Attualità
Tommaso Telaro svela i piani FUTURI di KTM e Husqvarna
Obiettivi ambiziosi, le novità in uscita e quelle che vedremo tra Colonia e Milano a fine anno. In casa KTM e Husqvarna c'è moltissima carne al fuoco. Ne parliamo con Tommaso Telaro, general manager del gruppo per l'Italia
Inutile andare dall’oste a chiedere com’è il suo vino, perché sappiamo già la risposta. Ma Tommaso Telaro, da poche settimane general manager di KTM e Husqvarna per il mercato italiano, è un oste sui generis. Uno di quelli che spiazza: “Le KTM? Non sono moto per tutti. Hanno un’identità forte e un carattere preciso. Io stesso, ai miei coetanei che hanno voglia di tornare in moto dopo tanti anni e con cui sono in amicizia, gliele sconsiglio. Siamo fieri di non poter piacere a tutti”.
Telaro, se la sentisse il grande capo Pierer non sarebbe molto contento...
“Per KTM l’Italia è il quarto mercato europeo, dopo Germania, Francia e Gran Bretagna, da cui siamo separati da appena 20 moto vendute. Eppure noi abbiamo un posizionamento molto preciso, in Italia non siamo un produttore generalista”.
Una nicchia, insomma. Eppure KTM è il primo gruppo europeo per motocicli prodotti (ben oltre i 200mila, ndr).
“Sembra una contraddizione, lo so. Eppure rappresentiamo una nicchia con incredibili possibilità di crescita. Adesso, grazie alla Duke 790, abbiamo una gamma finalmente completa. E obiettivi di vendita ambiziosi. La nostra rete vendita ce ne chiede già di più di quante ne abbiamo. Vogliamo superare l’obiettivo dei mille esemplari nel 2018”.
Più che ambizioso, diremmo! Lo scorso anno la vostra best seller è stata la 125 Duke, con queste stesse cifre.
“Abbiamo grande fiducia nella moto e nel suo nuovo motore bicilindrico. Ormai la 700-800 cc è la nuova media cilindrata di successo”.
In quel settore c’è già grande affollamento. Come pensa di convincere i clienti a scegliere KTM, marchio legato al racing e alle prestazioni?
“Ormai tutte le KTM in commercio sono moto con una doppia anima. Pensiamo alle nostre 1290 Adventure: sono ottime per andarci a passeggio, hanno tanta coppia ai bassi regimi. Eppure, chi le sa sfruttare a dovere, troverà nei nostri motori un’indole sportiva e grintosa che nessun altro vanta. Anche la 790 è così”.
Partiamo dal basso. Siete stati i primi a credere nel bacino dei nuovi motociclisti e a rimpolparlo.
“Con la 125 Duke siamo leader di mercato. Lo scorso anno questo volume di vendite record ha sorpreso anche noi. Ci fa piacere che anche Honda si sia gettata nella mischia con la nuova 125. Sintomo del fatto che la nostra scelta è stata lungimirante”.
Con la 390 Duke invece fate più fatica, seppure con numeri interessanti.
“Quella delle 400 è una cilindrata più combattuta. La nostra 390 è anche più prestazionale delle concorrenti, per cui si rivolge a un pubblico più esigente in questo frangente”.
Voi, come gli altri costruttori, avete già la testa alla pianificazione dei prossimi anni. Cosa dobbiamo aspettarci da KTM per il 2019?
“Di sicuro la versione Adventure della 790, che abbiamo mostrato allo scorso EICMA sotto forma di concept”.
L’on-off si estenderà anche ad altri modelli della gamma?
“La 1290 Super Adventure, nella sua versione ancora più fuoristradistica, è ben più che un progetto. E poi anche la 390 si presta bene ad assumere le sembianze di una crossover per piloti più giovani, che un giorno aspirano a passare alle maxienduro stradali”.
Negli scorsi anni avreste potuto fare meglio? Avete commesso degli errori?
“Siamo stati un po’troppo prudenti nella programmazione dei volumi della 1290 Super Adventure: se avessimo avuto 500 moto in più in stock, lo scorso anno le avremmo vendute tutte. Una moto che ha deluso in termini di aspettative è stata la 1290 Super Duke GT. Il problema è che il segmento delle sport tourer non può esprimere volumi maggiori di questi, almeno in Italia”.
“Al momento non è nei programmi dell’azienda. E poi il mercato per questo genere di moto è molto limitato”.
E uno scooter, magari elettrico? Avete già una tecnologia ben sviluppata, usata sulle Freeride, che potreste usare per la strada.
“Mi sento di escluderlo, è troppo lontano dal nostro DNA. E poi quello è un segmento ipercompetitivo, dove ci sono costruttori anni luce più avanti di noi”.
