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I viaggi dei lettori
My Name is Kymco
di Giannico Rossi
il 04/07/2013 in I viaggi dei lettori
My name is Kymco: People Kymco. Sì, sono uno scooter e parlo, perché, che male c'è? Qui vi racconto cosa mi è successo proprio quando pensavo di ritirarmi in onorata pensione e invece sono stato acquistato da uno che ha circa la mia età, ma la vitalità di un ventenne. Vi sembra giusto che io sia costretto a fare certe cose?
My Name is Kymco
Sono uno scooter di 250 cc, sei anni e 13.000 km, passati tra parcheggi degli uffici e quello della bocciofila. Quando ormai mi ero rassegnato ad una serena e noiosa vecchiaia tra agi e mollezze, vengo acquistato da uno stordito ultrasessantenne, forse un po' contrariato dai modi villani e incivili di Brutilde, sua attuale compagna a due ruote. Fatto sta che dopo un veloce tagliando, mi trovo a salire il Piccolo san Bernardo, il col Iseran e a proseguire per il Moncenisio fino raggiungere la Valsusa. Due giorni dopo, vedo per la prima volta nella mia vita il mare in quel di La Spezia, altri due giorni ancora, e sono nella mia nuova casa di Aosta. Però, chi l'avrebbe mai immaginata una così bella avventura prima della messa a riposo? Errore! Tutto doveva ancora avvenire.
doveva ancora avvenire.
Una settimana di tranquillità, con un cambio gomme che avrebbe dovuto far nascere in me qualche sospetto, e mi ritrovo carico come un mulo in direzione Como, passando per Biella, Arona e Varese. Il giorno dopo, costeggiando quel ramo del lago che guarda ad oriente, mi ritrovo dopo Chiavenna a salire i tornanti del passo Maloja, fino a Saint Moritz. Pioggia. Vabbè, che importa … ho le gomme nuove, mica quelle "de pedra" che montavo prima, perciò, senza paura, salgo su fino al passo del Bernina accompagnato da tuoni e fulmini raccontati in una lingua praticamente sconosciuta. Perciò alla prima deviazione, chiamata la Forcola di Livigno, mi butto verso la ridente e omonima località. Di cosa abbia da ridere, non si sa, visto che l'unica cosa allegra lì, è il prezzo della benzina. Pieno di super, panino per il Fulminato, e sono di nuovo in viaggio verso il Foscagno, dove un incontro fortunato ci porterà a pernottare con modica cifra, a Santa Caterina Valfurva. Il terzo giorno, con la benzina da 1,1 euro nel serbatoio, sono di nuovo in salita verso la meta delle mete: il mitico STELVIO. Traguardo agognato da ciclisti, podisti, motociclisti, perditempo e agenti di commercio ….
Una settimana di tranquillità, con un cambio gomme che avrebbe dovuto far nascere in me qualche sospetto, e mi ritrovo carico come un mulo in direzione Como, passando per Biella, Arona e Varese. Il giorno dopo, costeggiando quel ramo del lago che guarda ad oriente, mi ritrovo dopo Chiavenna a salire i tornanti del passo Maloja, fino a Saint Moritz. Pioggia. Vabbè, che importa … ho le gomme nuove, mica quelle "de pedra" che montavo prima, perciò, senza paura, salgo su fino al passo del Bernina accompagnato da tuoni e fulmini raccontati in una lingua praticamente sconosciuta. Perciò alla prima deviazione, chiamata la Forcola di Livigno, mi butto verso la ridente e omonima località. Di cosa abbia da ridere, non si sa, visto che l'unica cosa allegra lì, è il prezzo della benzina. Pieno di super, panino per il Fulminato, e sono di nuovo in viaggio verso il Foscagno, dove un incontro fortunato ci porterà a pernottare con modica cifra, a Santa Caterina Valfurva. Il terzo giorno, con la benzina da 1,1 euro nel serbatoio, sono di nuovo in salita verso la meta delle mete: il mitico STELVIO. Traguardo agognato da ciclisti, podisti, motociclisti, perditempo e agenti di commercio ….
Mi sento il Pantani degli scooter. Foto di rito, caffè per lo Stordito pagato un prezzo da rapina, e in men che non si dica, mi trovo a precipitare, il termine non è scelto a caso, verso Trafoi e Spondigna. Deviazione a sinistra verso Glorenza, e ancora un ritorno in Svizzera lungo la Val Mustair su per il passo del Fuorn con il suo Parc Naziunal. Lungo la salita al colle, allo Stordito viene da pensare come sarebbe stato vivere queste curve con Brutilde, ma l'ennesimo telelaser puntato tra gli occhi da un gendarme svizzero come fosse un disintegratore atomico, gli fa passare ogni velleità piegatoria. Da Zernez a St Moritz strada noiosa, lungo la quale però riesco ad ingarellarmi con un cancello di Milwakie. Sfida vinta. Per la ormai nota val Bregaglia torno a Chiavenna, dove imbocco senza paura la salita allo Spluga lungo la vecchia strada austroungarica, per stupirmi dell'arditezza degli ingegneri dell'epoca. Veloce discesa fino a Splugen, e a seguire Hinterrhein, da dove inizia quello che è stato il più bel tratto percorso durante questi tre giorni: il passaggio al colle del San Bernardino, dove avviene un incontro con un gruppo di Lambrettisti, e poi fin giù a Bellinzona. Senza storia i rimanenti km verso Locarno e Verbania, dove con un ultimo sussulto d'orgoglio affronto l'autostrada da Fondo Toce ad Aosta.
Nota di Giannico, il padrone del Kymco: quasi 1100 km in tre giorni, con un consumo di 34 litri di super, e nessuna multa per eccesso di velocità. Che altro dire, se non: grazie People ?
Nota di Giannico, il padrone del Kymco: quasi 1100 km in tre giorni, con un consumo di 34 litri di super, e nessuna multa per eccesso di velocità. Che altro dire, se non: grazie People ?
My Name is Kymco
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