Attualità
Guardrail per motociclisti: inizia il conto alla rovescia
La Commissione europea non ha mosso rilievi alla bozza di decreto ministeriale. Superato l'ultimo ostacolo, la strada è in discesa e l'entrata in vigore della disciplina è prevista per i primi di aprile
Anche l’ultimo ostacolo è superato: la Commissione europea non ha mosso rilievi di sostanza e legittimità alla bozza di decreto ministeriale preparata dal Ministro dei trasporti e che disciplinerà l’installazione dei guardrail capaci, in caso di impatto, di non creare ulteriori danni ai motociclisti.
Una necessità impellente
Comunque la si possa pensare, la questione dei guardrail salvamotociclisti è da sempre uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle. Che, grazie all’impegno del ministro Danilo Toninelli, ha ripreso in mano il dossier facendogli compiere l’ultimo, fatidico miglio. Grazie anche alla spinta di tragici fatti di cronaca, come la morte Elena Aubry, la giovane motociclista morta il 7 maggio scorso in un incidente sulla via Ostiense, a Roma.
In attesa di poterlo leggere nella sua interezza, fonti interne confermano come la prossima normativa italiana sarà all’avanguardia a livello europeo. Forte anche dei brevetti made in Italy di guardrail salvamotociclisti, come quello dell’ANAS che è già stato testato.
I tempi dell'approvazione
A questo punto il pallino passa di nuovo nelle mani del Mit: saranno necessari alcuni passaggi interno al dicastero prima che Toninelli possa firmare e rendere quindi esecutivo il decreto. Si parla di circa un mese. Quindi per fine marzo, o più probabilmente inizio aprile, potremmo festeggiare una conquista decisiva per tutto il mondo dei motociclisti e scooteristi italiani.
Breve storia dei guardrail da motociclisti
In una recente inchiesta, che ha avuto vasta eco, Dueruote ha sollevato il tema dei guardrail salvamotociclisti. Che ha origine nel gennaio 2012, quando venne approvata la Technical Specification 1317-8. L’Italia, convinta della necessità di predisporre uno schema di decreto secondo le indicazioni della norma europea, dette vita a un tavolo coinvolgendo tutti i soggetti in campo, dai gestori delle strade alle associazioni di categoria, i produttori di barriere, i tecnici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e rappresentanti del mondo accademico. Nel marzo del 2016 arrivò la stesura di una bozza di decreto (con annessa relazione di accompagnamento) che ricevette anche l’ok del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Nell’attesa dell’approvazione, il Ministero aveva addirittura autorizzato i gestori all’installazione in via sperimentale dei dispositivi salvamotociclisti. Poi, come spesso accade in Italia, il provvedimento restò seppellito in qualche cassetto del Ministero a prendere polvere. Fino a oggi.
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