Lei è anche responsabile degli altri brand del gruppo, come WP (che produce sospensioni) e Husqvarna. Quest’ultimo marchio ha appena lanciato le 401 Svartpilen e Vitpilen.
“Sono moto in cui crediamo moltissimo per svoltare dal punto di vista dei volumi. Le 401 sono mezzi essenziali, dalle linee pulite, che sono capaci di attirare un pubblico trasversale, definibile come style bikers”.
Moto da fighetti, insomma.
“No, anzi. Sono moto che invece possono conquistare un pubblico diverso, in cerca di qualcosa che non esiste sul mercato. Ci crediamo così tanto che puntiamo a superare le 1.000 unità vendute, sommando le due 401 e la 701”.
Perché abbiamo dovuto aspettare così tanti anni per vedere tradotto in una moto di serie il concept della 401?
“I costruttori di solito stupiscono con un prototipo che però, al momento dell’industrializzazione, delude le aspettative perché troppo convenzionale. La nostra sfida è fare moto di serie che siano aderenti ai concept. E questo richiede più tempo”.
A EICMA 2018 vedremo la versione di serie della 701 Svartpilen. Sarà molto simile alla moto con influenze flat track che abbiamo ammirato mesi fa al Salone milanese?
“Direi di sì”.
Quali sono gli sviluppi possibili della gamma Svartpilen-Vitpilen?
“Anche Stefan Pierer ha detto che non mette limiti alla provvidenza, quindi in futuro non possiamo escludere un motore 1301”.
Parlare di KTM e Husqvarna significa anche parlare di off-road.
“L’inizio del 2018 è andato benissimo per la EXC 300, segno che la nostra scelta di puntare sul due tempi a iniezione si è rivelata azzeccata. Puntiamo a far crescere la gamma delle Freeride elettriche anche in Italia, importando la formula della vendita delle moto con il noleggio delle batterie, che ha avuto un eccellente riscontro in Austria e Germania”.
La tecnologia di KTM per l’elettrico si limita a potenze basse, fino ai 15 kW. Perché non pensare a modelli più potenti?
“Per ora non c’è l’intenzione di creare una gamma stradale elettrica. Però siamo presenti sul mercato dal 2014 e questo ci dà un vantaggio competitivo in termini di tecnologia, che abbiamo già in casa. Quando sarà il momento, saremo pronti”.
Come va la e-mobility?
“Attraverso la Pesko (società in cui Pierer Industries detiene una quota determinante, ndr) produrremo alcune linee di bici a pedalata assistita. Una di questa sarà marchiata Husqvarna Bicycles e stiamo decidendo con quali modalità integrarne la rete vendita con quella dei nostri concessionari moto. Partiremo dai mercati di lingua tedesca, poi vedremo come crescere anche in questo settore”.
Telaro, se la sentisse il grande capo Pierer non sarebbe molto contento...
“Per KTM l’Italia è il quarto mercato europeo, dopo Germania, Francia e Gran Bretagna, da cui siamo separati da appena 20 moto vendute. Eppure noi abbiamo un posizionamento molto preciso, in Italia non siamo un produttore generalista”.
Una nicchia, insomma. Eppure KTM è il primo gruppo europeo per motocicli prodotti (ben oltre i 200mila, ndr).
“Sembra una contraddizione, lo so. Eppure rappresentiamo una nicchia con incredibili possibilità di crescita. Adesso, grazie alla Duke 790, abbiamo una gamma finalmente completa. E obiettivi di vendita ambiziosi. La nostra rete vendita ce ne chiede già di più di quante ne abbiamo. Vogliamo superare l’obiettivo dei mille esemplari nel 2018”.
Più che ambizioso, diremmo! Lo scorso anno la vostra best seller è stata la 125 Duke, con queste stesse cifre.
“Abbiamo grande fiducia nella moto e nel suo nuovo motore bicilindrico. Ormai la 700-800 cc è la nuova media cilindrata di successo”.
In quel settore c’è già grande affollamento. Come pensa di convincere i clienti a scegliere KTM, marchio legato al racing e alle prestazioni?
“Ormai tutte le KTM in commercio sono moto con una doppia anima. Pensiamo alle nostre 1290 Adventure: sono ottime per andarci a passeggio, hanno tanta coppia ai bassi regimi. Eppure, chi le sa sfruttare a dovere, troverà nei nostri motori un’indole sportiva e grintosa che nessun altro vanta. Anche la 790 è così”.
KTM Duke 125, la storia di un grande successo
Partiamo dal basso. Siete stati i primi a credere nel bacino dei nuovi motociclisti e a rimpolparlo.
“Con la 125 Duke siamo leader di mercato. Lo scorso anno questo volume di vendite record ha sorpreso anche noi. Ci fa piacere che anche Honda si sia gettata nella mischia con la nuova 125. Sintomo del fatto che la nostra scelta è stata lungimirante”.
