Attualità
A Milano per rifare la strada si mettono a rischio i motociclisti
I lavori di riqualificazione di Corso Sempione, arteria chiave del traffico cittadino, hanno portato dei restringimenti di carreggiata che definire pericolosi è poco
Non sappiamo dire se la toppa è peggio del buco, ma insomma non è venuta molto bene. Chi frequenta Milano - la seconda città d'Italia per numero di abitanti e una di quelle coi maggiori tassi di motorizzazione su due ruote - in questi giorni ha visto spuntare su Corso Sempione (una fondamentale arteria che collega il centro alla zona a nord-ovest della città) i cantieri che noi di Dueruote abbiamo fotografato.
Orbene, Corso Sempione sarà interessato nei prossimi mesi da un importantissimo lavoro di riqualificazione, ai fini di razionalizzare gli ingenti spazi che occupa e soprattutto ad arrestare la sosta selvaggia sui controviali (per chi volesse avere il quadro della situazione, invitiamo a fare un salto qui). E questo mini cantiere è solo il primo di una lunga serie.
Solo che, come ben possiamo vedere, tale cantiere non sembra proprio a misura di motociclista. Consiste infatti di un sottile cordolo in cemento (costituito da elementi semipermanenti gialli) dietro al quale sono state poste una transenna e alcuni cartelli agganciati a sostegni verticali, ben piantati a terra. Di certo, la soluzione di restringere la corsia con questa specie di marciapiede provvisorio avrà una sua logica. Che però cozza coi principali principi della sicurezza.
Colpisce in particolare l'idea di sistemare elementi verticali in una zona che costituisce una potenziale "via di fuga" per un motociclista. In soldoni, se una macchina mi butta fuori strada, vado a impattare contro i pali che sostengono i cartelli, e con tutta probabilità anche contro il pericoloso cordolo in cemento. E, anche a basse velocità, questo tipo di incidente è la casistica peggiore che a un motociclista possa capitare.
Insomma, di tutti i modi nei quali potevano essere realizzati i cantieri, questo appare senza dubbio uno dei più infelici.