comunque vario, spettacolare e praticamente privo di tratti rettilinei, almeno fino a Vinci. Tra le curve sembra si divertano tutti, tranne Silvia, la moglie di Nicola, che ha scelto di sacrificarsi e viaggiare sul furgone di assistenza, per lasciare libero il marito. Il ritmo è allegro, ma non troppo, il giusto compromesso per tenere una buona media gustandosi il panorama, senza rischiare di compromettere il viaggio, prima che questo entri nel vivo. L’avventura è avventura, ma non deve esserlo a tutti i costi, almeno in un evento che è l’estensione dei Days of Joy. Ecco quindi che invece di andare direttamente al porto e attendere l’ora dell’imbarco, il gruppo segue la strada costiera verso il sud, per fermarsi in un locale che si affaccia sul mare. Dove il menu comprende un happy hour rigorosamente analcolico e un tramonto di ottimo auspicio, anche se le previsioni meteo per i giorni seguenti non sono esattamente quelle ideali.i chilometri in programma ogni giorno non sono pochi, tra i 200 e i 260. e molti di questi si percorrono su spettacolari sterrati
Si inizia a fare sul serio
Il traghetto conferma una volta di più di essere il migliore albergo per un viaggiatore. Il gruppo si è addormentato in prossimità della costa toscana, e prima dell’alba si sveglia in un mondo tutto nuovo e da scoprire, seguendo strade che anche chi trascorre qui le vacanze non ha mai preso in considerazione. Un porto è un porto, ma dal ponte del traghetto si vede in lontananza il cuore più selvaggio dell’isola, del quale si percepisce il profumo inconfondibile della macchia mediterranea portato dalla brezza. I bicilindrici a elle prendono vita, le Scrambler Ducati Desert Sled escono dalla pancia della nave, Il gruppo è pronto, per partire manca solo un componente: è Marco, endurista locale, che conosce ogni tratto sterrato del nord della Sardegna, ingaggiato per guidare la comitiva, che non passa inosservata. Il primo tratto è una tappa quasi obbligata per chi parte da Olbia con un veicolo off-road. Si fa rotta verso nord ovest, affrontando i tornanti che salgono da Santa Lucia, e poco prima di scollinare inizia lo sterrato, il primo di una lunga serie per i successivi tre giorni.In fila indiana tra la macchia mediterranea, apparentemente immersi nel nulla. Ma il mare non è lontano, è appena alle spalle del gruppo
Un gruppo sempre più affiatato
Tutto è stato programmato per gustare ogni istante della spedizione, ma i chilometri da percorrere ogni giorno non sono pochi, tra i 200 e i 260. Molti di questi sono sterrati; niente di estremo, sono quasi tutte strade regionali aperte al traffico, alternate da tratti più esclusivi, da percorrere rispettando la regola di aprire e richiudere dopo il passaggio i cancelli che impediscono agli animali di scappare. Tra guida in piedi, pause caffé e pranzo in agriturismo le ore passano scoprendo prima il nord, poi la zona centrale e infine andando dritti verso sud, per raggiungere Cala Gonone scollinando dal passo della vecchia strada con gli stretti tornanti in cemento, dove l’effetto wow è garantito. Siamo ormai al tramonto, anche se il sole sta calando sul lato opposto dell’isola. Il giorno seguente è il più lungo, bisogna attraversare da est a ovest la regione e la partenza di buon’ora sembra funzionare. L’andatura è buona e c’è la possibilità di raggiungere il resort alle porte di Alghero con un po’ di tempo da dedicare al relax. Ma il gruppo deve fare i conti con il meteo, con una bomba d’acqua che impone una lunga sosta al riparo sotto una chiesa sconsacrata e di percorrere gli ultimi chilometri su strade trasformate in torrenti. Gli imprevisti non penalizzano il morale, al contrario, consolidano la combriccola, sempre più affiatata.Gli imprevisti non penalizzano il morale, al contrario, consolidano la combriccola, sempre più affiatata.