Con la 390 Duke invece fate più fatica, seppure con numeri interessanti.
“Quella delle 400 è una cilindrata più combattuta. La nostra 390 è anche più prestazionale delle concorrenti, per cui si rivolge a un pubblico più esigente in questo frangente”.
Voi, come gli altri costruttori, avete già la testa alla pianificazione dei prossimi anni. Cosa dobbiamo aspettarci da KTM per il 2019?
“Di sicuro la versione Adventure della 790, che abbiamo mostrato allo scorso EICMA sotto forma di concept”.
L’on-off si estenderà anche ad altri modelli della gamma?
“La 1290 Super Adventure, nella sua versione ancora più fuoristradistica, è ben più che un progetto. E poi anche la 390 si presta bene ad assumere le sembianze di una crossover per piloti più giovani, che un giorno aspirano a passare alle maxienduro stradali”.
Negli scorsi anni avreste potuto fare meglio? Avete commesso degli errori?
“Siamo stati un po’troppo prudenti nella programmazione dei volumi della 1290 Super Adventure: se avessimo avuto 500 moto in più in stock, lo scorso anno le avremmo vendute tutte. Una moto che ha deluso in termini di aspettative è stata la 1290 Super Duke GT. Il problema è che il segmento delle sport tourer non può esprimere volumi maggiori di questi, almeno in Italia”.
Cosa significa per KTM correre in MotoGP
KTM è impegnata da qualche anno anche in MotoGP. Le soluzioni tecnologiche potranno riflettersi anche in una moto di serie, una RC16 stradale?“Al momento non è nei programmi dell’azienda. E poi il mercato per questo genere di moto è molto limitato”.
E uno scooter, magari elettrico? Avete già una tecnologia ben sviluppata, usata sulle Freeride, che potreste usare per la strada.
“Mi sento di escluderlo, è troppo lontano dal nostro DNA. E poi quello è un segmento ipercompetitivo, dove ci sono costruttori anni luce più avanti di noi”.
Lei è anche responsabile degli altri brand del gruppo, come WP (che produce sospensioni) e Husqvarna. Quest’ultimo marchio ha appena lanciato le 401 Svartpilen e Vitpilen.
“Sono moto in cui crediamo moltissimo per svoltare dal punto di vista dei volumi. Le 401 sono mezzi essenziali, dalle linee pulite, che sono capaci di attirare un pubblico trasversale, definibile come style bikers”.
Moto da fighetti, insomma.
“No, anzi. Sono moto che invece possono conquistare un pubblico diverso, in cerca di qualcosa che non esiste sul mercato. Ci crediamo così tanto che puntiamo a superare le 1.000 unità vendute, sommando le due 401 e la 701”.
Perché abbiamo dovuto aspettare così tanti anni per vedere tradotto in una moto di serie il concept della 401?
“I costruttori di solito stupiscono con un prototipo che però, al momento dell’industrializzazione, delude le aspettative perché troppo convenzionale. La nostra sfida è fare moto di serie che siano aderenti ai concept. E questo richiede più tempo”.
Le novità KTM a EICMA 2018
A EICMA 2018 vedremo la versione di serie della 701 Svartpilen. Sarà molto simile alla moto con influenze flat track che abbiamo ammirato mesi fa al Salone milanese?
“Direi di sì”.
Quali sono gli sviluppi possibili della gamma Svartpilen-Vitpilen?
“Anche Stefan Pierer ha detto che non mette limiti alla provvidenza, quindi in futuro non possiamo escludere un motore 1301”.
Parlare di KTM e Husqvarna significa anche parlare di off-road.
“L’inizio del 2018 è andato benissimo per la EXC 300, segno che la nostra scelta di puntare sul due tempi a iniezione si è rivelata azzeccata. Puntiamo a far crescere la gamma delle Freeride elettriche anche in Italia, importando la formula della vendita delle moto con il noleggio delle batterie, che ha avuto un eccellente riscontro in Austria e Germania”.
La tecnologia di KTM per l’elettrico si limita a potenze basse, fino ai 15 kW. Perché non pensare a modelli più potenti?
“Per ora non c’è l’intenzione di creare una gamma stradale elettrica. Però siamo presenti sul mercato dal 2014 e questo ci dà un vantaggio competitivo in termini di tecnologia, che abbiamo già in casa. Quando sarà il momento, saremo pronti”.
Come va la e-mobility?
“Attraverso la Pesko (società in cui Pierer Industries detiene una quota determinante, ndr) produrremo alcune linee di bici a pedalata assistita. Una di questa sarà marchiata Husqvarna Bicycles e stiamo decidendo con quali modalità integrarne la rete vendita con quella dei nostri concessionari moto. Partiremo dai mercati di lingua tedesca, poi vedremo come crescere anche in questo settore”.