Attualità
Una notte al museo Piaggio
Non è proprio come nel film con Ben Stiller ma quasi: siamo stati per una nottata all'interno del museo di Pontedera. Dove la tradizione e il futuro convivono, in un'esperienza tra sogno e realtà. Che abbiamo raccontato sul numero di Dueruote di febbraio 2019
Sono le 18 di sera, gli ultimi curiosi scivolano via inghiottiti dalle ombre di una sera invernale che ha ormai avvolto tutta la cittadina. Siamo al Museo Piaggio, mentre si sta chiudendo il pesante cancello che si riaprirà in automatico solo la mattina seguente come la porta di un caveau di banca, ci intrufoliamo con la scaltrezza di Lupin III: tra poco sarà ora di cena e a noi è venuta voglia di assaporare un po’ di storia. Cucina italiana, ovviamente, niente di speziato del lontano est.
In questo luogo di storia ce n’è parecchia (lo stabilimento di Pontedera risale al 1924), anche se a rendercelo interessante e inquietante al tempo stesso è proprio l’assenza di luce: sembra un posto incantato dove durante le ore delle streghe si sentono suoni, fruscii, scricchiolii, brusii metallici che non dovrebbero udirsi. Nulla di sinistro, s’intende, ma tanta suggestione dovuta probabilmente al vento che dalle lontane montagne stuzzica le mura del complesso. Un luogo perfetto dove ambientare una bella storia noir.
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