UNA STORIA ITALIANA
Ivano Beggio
nel 1965 prende in mano l’Aprilia, piccola fabbrica di biciclette e motorini fondata dal papà Alberto, portandola in pochi anni, con geniali intuizioni, a diventare la più grande produttrice europea di motociclette, capace di vincere decine di titoli mondiali e lanciare piloti del calibro di
Max Biaggi e
Valentino Rossi.
Nel libro il presidente inizia raccontando i dissidi con l’amatissimo padre per accelerare il passaggio dell’azienda ad una produzione esclusivamente motociclistica. Fin dal principio, Beggio capisce l’importanza di affiancare alla produzione di serie l’attività agonistica a scopo non solo promozionale, ma anche di sviluppo tecnico “Le corse sono una scuola indispensabile per imparare a progettare buone moto, a rispettare i tempi, a controllare la qualità dei materiali”.
Arrivano i
primi successi nel motocross con piloti come
Ivan Alborghetti e
Corrado Maddii, ma l’intuizione è quella, nel 1982, di puntare sulle moto stradali: “L’Italia di quegli anni era un Paese bellissimo, dove si respirava entusiasmo e voglia di fare; il benessere era diffuso e le persone, tutte, coltivavano una grande fiducia nel futuro. In questo clima io avevo maturato la convinzione che il mercato delle due ruote fosse alle soglie di un epocale “boom”, dove protagoniste sarebbero state nuove bellissime moto pensate per soddisfare l’esplosivo desiderio di apparire alla moda e divertirsi. Ecco perché decisi di costruire una 125 stradale che fosse affascinante, moderna, veloce e ricca”.
Il successo è enorme, confortato da un grande impegno nel campionato mondiale 250 cc che porta il 12 agosto 1987
Loris Reggiani, primo pilota ufficiale Aprilia, a vincere il Gran Premio di Misano Adriatico. Nel frattempo le moto prodotte a Noale si impongono in tutta Europa come le più performanti e affascinanti:
Dalle catene di produzione Aprilia escono mezzi sempre più originali come la
Pegaso 600, primo enduro stradale, la RS 250, straordinaria sportiva due tempi e la
Motò, disegnata dall’ “archistar” Philippe Starck, senza dimenticare la BMW F650, progettata e costruita da Aprilia per conto della casa bavarese. Sul fronte ciclomotori, Aprilia rivoluziona il mercato con due successi planetari, lo Scarabeo 50 e lo SR 50, primi esempi di scooter, rispettivamente, retrò e sportivo.
La favola si interrompe nel 2004 quando, a seguito di una improvvisa crisi economica dovuta anche all’azzardato acquisto della
Moto Guzzi, Ivano Beggio è costretto a cedere Aprilia al Gruppo Piaggio, ritirandosi a vita privata.